11^  DOMENICA  -  B   :   E’ DIO CHE FA CRESCERE !

 

     L’evangelista Marco ci parla oggi del Regno di Dio. Gesù ricorre spesso a immagini semplici per spiegare le realtà profonde di Dio. Le due parabole ascoltate ora hanno a tema il seme, per indicare una duplice realtà: quella della crescita interiore, personale, e quella dello sviluppo geografico del Regno. La prima riguarda l’opera di Cristo: il seme è la Parola di Gesù già seminata; il discepolo e la Chiesa, a cui il seme è stato affidato, restano in attesa che il seme nasca, cresca, e dia frutti. La seconda parabola riguarda il Regno di Dio. Il Regno, come ogni realtà, nasce piccolo, ma con potenzialità nascoste che consentiranno di raggiungere tutto il mondo. Il seme era un soggetto caro a Gesù; l’ha scelto per almeno quattro parabole importanti: quella del seme che rende a seconda del terreno dove cade; quella del grano e della zizzania; e le due ascoltate oggi.

     Gesù le introduce con una domanda, che serve ad attirare la nostra attenzione: “A che cosa possiamo paragonare il Regno di Dio?” Gesù stesso ce ne dà la risposta: Nella prima parabola, paragona il Regno di Dio a un uomo che getta il seme nel terreno, sapendo che quel seme ha già in sé tutte le potenzialità per “rinascere” a vita nuova. Ne deduciamo che il Regno di Dio non è un “prodotto” dell’uomo, ma un dono di Dio; non soggetto alle nostre logiche o alle nostre programmazioni. La parabola ci invita perciò ad avere fiducia in Dio, perché la sua Chiesa – anche là dove è assente, o perseguitata – essa è comunque presente come seme nascosto, in attesa della sua primavera. Oltre alla fiducia, il Signore chiede la pazienza: tra la semina e il raccolto scorre un tempo necessario per la realizzazione di qualsiasi progetto.

     E’ chiesto anche a noi di dare tempo alla Parola di Dio per essere assimilata e così consentire di dare i frutti sperati. Come il seme, anche la Parola di Dio ha in sé tutta la potenzialità per nascere, crescere, fiorire e dare frutti. Leggiamo in Isaia: “Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, così sarà della mia parola, uscita dalla mia bocca; non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero, e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata” (Is 55,10).

     La seconda parabola richiama la nostra attenzione sul contrasto tra la piccolezza del seme di senapa e l’arbusto che produce. Ci ricorda Gesù che nel seme è gia presente tutto l’albero, con la sua precisa identità e con tutte le sue capacità di sviluppo. Chiede pertanto di credere nella efficacia della sua Parola. Fratelli, il Regno di Dio si presenta ai nostri occhi in modo umile, nella dimensione di seme; la Chiesa non sempre è vista come fontana da cui sgorga sempre vita nuova, con amore; non sempre è riconosciuta e apprezzata dalle reti di informazione. Balza all’onore della cronaca e nei primi titoli dei notiziari, ogniqualvolta c’è da riferire uno scandalo! Gesù ci chiede di amare la Chiesa e di credere nelle sue potenzialità di vita, di recupero, di novità. Ricordiamo il detto: Fa più rumore una pianta che cade che una foresta che cresce!

     La realtà del Regno è così: è sempre in nascita, è sempre in crescita, sia nella vita di ogni uomo, come nella storia millenaria della Chiesa: in noi, quando ci apriamo alla forza dello Spirito Santo; ma è così anche nelle nostre piccole comunità. La constatazione che, dopo più di duemila anni di cristianesimo, ci troviamo a dovere ancora iniziare per vincere l’odio, la violenza, tanta disonestà e tanto marciume, potrebbe farci dimenticare il tanto bene, presente anche oggi nel mondo, e una diffusa e radicata santità che hanno  arricchito secoli di storia cristiana, donandoci milioni e milioni di uomini e donne che hanno creduto al Vangelo e hanno dato testimonianza di amore e di fedeltà al Signore.

     Fratelli, l’agenda di Dio ha scadenze che noi non conosciamo; ma Dio è sempre all’opera. Nelle parabole ascoltate oggi, Gesù annuncia un piccolissimo inizio. Dio non pianta alberi, ma continua a spargere semi; e poi sa attendere e rispettare i ritmi di maturazione. Si, fratelli, dopo duemila anni, la Parola di Gesù è ancora viva e carica di vita. Lodiamo il Signore!  Amen.