TERZA DOMENICA  -  B   :   DIO CERCA “PESCATORI DI UOMINI”

 

     Il Vangelo ascoltato è la continuazione del Vangelo di domenica scorsa. Marco ci parla dei primi chiamati da Gesù; sono pescatori con famiglia a carico; il loro lavoro è duro e carico di rischi e di incerti. Ebbene Gesù propone loro di cambiare lavoro: Non più pescatori di pasci, ma “di uomini”! Chissà se i primi quattro chiamati avranno capito la portata della proposta di Gesù: “pescatori di uomini”; lavoro certamente estraneo alla loro esperienza. Ma, a decidere la scelta di lasciare il vecchio lavoro per il nuovo, è stato indubbiamente il fascino irresistibile di Gesù. Fratelli, ogni chiamata di Dio è in vista di una missione da compiere. “Venite dietro a me – dice Gesù – vi farò diventare pescatori di uomini”. In quel “venite”, Gesù fa trasparire una urgenza, chiarita subito nelle motivazioni che seguono: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”.

     C’è in Gesù una chiara volontà di reperire discepoli che si uniscano a Lui per far giungere l’annuncio del Vangelo della salvezza a tutti gli uomini. La prima condizione richiesta ai discepoli è di “credere nel Vangelo” che dovranno annunciare; il che non significa tanto credere in una serie di affermazioni; significa invece credere a Lui, Gesù. Infatti solo dopo che il discepolo ha “camminato con Gesù”, il Maestro, e ha acquisito un rapporto vero e profondo con Lui, può diventare “apostolo”, cioè annunciatore del Vangelo. Amici, anche oggi Gesù è alla ricerca di discepoli per far giungere il Vangelo in tutto il mondo. Gesù chiama in disparte anche noi; non per fare un ripasso di catechismo e neppure ci chiede di essere accettato unicamente per la bontà delle sue parole, certamente buone e sante. Il suo invito è diverso; Egli ci chiede “conversione”; ci chiede cioè di cambiare vita! Quel “seguitemi” è invito a percorrere le vie di Dio.

     Gesù chiede di credere nella sua Persona e soprattutto di fidarci di Lui. Gesù, nell’invitare i primi discepoli, non rivolge loro discorsi suasivi per spiegare e convincerli, né chiede di esibire curriculum; semplicemente li invita a lasciare il loro lavoro, unica loro risorsa per sopravvivere, e di andargli dietro. Fratelli, Gesù rivolge oggi lo stesso invito anche a noi. Anche oggi il Signore passa accanto a ciascuno di noi, con l’invito a lasciare “le reti”, non solo simbolo delle nostre attività, ma anche dei legami che ci impediscono di essere liberi di scegliere il bene; sono “reti” che ci avvolgono e che spesso ci rendono schiavi del male.

     Purtroppo, anche se sollecitati dalla Parola di Dio, o dalla voce della nostra coscienza che ci rimprovera, noi continuiamo a ritenerci esperti delle nostre libere scelte, sicuri nel rimandare decisioni necessarie; e così la vita ci scivola via , senza che nulla cambi. Gesù oggi torna a sollecitare, ricordando anche a noi i motivi dell’urgenza: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino”! Sono parole che chiariscono cosa Gesù intendeva quando chiedeva di “credere nel Vangelo”. “Credere” vuol dire, in concreto, essere pronti a lasciare tutto, per “andare dietro al divino Maestro”, per apprendere da Lui un nuovo stile di vita.  I quattro menzionati oggi sono pescatori; Gesù li incontra mentre sono intenti al loro lavoro; ed è in questo contesto che Gesù si presenta e li invita a cambiare occupazione. Ai quattro era giunta una proposta a cui però bisognava rispondere subito, perché Gesù era in strada e sarebbe comunque andato oltre. Marco riferisce così la loro decisione: “E subito lasciarono le reti e lo seguirono”;  e noi aggiungiamo che, con le reti, lasciarono barca, famiglia, il mestiere e i loro soci; accettando il rischio di un futuro non ancora chiarito. In loro ha prevalso la fiducia; hanno “creduto” nel Gesù che li aveva chiamati per nome.

     Fratelli, e noi? Cosa rispondiamo a Gesù che continua a passarci accanto e ci invita a credere alla sua parola? Ci sono di certo di ostacolo le “reti” in cui ci sentiamo avvolti e che ci impediscono di muoverci e di cambiare qualcosa nella nostra vita. Per questo ricorro ancora alla preghiera già ascoltata, all’inizio: “O Padre, fa’ che sentiamo l’urgenza di convertirci a te e di aderire con tutta l’anima al Vangelo, perché la nostra vita annunzi anche ai dubbiosi e ai lontani l’unico Salvatore, Gesù Cristo”.  Amen.