TERZA DI QUARESIMA – C  :  QUARESIMA – UN TEMPO PER CAMBIARE !

 

     Terza domenica di Quaresima – terza tappa del nostro cammino verso la Pasqua. E’ giusto chiederci: Come stiamo vivendo la nostra conversione? Siamo almeno partiti con propositi concreti di cambiamento? Per saperlo, dobbiamo metterci davanti al Vangelo, come davanti a uno specchio, per scoprirne le difformità e per dare mano a un maquillage  che ci faccia star bene dentro la cornice del Vangelo. La pagina di Luca, ora ascoltata, ci invita alla conversione, cioè a cambiare vita; e ci avverte che il cambiamento non si esprime a parole, né con le apparenze e nemmeno con un elenchino di buoni propositi; la conversione si manifesta solo nei frutti! E il frutto che, con insistenza, ci viene chiesto, si esprime nel credere che Gesù è l’unico Salvatore dell’uomo, e che pertanto la soluzione dei nostri problemi va unicamente ricercata nella sua Parola; perché solo la sua Parola diviene via sicura per la nostra vita.

     Nella sezione ascoltata, vengono riferiti a Gesù due episodi di cronaca nera, accaduti in quei giorni; e gli chiedono se quel sangue versato sia la conseguenza e castigo per peccati commessi. Gesù è categorico nella risposta: Quelle che noi riteniamo e chiamiamo con il nome di “disgrazie”  non sono punizioni di Dio! Sono però occasione per un richiamo alla nostra realtà: ci ricordano che la nostra vita è debole, è fragile e di breve durata; è però sempre una ricchezza che non va sciupata. Gesù manifesta tanta attenzione alle nostre fragilità, espresse nella parabola della pianta sterile che, da anni, non dà più frutti: Vi si narra che il padrone del campo, da tre anni viene a cercare i fichi, ma vi trova solo tante foglie; per cui era venuto nella determinazione di tagliarla. Interviene, a questo punto, l’agricoltore che chiede ed ottiene di rimandare per un anno ancora , con l’impegno di curare meglio il terreno. E’ una parabola che ci parla della pazienza e della misericordia di Dio; ma è pure un forte richiamo a non sciupare i doni del Signore; il tempo che ancora ci è dato è per recuperare la ricchezza della fede che dia un buon raccolto di opere buone.

     Questa terza domenica di Quaresima ci invita concretamente a essere docili e attenti ascoltatori della Parola del Padre misericordioso, perché il suo amore e la pazienza nell’attendere le nostre risposte, ci ricordano che la vita è un talento di inestimabile valore, è una ricchezza da non dissipare. La pianta che non dà frutti esprime sia l’inutilità di una vita sprecata, sia l’urgenza per un salutare recupero; ci chiede cioè di fare ritorno al Signore, in attesa di una nuova primavera.  Amici, oggi siamo noi i destinatari della parabola! Da questo ascolto deve scaturire per noi l’impegno e la fondata speranza che questa Quaresima riaccenda un grande desiderio di salvezza. Nessuno deve sentirsi perso, o fallito, o, peggio, abbandonato da Dio. Questa parabola è per noi, perché ognuno possa oggi, nella preghiera, ripetere le parole che esprimono speranza e fiducia: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finchè gli abbia zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”.  E a chi vive sconfortato per come vanno le cose del mondo, o a motivo delle sofferenze dovute alla nostra fragilità, il Signore assicura che siamo – e sempre saremo! – suoi figli amati; e ci ricorda che i mali che ci affliggono sono, per lo più, da attribuire  alla mancanza di rispetto della sacralità di ogni uomo e, in parte, alla mancanza di rispetto del Creato.

     “Compòrtati bene – ci ripetevano spesso i nostri genitori – altrimenti ti succedono brutte cose!”  Potrebbe essere espresso così anche l’avvertimento del Vangelo di oggi, salvo a non interpretare  le sofferenze come ritorsione di un amore geloso offeso. Stiamo celebrando il Giubileo della Misericordia: “Misericordia io voglio – ci ha ricordato Gesù – non sacrifici; sono venuto per i peccatori… per gli ammalati”.  Da queste parole così ricche di misericordia, San Paolo sente il bisogno di esortare così i cristiani di Corinto: “Fratelli, noi, in nome di Cristo, siamo ambasciatori: per mezzo nostro, è Dio stesso che esorta: Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio… Vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio… Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza” (2 Cor 5,20 s.). Il tempo che il buon Dio ci concede ancora sia tempo per i frutti! La vita è un dono e un impegno da prendere sul serio! Coraggio, fratelli. Buona Quaresima.