TERZA DI PASQUA  :  “SONO PROPRIO IO !”

 

     In questa terza domenica di Pasqua, l’evangelista Luca ci riporta nel Cenacolo, per farci rivivere, nel dettaglio, il primo incontro ufficiale del Risorto con i suoi. E’ la sera di una movimentata e lunghissima giornata, ormai conosciuta come il Giorno di Pasqua; la giornata era iniziata molto presto, prima ancora che sorgesse l’alba, con l’uscita della Maddalena, incamminata verso il sepolcro. Ma ecco la prima sorpresa: Maddalena trova la pietra del sepolcro ribaltata e il sepolcro vuoto. Inizia da qui un affannoso andirivieni tra sepolcro e Cenacolo che va a confondersi con notizie contrastanti, riferite soprattutto dalle donne che affermano di avere visto, vivo, il Signore e di averlo anche toccato; fanno ritorno al Cenacolo anche i due discepoli, di ritorno da Emmaus, che raccontano di aver camminato con il Risorto per oltre due ore e che si era rivelato nella Frazione del Pane. Ormai si è fatto tardi; nel Cenacolo c’è molta animazione: tutti sanno, tutti hanno visto, tutti vogliono raccontare; e all’improvviso, a porte chiuse, ecco “Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: Pace a voi”. Gesù rivolge anche qui il rimprovero già ascoltato dai due di Emmaus: “Perché siete turbati e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?”

     Gesù trova i suoi totalmente impreparati ad accogliere la verità della sua Passione e morte e, ora, della sua risurrezione, già tante volte annunciate durante i tre anni trascorsi con loro. Certo, dopo gli avvenimenti drammatici dei giorni di Passione, non era facile credere alla risurrezione del Signore. Ecco perché – a garanzia – Gesù offre le mani e i piedi da vedere e da toccare. Avrete notato che, in questa pagina pasquale di Luca, nessuno dei presenti è intervenuto; solo Gesù parla, saluta, agisce, fa domande, e invita con insistenza a toccarlo perché si rendessero conto della verità della sua risurrezione; chiede perfino se hanno qualcosa da mangiare e condivide con loro il pane e il pesce, a ricordare il grande miracolo della moltiplicazione. Perché tanta insistenza a farsi toccare? Perché Gesù doveva lasciare ai suoi discepoli la certezza fisica, non solo della sua risurrezione, ma anche la certezza che quel Gesù che stava loro dinanzi, era lo stesso Gesù che avevano seguito come loro Maestro; ed era lo stesso Gesù che i soldati avevano fissato con chiodi alla croce; era lo stesso Gesù che era nato dalla Vergine Maria, il “Figlio del falegname”. Gesù era dunque il CROCIFISSO RISORTO!

     Era troppo importante che fosse tutto chiaro e documentato perché – di lì a poco – il Risorto avrebbe invitato gli apostoli a farsi testimoni della risurrezione e a percorrere le strade di tutto il mondo , per dare a tutti la bella e straordinaria notizia che Gesù aveva sconfitto la morte; non solo, ma che, per amore, ci aveva associati portando sulla croce tutto il male, di ogni tempo, per redimerlo, e passare anche a noi la vita nuova di risorti. “Andate – dice Gesù – predicate a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati”. Ecco, fratelli, oggi abbiamo scelto di essere presenti anche noi nel Cenacolo, con gli Apostoli, per vedere, ascoltare, toccare, partecipare, e soprattutto per imparare a credere! Credere non solo nella risurrezione del Signore, ma anche credere che il Risorto cammina con noi. Il Risorto non è un “fantasma”! come tanti pensano, ma è vivo e presente nella nostra vita, nella nostra storia.

     Il Risorto ci ha lasciato i “segni” del suo amore; ci ha ripetutamente invitati a interpretare i suoi interventi alla luce delle Scritture: proprio attraverso le Scritture e l’Eucaristia, Gesù Risorto si fa presente, soprattutto nel Giorno del Signore, per farci rivivere l’emozione della Pasqua, per portare anche a tutti noi i doni della Pasqua: la sua pace, la sua presenza, il suo perdono, la sua stessa vita. Come ha fatto con i discepolo di Emmaus, il Risorto ci raggiunge nel nostro andare, per illuminarci con la sua Parola, per riscaldare i nostri cuori, per farci dono del suo Corpo e per darci la lieta speranza che, con Lui, giungeremo a celebrare la grande Pasqua, in un giorno che non conoscerà tramonto. “Chi mangia questo Pane non conoscerà la morte e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Sarà la nostra Pasqua!  Amen.  Alleluia.