V DOMENICA DI PASQUA                     22.05.2011

 

Atti 6,1-7

Prima Lettera di Pietro 2,4-9

Vangelo secondo Giovanni 14,1-12

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».

Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.

 

Mostraci il Padre!

 

Soffermiamoci, oggi, sulla richiesta di Filippo, “Signore, mostraci il Padre e ci basta”.

Chi non vorrebbe vedere Dio? È il desiderio dell’uomo da sempre. Desiderio di basso profilo, quando pensa di averne bisogno per risolvere i propri guai di salute, di provvista di beni, di affermazione di se stesso o del proprio potere sul mondo. Aspirazione ben più alta, invece, quando desidera vederlo per rafforzare la propria fede o per fare scelte che non compromettano l’esito positivo della propria esistenza, ma, soprattutto, per ritrovare quel senso della vita, senza il quale non gli è possibile essere felice. Veramente, abbiamo bisogno di Dio come la luce degli occhi; meglio ancora, aspiriamo a lui come l’innamorato alla sua amata…

Alla domanda del discepolo Gesù risponde: “Chi ha visto me, ha visto il Padre”. Notiamo che Gesù non gli dice: lo stai vedendo. Lo invita dunque a non fermarsi alla semplice apparenza, ma a riflettere più in profondità, a compiere – come Pietro – quella “conversione” di cui abbiamo parlato la settimana scorsa.

Gesù stesso è la Via offerta a coloro che cercano Dio. «Dio nessuno lo ha mai visto; il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato» (Gv 1,18). Occorre contemplare Gesù per vedere e andare al Padre.

È dunque possibile “vedere Dio”. Non attraverso visioni, rivelazioni private riservate a pochi iniziati, sogni; e neppure attraverso eventi tremendi, terremoti, cataclismi; non attraverso miracoli che annientano il nostro fragile animo; e neppure attraverso le grandi intuizioni o i geniali ragionamenti della nostra mente… Lo vediamo soltanto attraverso il volto, la persona, i sentimenti, le parole, le scelte, le azioni e le vicende del suo stesso Figlio fatto uomo: di Gesù di Nazaret. Ma, soprattutto, attraverso la sua Croce.

Coerentemente, qualora sorgessero nel nostro cuore dubbi e domande, non abbiamo altra strada che interrogare sempre di nuovo “quell’uomo Gesù”, ascoltare la sua Parola, scoprire in lui quale Dio si mette davanti a noi e come egli risponda al nostro ricercare. Questo perché Gesù è anche Verità e Vita: ha il potere di parlare di Dio in tutta verità, poiché da lui proviene, e di comunicare la sua stessa Vita a tutti coloro che credono in lui e alla sua Parola.

Rimane un’obiezione. Tutto ciò poteva andare bene per coloro che vivevano con Gesù, o, al limite, lo incontravano sulle strade della Palestina. Non per noi, al cui sguardo Gesù si è sottratto dopo la risurrezione! A ciò risponde l’evangelista Giovanni: «Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi» (1Gv 4,12). Il volto di Gesù è il volto dell’amore di Dio. Contemplarlo, “vederlo”, non può avere altro significato che: “come Gesù, fare anche noi l’esperienza autentica dell’amore”. È questo che ci apre le porte alla comunione col mistero di Dio.

 

P. Carlo