TERZA DI QUARESIMA  - A - :   LA SETE DI GESU’

 

     Abbiamo ascoltato, nella forma breve, una pagina straordinaria del Vangelo di Giovanni – cap. 4 – che riferisce  l’incontro di Gesù con la Samaritana, al pozzo di Sicar. Si tratta di un incontro straordinario, ricco di tanti messaggi e di tante suggestioni, soprattutto se letto molto lentamente, nel contesto delle liturgie quaresimali. Gesù, stanco e soprattutto assetato, aveva inviato i suoi a fare un po’ di provviste, nei villaggi attorno, ed egli era rimasto solo, al pozzo, in attesa che giungesse qualcuno ad attingere acqua per dissetarsi; o forse ad attendere una persona attesa per appuntamento. E, mentre era lì, tutto solo, ecco giungere una donna, la Samaritana; viene portando in testa il secchio con cui attingere l’acqua. Il pozzo era diventato anche luogo di incontro, dove ci si scambiava qualche chiacchiera, e anche pettegolezzi e…altro ancora. Gesù la guarda con occhi puliti e apre per primo dialogo: parte dalla sete per giungere a coinvolgere la donna  in vere e profonde rivelazioni.

     Dice Gesù: “Donna, dammi da bere”. Gli risponde, risentita la donna: “Come mai, tu che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono donna samaritana?”. Ne segue un intreccio di domande e risposte che servono ad approfondire la reciproca conoscenza, e porterà la Samaritana alla scoperta della identità di quell’uomo intrigante che era ancora in attesa di un sorso d’acqua. Gesù annuncia alla donna che, in cambio di un sorso d’acqua, lui è in grado di darle un’acqua “viva” che spegnerà per sempre ogni sete”. La donna, avvezza a ben altre confidenze, si incuriosisce e si rende conto che l’assetato conosceva già tutto di lei; conosceva anche il disordine di una storia sentimentale senza freni. Gesù insiste sullo scambio di un dono prezioso, che l’acqua; dice Gesù: “Chiunque beve di quest’acqua, avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno”. Giovanni Paolo II° - parlando ai giovani – diceva loro: “E’ Gesù l’acqua viva; è lui che vi aspetta, quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è lui la bellezza che tanto vi attrae; e quest’acqua sgorga dal suo cuore”. Ed ecco il commento di don Mazzolari: “Con tanti amori vissuti, la samaritana è rimasta nel deserto dell’amore”! Ecco invece come si propone Gesù per attirare l’attenzione della donna: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: dammi da bere…!”

     L’evangelista Giovanni ha arricchito l’incontro con tanti particolari e sfumature di carattere ascetico- dottrinale, che rende impossibile poter soffermarsi nel breve tempo di una Omelia; invito perciò ad aprire il Vangelo di Giovanni, al capitolo 4, e poi dare tempi lunghi per una lettura personale, e per attendere che lo Spirito Santo  vi suggerisca il senso di ogni Parola rivelata, a nostra consolazione. Anche Papa Francesco – a commento di questo incontro – ricorda alla Chiesa che deve imparare da Gesù a contrastare la pena di morte, ancora praticata in molti paesi, perché a tutti – anche ai peggiori delinquenti - sia dato il tempo di ravvedersi e di pentirsi, per la salvezza. Ciò che più importa a Dio non è tanto il nostro passato, quanto piuttosto quello che possiamo diventare con l’aiuto della grazia; a Dio importa che diventiamo “creatura nuova”.

     Certamente Gesù ha condotto l’incontro con sapienza e grande tatto, per condurre la samaritana a scoprire l’identità del Gesù che era venuto al pozzo per incontrarla e per offrirle salvezza; ma anche per trasmettere a noi, lettori del Vangelo, di ritornare spesso al “pozzo che dà acqua viva”, cioè all’Eucaristia, soprattutto domenicale. Desidero perciò – in chiusura – ripetere le parole di Gesù, che hanno acceso la curiosità e il desiderio dei grandi doni annunciati da Gesù, in specie dell’ACQUA VIVA, che disseta per sempre; a cui la samaritana ribatte: “Signore, dammi quest’acqua perché io non abbia più sete”. E’ la preghiera che ha aperto anche la nostra Messa oggi: “O Dio, sorgente della vita, che offri all’umanità l’acqua viva della tua grazia, concedi al tuo popolo di confessare  che Gesù è il Salvatore del mondo e di adorarti in spirito e verità”.  Amen.