TERZA DOMENICA  -  A  :  GESU’  CERCA  COLLABORATORI

 

     Dopo la dolorosa notizia dell’arresto di Giovanni Battista, Gesù lascia definitivamente Nazaret e si trasferisce a Cafarnao, nel territorio di Zabulon e Neftali. Ciò significa che Gesù ha dato inizio alla sua missione in una zona “calda”, di frontiera; un territorio da cui guardarsi, secondo i benpensanti del tempo, perché abitato da una popolazione molto eterogenea, dove si mischiavano Ebrei e pagani; ebbene, è proprio da qui che Gesù dà inizio alla predicazione del Vangelo, con un pressante invito: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”; che significa concretamente: “Cambiate vita, perché il Signore è già in mezzo a voi; è venuto a salvarvi”! Non è una minaccia; non è nemmeno un grido d’allarme; è invece un annuncio di gioia, che avverte che il Messia atteso è già all’opera! Dio, finalmente, è in mezzo al suo popolo -  come aveva annunciato anche il Battista; è venuto come Salvatore potente; è venuto per dare una vita nuova, la sua stessa vita. Ma, per poter essere accolta, la vita nuova, bisognava “convertirsi”: Gesù chiede di essere accolto, con l’impegno a cambiare noi stessi. Il cuore, l’intelligenza, la volontà sono invitati ad abbandonare comportamenti ed atteggiamenti sbagliati, per fare spazio al “nuovo” che Gesù andava annunciando. Cosa che noi cristiani conosciamo bene, ma che fatichiamo a mettere in pratica, se non altro, perché ci è chiesto di uscire dal nostro nido riscaldato e ovattato, dove, tutto sommato, ci stiamo abbastanza bene.

     Gesù ci chiede di essere disposti a mollare tutto, e di porre tutta la nostra fiducia nella sua Parola; perché “essere discepoli del Signore” significa fare nostre le sue scelte di povertà, di servizio, in una parola, di vivere le Beatitudini. Per questo ha chiesto ai suoi discepoli di lasaciare tutto, e di “stare con lui”, di vivere con lui, disposti ad affrontare i sentieri stretti e ripidi che si devono percorrere per raggiungere tutti gli uomini, per portare a tutti la salvezza. Gesù annuncia ai primi discepoli che intendeva cambiare il loro tradizionale lavoro: da pescatori in mare, a pescatori di uomini. Immagino l’imbarazzo dei primi chiamati! “Pescare uomini” non è la stessa cosa che manovrare reti in acqua! Era certamente un lavoro più esaltante, ma anche più difficile e più complicato. L’evangelista Matteo ci dice che i primi quattro chiamati non ci pensarono su molto. Il loro fu uno stacco deciso, senza rimpianti e anche senza lunghi addii, anche se non potevano sapere dove quella decisione li avrebbe portati.

     Ma il fascino di Gesù, e più ancora lo sguardo intenso dei suoi occhi, avevano azzerato ogni dubbio; per questo essi avevano affidato a Gesù la loro vita; un affidamento che avrebbe cambiato non solo la loro vita, ma anche la storia di tutta l’umanità. Ci affascina e ci stupisce la prontezza di questi primi discepoli che lasciano un lavoro a metà, per una proposta che poteva sembrare “assurda”: “PESCARE UOMINI”!!!

     Ma veniamo a noi, perché queste cose sono state scritte anche per noi. Gesù chiede oggi anche a noi un cambiamento di rotta. A chi sceglie di essere discepolo del Signore, o intende divenirlo, Gesù chiede di avere una illimitata fiducia in lui. Il cristianesimo – alla fine – non è tanto un complesso di leggi, di riti e di tradizioni da osservare; è invece “vivere” una relazione autentica e profonda con lui, Gesù. Non quindi una tranquillità a poco prezzo, ma una totale disponibilità alla volontà di Dio. Il nostro Battesimo ci impegna a vivere il santo Vangelo, in famiglia e nell’ambiente di lavoro, come anche nelle cosiddette “periferie della fede”, come ha fatto Gesù. Gesù ha annunciato che il Regno di Dio è vicino: così vicino, che Dio si fa incontro lì, dove vivi e dove lavori, nel contesto della tua quotidianità. Ora tocca a noi annunciarlo! Il Battesimo ha trasmesso anche a noi la missione di “pescare uomini”. Esercitiamo questo mandato, ogni volta che ci poniamo in preghiera, o che diciamo una parola buona, o, meglio ancora, quando compiamo un gesto d’amore. Mi torna utile allora ritornare alla preghiera dell’inizio: “ O Dio, che hai fondato la tua Chiesa sulla fede degli Apostoli, fa’ che le nostre comunità, illuminate dalla tua parola, e unite nel vimcolo del tuo amore, diventino segno di salvezza per tutti coloro che, dalle tenebre, anelano alla tua luce”.  Amen.