TERZA DI PASQUA  -  A  :  LA PRIMA MESSA  DI  PASQUA

 

     Sono stato anch’io pellegrino in Terra Santa. Ricordo molto bene questa strada che va da Gerusalemme a Emmaus, percorsa dai due discepoli, delusi e sfiduciati. Ci tenevo tanto a percorrerla. Il percorso in pullman, 11 km circa, mi ha consentito di rivivere, a occhi chiusi, tutti i momenti dell’incontro pasquale con il Risorto. E’ stata, anche per me, la strada della fede, degli interrogativi, della condivisione. I due discepoli erano in cammino per far ritorno a casa; loro non andavano pensosi e silenziosi, come andavo io; no! Discorrevano animatamente di tutto ciò che era accaduto in quei giorni a Gerusalemme; erano profondamente delusi a motivo della tragica conclusione della storia di Gesù; quella tomba, sigillata il venerdì sera, aveva spento per sempre i loro sogni e le loro speranze.

     Ma, a risollevare gli animi dei due, ecco aggiungersi, nel loro faticoso andare, un terzo viandante; cammina con loro e garbatamente entra nell’intreccio dei loro discorsi. Il nuovo arrivato dimostra subito di conoscere i fatti; e anzi, li spiega, rifacendosi alle Scritture; porta luce sul senso da dare alla sofferenza e all’apparente fallimento del Cristo; e cerca di far capire che tutto era prestabilito, secondo il disegno e la prescienza di Dio. E, mentre il viaggio prosegue, i due, quasi inavvertitamente, sentono che il loro cuore si riscalda; quel compagno di viaggio stava riaccendendo la speranza. Li aveva comunque conquistati!  al punto che, giunti a destinazione, invitano il nuovo amico a fermarsi da loro, per mangiare qualcosa insieme, e a passare lì la notte. Noi sappiamo chi era questo viandante: era Gesù, il Risorto!

     L’invito a fermarsi rispondeva esattamente al desiderio del Risorto: era il momento, per Gesù, di manifestarsi e di celebrare con loro la PRIMA MESSA PASQUALE. Infatti Gesù “quando fu a tavola con loro, prese il pane. Recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista” – così nel racconto di Giovanni. Ma sapete perché sparì dalla loro vista? Sparì perché, prima Gesù aveva parlato con loro per spiegare la sua passione e morte; poi, nel pane spezzato, Egli stesso si era donato in cibo: ormai non era più necessaria la sua presenza fisica perché, con l’Eucaristia, viveva già dentro di loro! Ecco, fratelli, io vedo nella storia dei due discepoli la storia della nostra Chiesa e di ciascuno di noi, quando, di domenica, ci incontriamo per ascoltare la Parola di Dio e ci accostiamo all’altare per ricevere il Pane Spezzato per noi.

     Spesso anche noi siamo incapaci di riconoscere il Signore che intesse con noi la nostra storia, soprattutto nella sofferenza nostra, o di chi ci vive accanto, o in quella sofferenza che leggiamo sui giornali, o che troviamo nei telegiornali; facciamo fatica ad accogliere la logica della croce, ad accettare che essa possa far parte della storia della salvezza. Per questo Gesù si fa prossimo a noi nella sua Parola e nell’Eucaristia: per donarci la capacità di credere, per ravvivare la certezza che Lui è, e sarà per sempre, il Risorto; e che il dolore e la morte non sono la fine di tutto; sono però la strada per la vita.

     I due discepoli, camminando, si confidano le loro delusioni; ma intanto insieme fanno la strada con Gesù; insieme lo invitano con insistenza a rimanere con loro, insieme si rivelano l’un l’altro  il calore suscitato dalle sue parole, insieme diventano annunciatori della sua risurrezione. Anche noi, come Chiesa, siamo chiamati  a camminare insieme; tutti siamo preziosi agli occhi di Dio, perché ognuno di noi è stato riscattato con il sangue di Cristo. E’ questo – credo – il messaggio che l’evangelista Giovanni ha inteso dare alla Chiesa, a noi: dobbiamo imparare a camminare insieme e a condividere la nostra vita con gli altri, mentre insieme facciamo strada con il Risorto.

     Ma tu, fratello, ci credi veramente  che il Risorto cammina al tuo fianco? Amici, di domenica in domenica, il Risorto continua a darci appuntamento, per ascoltarci e per parlarci; per ravvivare in noi quel fuoco che rischia di spegnersi e per farci dono del Pane di vita. E’ la nostra Messa! Ripetiamo anche noi la preghiera di Emmaus: “Resta con noi, Signore!” per sempre!  Amen.