33.ma  DOMENICA   -  B   :   IL  RITORNO  DEL  SIGNORE

 

     Ci stiamo avvicinando al termine dell’Anno liturgico; tra due domeniche saremo di nuovo a iniziare l’Avvento. Le parole di Gesù, ascoltate nel Vangelo di oggi, fanno parte di un discorso che appartiene al genere apocalittico; “Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo…”; noi diciamo: è la fine del mondo! Ecco vorrei subito precisare che questo discorso di Gesù non racconta la fine del mondo; vuole piuttosto ricordare a noi il senso della storia e come vivere bene il nostro presente. Molto spesso, l’esperienza quotidiana sembra dirci che il male vince e il bene soccombe; ma non è così. Oggi Gesù ci dà conferma che il Figlio dell’uomo ritornerà “con grande potenza e gloria”! Gesù si rivolge ai suoi discepoli – e quindi anche a noi – per invitarci a vivere il tempo dell’attesa con speranza, certi del trionfo del bene e nella certezza di un premio promesso, che supererà ogni nostra attesa.

     Diceva Lutero: se sapessi che il mondo deve finire domani, oggi pianterei ugualmente l’alberello di melo”. Succede purtroppo che quando il futuro incombe come paura, e crea ansia, molti ricorrono agli oroscopi, alle fattucchiere, a una delle tante profezie, nella speranza di esorcizzare la paura. Il cristiano à invece invitato a vivere con impegno il presente come il tempo che Dio ci dona perché ciascuno si prepari con responsabilità il proprio futuro. Nei vecchi catechismi e nei Quaresimali di un tempo, il tema della fine del mondo veniva usato come deterrente, per tenerci lontano dal male; o come occasione di riscatto per quanti avevano sofferto povertà, ingiustizie, malattia. E tuttavia, anche noi non possiamo fare a meno di osservare che , se queste parole generano più spavento che gioia, un motivo ci dovrà pur essere! Il motivo principale – credo – è che noi ci affanniamo troppo per crearci un presente comodo e spensierato, e non pensiamo invece che, all’incontro con Dio, ci porteremo solo il buon uso della vita.

     C’è un particolare importante nel Vangelo di oggi che rischia di non essere colto: è il ramo di fico che si fa tenero e sul quale spuntano le foglie. Dice Gesù: “Dalla pianta di fico imparate la parabola: Quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina”. Amici, è Gesù la gemma, la buona notizia che annuncia vicino l’incontro definitivo con Dio. Nello scenario di spaventosa distruzione e di morte, quel virgulto è segno di vita nuova: è Gesù! Gesù, nell’annunciare il suo ritorno, ci dà come segno il simbolo di una vita nascente, di una vita che si sta schiudendo. Gesù ritornerà per dare inizio a “cieli nuovi e a terra nuova”; stiamo cioè andando verso un parto, un nuovo inizio. Gesù insegna che la morte non è la fine, ma l’inizio di vita vera. Il credente dovrebbe allora vivere il presente senza angoscia, nell’attesa – non di una catastrofe – ma di un compimento; noi non siamo in viaggio verso il nulla, ma verso la pienezza di vita.

     Vi sarà capitato di vedere uno dei tanti film sulla fine del mondo; è un filone che piace e fa cassetta; peccato che unico scopo sia di suscitare curiosità e angoscia ; manca l’afflato di Dio, che è il Signore e guida la storia a salvezza. Fratelli di fede, fidiamoci della Parola di Dio; cerchiamo di vivere in pienezza il tempo che Dio ci dona, per prepararci un futuro migliore. E’ stato osservato che i giovani vivono unicamente  proiettati nel futuro; gli anziani  ritornano con nostalgia al loro passato; e chi vive il presente, come lo vive? Spesso il nostro presente è un disastro! Amici, torniamo a nutrire la nostra vita della Parola di Dio: è l’unica che non invecchia e “non passa”!

     Avrete notato che nelle pagine del Vangelo che annunciano le cose ultime, non compaiono le parole “castigo o giudizio”; troviamo invece parole di conforto, come “Non allarmatevi – Non preoccupatevi – Pregate – State attenti – Sappiate che egli è vicino, è alle porte”: sono tutti avvertimenti non facili da vivere nella quotidianità; ma sempre possibili, se sostenuti dalla fede. E’ solo da una grande fede che scaturiscono la serenità, la vigilanza e la capacità di distinguere  e scegliere tra tante proposte che la vita offre. Teniamo sempre presente l’ultimo richiamo di Gesù che sarà molto utile per scegliere bene nel nostro presente: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.  Amen.