TERZA  DI  PASQUA  :  LA NOSTALGIA DEGLI INIZI

 

     Terza domenica di Pasqua e terza apparizione del Risorto. Dove? Al lago, naturalmente! Era avvenuto lì l’incontro di Gesù con Pietro e i primi discepoli; lì era stato compiuto il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci; lì, il miracolo della pesca miracolosa; e lì era tornato Pietro per riprendere, con i suoi soci, il mestiere di sempre, la pesca. Erano in sette, quella notte, in barca per la pesca: cinque con nome e cognome, più due, definiti “discepoli”, ma senza nome, quasi a voler rappresentare tutti i discepoli del Signore, anche noi. L’evangelista Giovanni, con questa pagina, chiude il suo Vangelo. Ha certamente inteso renderci presenti e attenti a un incontro ricco di messaggi per la Chiesa.

     Gesù si presenta sulla riva del lago, all’alba. I sette stanno facendo ritorno con le barche vuote: un’intera nottata di fatica senza un pesce in barca! Che triste questo rientro! Dopo il Venerdì della passione, dopo le emozioni delle prime apparizioni, non ci voleva proprio una nuova delusione: il fallimento anche nel proprio lavoro! Ma c’è una voce amica che li chiama e li risveglia dal torpore che li avvolgeva: “FIGLIOLI, NON AVETE NULLA DA MANGIARE?” Una domanda che li fa sentire ancora più poveri. Sarebbe, per noi, come chiedere a un mendicante se ci può dare un aiuto per pagare il riscaldamento! Ma quell’uomo misterioso era lì per risolvere un problema e per dare a loro, e a noi, un messaggio preciso. Li invita a gettare le reti dalla parte destra della barca. I sette, tanto per vincere lo scoramento, eseguono la strana richiesta e si trovano nelle reti una tale abbondanza di pesci da faticare a tirarle in barca. Meraviglia e emozione! Uno solo, il discepolo che Gesù amava, ha una intuizione e la grida: “E’ IL SIGNORE!” Pietro, emozionatissimo, si tuffa in acqua per raggiungere il Maestro, mentre gli altri continuano a remare per raggiungere la riva, carichi di ben centocinquantatre grossi pesci, Ma Gesù non aveva regalato solo una retata di pesci; aveva preparato per loro anche una prima colazione calda. Ma cosa non si fa quando si ama veramente!

     Gesù ha voluto incontrare nuovamente i suoi amici nel momento della frustrazione e dell’insuccesso; li ha chiamati affettuosamente “figlioli”! Abbiamo, di certo, molto da imparare da questa pagina.  Noi, a volte, siamo convinti di poter fare tutto da soli; ci dimentichiamo che Lui – e solo Lui! – è il Signore. E’ Lui il Signore che, nel suo grande amore, sceglie di raggiungerci nelle nostre delusioni e fragilità, per risollevarci dalla sterilità di una notte da dimenticare. Penso alle tante nostre notti di insonnia e di sofferenza, e forse di voglia di “farla finita”. Amici, oggi Gesù vuole dire a tutti una parola di conforto. Coraggio! Anche le nostre notti di sofferenza avranno un’aurora, con un richiamo e un invito: “Figlioli, gettate ancora le reti, ma dalla parte che io vi indicherò”. E potremo anche noi esclamare: “E’ il Signore!” Cristo è Colui che desidera donarci vita, e in abbondanza! Per questo ci ha fatto dono della sua stessa vita. E’ questo il richiamo del Pane con cui ogni domenica  ci nutre.

     Anche per Pietro c’è una notte da dimenticare: è quella del triplice rinnegamento. La triplice domanda che Gesù rivolge al futuro pastore del suo gregge è un rimando fin troppo evidente, e che Pietro intuisce. Pietro ha imparato la lezione; non conta più su di sé, ma su quanto Gesù sa su di lui. Alla insistente domanda se lo ama davvero, l’evangelista Giovanni annota che “Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: “Mi vuoi bene?” Rispose Pietro: “Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gesù sa che Pietro lo ama, ma doveva consegnargli un messaggio per la Chiesa che gli aveva affidato, che cioè non c’è tradimento che non possa essere riassorbito dal perdono e convertito in una nuova fedeltà. Per tre volte, Pietro aveva negato di conoscere il Maestro; e per tre volte gli viene chiesto di esprimere il suo amore per Gesù; e per tre volte gli viene confermata la missione: “PASCI I MIEI AGNELLI – PASCI LE MIE PECORELLE”.  La dichiarazione d’amore riscatta Pietro e lo promuove di nuovo “discepolo del Signore”; si sente di nuovo chiamato: “S E G U I M I “!  E’ il “sèguimi” che conclude il Vangelo di Giovanni. E’ il “sèguimi” che è rivolto ora a ciascuno di noi. E’ l’invito di Gesù che oggi si è fatto, per ciascuno di noi, mendicante di amore. E io – noi – come e cosa rispondiamo?