TREDICESIMA DOMENICA  -  C   :   LA  S T R A D A: LUOGO DI INCONTRI !

 

     Dopo la celebrazione delle grandi solennità che hanno chiuso il Tempo Pasquale: Ascensione – Pentecoste – Corpus Domini, siamo rientrati oggi nel tempo “ordinario”. Questa è la tredicesima, come è attestato dal nostro foglietto; e con oggi, riprendiamo la lettura del Vangelo di Luca, che ci accompagnerà per il resto dell’anno. Con la pagina ascoltata, Luca ci introduce nella seconda parte del suo Vangelo; lo fa con un gesto forte. “Gesù – scrive Luca – prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé”. Nel Vangelo di Luca, questo viaggio verso Gerusalemme è il cammino che il Maestro compie con gli Apostoli per giungere alla Città santa, la città del Tempio, del Cenacolo, della sua Passione e Morte, e poi della Risurrezione e della Pentecoste.

     Gesù aveva tutto chiaro; per questo l’evangelista Luca ha colto nel gesto energico di Gesù, tutta la forza di una scelta di obbedienza sacrificale al Padre. Sarà un viaggio sofferto, ma deciso, che – nel Vangelo di Luca – coprirà ben dieci capitoli! I tre incontri di oggi sono stati accostati uno all’altro, nell’intento di far capire a quanti desideravano seguirlo che, in questa salita verso Gerusalemme, anch’essi dovevano essere avvertiti che “seguire il Maestro”, richiedeva pari decisione e continue conferme. In altre parole, Gesù esige che ogni discepolo metta al secondo posto tutto ciò che gli appartiene:  cose, progetti di vita, affetti. Il Signore ha bisogno di gente che sia continuamente disposta a partire, per annunciare a tutti il Vangelo, là dove lo Spirito chiama.

     Dal Vangelo di oggi, abbiamo chiaro l’identikit del discepolo: non un generico simpatizzante, non uno spettatore disposto, di tanto in tanto, a commuoversi; e neppure uno che trova in Gesù un “alleato” su tante buone proposte da inserire nei progetti politici e sociali. No, no! Il discepolo che decide di stare con Gesù deve essere sempre disposto a seguirlo, senza frapporre proprie condizioni.  Ai tre che incontra, Gesù fa presente le condizioni, per decidere se “stare con Lui”, o lasciare.  Il primo dichiara la sua totale disponibilità: “Ti seguirò ovunque tu vada”. Ma Gesù ugualmente lo mette in guardia che dovrà affrontare tanti imprevisti; soprattutto dovrà vivere “in strada”, come pellegrino. Il secondo accoglie con entusiasmo l’invito di Gesù; ma chiede tempo; pensa all’ assistenza ai genitori nella vecchiaia. Anche a questo, Gesù chiede di fidarsi di Lui, e chiede di seguirlo senza né sé, né ma. Anche il terzo aspirante discepolo esprime grande desiderio di seguire Gesù; ma anche lui chiede un rinvio, per un saluto in famiglia; fatica a staccarsi dagli amici e dagli affari.

     Riassumendo, Gesù non rifiuta chi lo cerca; ma fa presente che – seguirlo – costa! Sottolinea soprattutto la necessità del distacco, non solo dalle cose materiali, ma anche dai legami più sacri, senza ripensamenti, né nostalgie. Il vero discepolo sceglie Dio come unica guida della sua vita; lo fa perché si fida e ci crede! Le precisazioni  ricordate da Gesù sono di grandissima attualità; sono anche per noi. Noi abbiamo non solo seminari  vuoti; abbiamo anche troppe culle vuote; i matrimoni sfociano spesso in grandi delusioni. Il nostro tempo è abitato da troppi che non sanno decidersi; vige l’arte di rimandare all’infinito quello che è necessario fare oggi: è un po’ l’arte della politica.

     Fratelli, anche noi oggi ci sentiamo interpellati da Gesù; Gesù ricorda anche a noi che la sequela non sopporta rinvii, né distrazioni, né nostalgie, né la ricerca di uscite di sicurezza, per evadere da impegni già presi. Gesù chiede anche a noi di essere poveri come lui era povero; di essere disarmati e deboli come lo era lui; liberi come lui; fiduciosi e determinati come lui; come determinato è stato oggi nel prendere la strada per Gerusalemme, nonostante rifiuti e rischi già annunciati. Fratelli, Gesù sa che l’adesione al progetto del Padre passa attraverso il fallimento e l’abbandono, la condanna, la sofferenza, la croce. Gesù, ancora una volta, vuole ricordare che l’unica forza che consente di superare anche le prove più terribili, è l’amore. Non ci si può dichiarare discepoli del Signore senza prima sentirsi innamorati di Lui.  Amen.