TUTTI  I  SANTI  :  “SE QUESTI E QUESTE, PERCHE’ NON IO?”  (S. Agostino)

 

     E’ una pagina impegnativa, e anche un po’ strana, quella che ci propone la Liturgia dei Santi; oggi, con l’elenco delle BEATITUDINI, Matteo ci presenta chi sono, secondo Gesù, i beati: sono i poveri, quelli che piangono, i miti, i puri di cuore, i misericordiosi, i perseguitati, gli operatori di pace. Ci sorge spontanea una domanda: Come possono essere beati, cioè contenti e felici, quanti si trovano presenti in questo elenco? La domanda nasce da una nostra esperienza molto diversa. Noi diciamo che sono beati quelli che hanno salute e soldi, che hanno un buon lavoro e un po’ di fortuna. Il più delle volte ci lasciamo coinvolgere negativamente, esprimendo invidia e diciamo a chi sta meglio di noi: “Beato lui”! Ecco, il Vangelo di oggi vuole chiarire il senso delle Beatitudini annunciate da Gesù: Noi sappiamo che la nostra idea di felicità è accompagnata, quasi sempre,  con l’avere qualcosa che abbiamo desiderato di avere: salute, soldi, carriera, amore, ecc. I più pensano che solo l’appagamento di un desiderio sia l’unica fonte di felicità. Perciò ci chiediamo se sia possibile mettere insieme questa nostra constatazione con le proposte offerte dalle Beatitudini del Vangelo.

     Per capire, dobbiamo anzitutto non confondere la méta con il percorso. Le Beatitudini ci indicano non tanto il punto di arrivo, quanto invece la strada da percorrere e le condizioni per assaporare il premio. Le folle a cui Gesù si rivolgeva erano formate da poveri, affamati, ammalati; ebbene, Gesù si rivolgeva proprio a loro per definirli “beati”, cioè “felici”! In concreto, Gesù vedeva in tutte queste persone le condizioni che assicuravano la loro felicità. In effetti, le Beatitudini non promettono nulla al presente, ma ci aprono gli occhi su un futuro diverso e premiante. Infatti i verbi delle promesse sono al futuro. Gesù, nel prometterci la felicità, ci ricorda che occorre prima essere poveri, operatori di giustizia e di pace, miti, misericordiosi e non violenti: sono le condizioni per vivere da “figli di Dio”. Per chi accetta di vivere così, Gesù fa una solenne promessa: “Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa  nei cieli”

     Ma c’è una beatitudine che è per il presente; tutti possono – qui e ora – assaporare la gioia di vivere da “figli di Dio”, e perciò sentirsi da Lui amati e salvati, con la certezza che il futuro promesso è già nelle nostre mani. A nostra consolazione e a nostro incoraggiamento, c’è la conferma dei tanti Santi che oggi onoriamo; che abbiamo forse anche conosciuto, e che hanno creduto nella Parola di Gesù, e che, nonostante le loro fragilità, che anche noi sperimentiamo, hanno superato la prova. La santità non ci chiede di essere eroi! Il Vaticani II° ha di nuovo ricordato che tutti siamo chiamati alla santità, in obbedienza a un preciso comando del Signore: “Siate santi perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo”!  Dovremmo forse far scendere i Santi che veneriamo dalle nicchie su cui li abbiamo posti, per riappropriarci della loro vita, per trasferirli nella nostra vita. Il Santo non è necessariamente colui che fa cose straordinarie, ma – come diceva santa Teresina –  è uno che fa le cose di tutti i giorni straordinariamente bene.

     Oggi, festa di tutti i Santi, la Chiesa ha inteso raccogliere in un unico giorno il ricordo di tutti i nostri Santi, con particolare attenzione a quella “immensa moltitudine che nessuno può contare” di cui parla l’Apocalisse: sono i Santi non proclamati che andiamo a visitare in questi giorni nei nostri cimiteri; gente che ha vissuto le Beatitudini con semplicità e, il più delle volte, nel nascondimento. Penso tuttavia che molti cristiani, nel sapere che sono chiamati alla santità, sorrideranno, non ritenendosi idonei a questa vocazione battesimale. Gesù però dà conferma: “Siate santi”! e l’Apocalisse ci informa che chi ha realizzato questa vocazione sono un numero incalcolabile; sono coloro che ce l’hanno fatta! Sappiamo che il nemico più insidioso è la rassegnazione e la scelta accomodante della mediocrità.

     La festa di oggi invita a riaccendere i motori per ripartire; come? Col riaccendere la Speranza e con il rimetterci nelle mani misericordiose del buon Dio. Ricordiamo, fratelli, che tutti noi, nel Battesimo, siamo entrati a far parte della Famiglia di Dio; qui siamo cresciuti e da qui dovremo spiccare il volo per il Cielo, la nostra Patria, la Patria dei Santi, dove troveremo la Vergine Madre e la SS. Trinità. Qui ci ritroveremo tutti, spero, per la festa di Nozze che il Padre ha preparato per il Figlio e a cui tutti siamo stati invitati.  Amen.