TERZA DI AVVENTO – C -  RALLEGRATEVI SEMPRE BEL SIGNORE !

Compleanno di P. Lorenzo

     In questa terza domenica di Avvento siamo stati investiti da una raffica di inviti alla gioia. Leggiamo in Sofonia: “Gioisci, figlia di Sion, esulta Israele, rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme”; cui fa seguito S. Paolo: “Fratelli, rallegratevi nel Signore; ve lo ripeto ancora, rallegratevi !”. Il motivo di inviti così pressanti e insoliti? Ce lo offre S. Paolo: “IL SIGNORE E’ VICINO !” Fratelli, non si tratta di una gioia comandata; e non è nemmeno la gioia di chi vince al lotto; quella che è provocata dalle cose non è “gioia”; è soddisfazione per un qualsiasi traguardo raggiunto, piccolo o grande che sia. Gioia è la felicità del cuore; è la pace del cuore che si rivela sempre negli occhi e in un bel viso, sereno. Ma siccome questo invito alla gioia è rivolto a tutti noi, oggi, oso chiedere: “Voi, qui presenti, oggi, voi… siete felici? Forse non tutti. Eppure, tutti la rincorriamo questa benedetta felicità. Ho detto “benedetta”. ma non per caso; “benedetta” perché la gioia è vera se è dono di Dio. Difatti, la gioia proclamata oggi ci è data da un annuncio che viene dall’Alto: “IL SIGNORE E’ VICINO!” Tra una ventina di giorni, anche noi, come i pastori di Betlemme, verremo svegliati nella notte da un nugolo di Angeli che, danzando nell’aria, annunceranno che un Bambino è nato per noi; e sarà grande la gioia di tutti, anche dei non-credenti!  Quando ci capita di vedere appeso a una porta un nastrino, rosa o azzurro, sappiamo che lì è scoppiata la vita, che è venuta alla luce una nuova creatura. Ma Gesù è nato dove non c’erano né porte, né finestre; il Figlio di Dio è nato in una grotta; ha scelto di nascere povero e libero, nel grembo della madre terra, per essere offerto al mondo intero. “Andate – ripetevano gli Angeli ai pastori – troverete un Bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”. E’ questa, amici, la notizia buona che oggi riempie il nostro cuore di tanta gioia.

     E la nostra gioia è ravvivata, oggi, anche da un nastrino azzurro che abbiamo trovato appeso  a una porta di una umile abitazione, in un villaggio sconosciuto al grande pubblico: San Mamante di Cesena, in un giorno freddo e con tanta neve. La gioia per questo nuovo arrivo e la difficoltà di raggiungere l’Ufficio Anagrafe del Comune, ha fatto dimenticare allo zio, sia il nome di Battesimo, sia la data di nascita; per cui questo neonato è divenuto subito ricco di storia, per essersi trovato con due nomi e due date di nascita. Ma per noi, quel bambino ha un solo nome” LORENZO; e una sola data di nascita: il 13 Dicembre!  Ma non è ancora tutto: Una volta fatto adulto, il Dio della Misericordia ha voluto che il nostro Lorenzo divenisse partecipe  della sua Paternità, chiamandolo al sacerdozio, e arricchendo il suo grande cuore con il carisma particolare e speciale della “CONSOLAZIONE”; per cui accanto ai due nomi, di Luciano e di Lorenzo, si è ben presto aggiunto quello di PADRE DELLA CONSOLAZIONE. Un carisma non per sé, non per avere dei vantaggi,  ma come dono da offrire ai tanti che venivano a lui da tutta Italia, per cercare aiuto e conforto.

Chi vi parla ha avuto la grazia di vivergli accanto, notte e giorno, gli ultimi anni della sua vita. Accadeva talvolta di vederlo stanco e soprappensiero; a volte gli leggevo in volto tanta sofferenza; gli dicevo : “Padre Lorenzo, tu non stai bene! Che succede?” La risposta era solitamente un sorriso; ma qualche volta gli scappava detto: “Sono come Cristo in croce!” Ma non amava farci partecipi delle sue pene e sofferenze. Però quando, come Mosé, scendeva dal Monte, per rituffarsi tra la sua gente, il suo volto si faceva luminoso e sorridente. Gli facevo anche notare che le persone che più lo stressavano, ritornavano da lui, quasi a volergli rimproverare che le benedizioni non ottenevano sempre l’effetto desiderato; e sempre ribatteva: non cerco miracoli! Sono felice sapendo che tutti ritornano a casa contenti; ritornano da me per rivivere la gioia di essere ancora accolti , e poter di nuovo ascoltare parole tonificanti di fede, di conforto, di guarigione, di speranza: parole che riempivano il cuore di tanta gioia.

     “Cosa dobbiamo fare?”- chiedevano tutti al Battista. E’ la domanda più intrigante che spesso viene rivolta al sacerdote, nel momento in cui il Signore bussa al cuore dei penitenti, e che può creare difficoltà. Era la domanda che veniva rivolta spesso anche a P. Lorenzo, l’unico, credo, che rispondeva senza mai usare i verbi al condizionale. P. Lorenzo aveva pronta per tutti una parola chiara, direi, definitiva; e questa chiarezza , che oserei definire “profetica”, costituiva la forza e la serenità che ciascuno si portava a casa. Anche noi, oggi, alla ricerca di questa chiarezza, non possiamo lasciarci senza dare una risposta alla domanda dei penitenti del Giordano: “E io cosa devo fare?” Cosa devo fare per poter accogliere il Cristo che viene? Sulla falsariga delle indicazioni del Battista, P. Lorenzo ci suggerisce: Fai bene ciò che sei chiamato a fare; ma con gioia e con semplicità francescana! E come potrei altrimenti accogliere un Bambino! Non certo  con il muso duro e con nervi tesi! La fede si vive sempre nella gioia. S. Paolo rincara la dose e aggiunge: “La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini”.

     Noi abbiamo trovato spesso P. Lorenzo stanco o appisolato; ma triste, mai! Mai deluso!  P, Lorenzo non aveva a disposizione  un ricettario per la soluzione dei problemi; no!  Perché lui amava non solo le persone che accoglieva, amava anche i loro problemi, le loro difficoltà e sofferenze: era un materiale prezioso che riponeva nel suo cuore grande, per poi  riportare ogni cosa nella sua preghiera e che affidava sempre alle sue ,minuziose benedizioni.  E allora, anche noi, oggi, nella festa di Compleanno, attendiamo dal nostro amato Padre un aiutino, una parola buona, per tornare a casa contenti; quella parolina che a volte suggeriva all’orecchio: Il Signore ti vuole bene! E anch’io ti voglio bene! Lo diceva consegnando  le caramelle e una manciata di palloncini colorati . Ci doni oggi anche quel Bambinello che ci porgeva nella Messa di Natale, alla Certosa, E poi, P. Lorenzo, in questo Natale, che ricorda anche il tuo, ottieni a tutti noi  un anticipo di quell’amore e di quella gioia a cui tu già partecipi, con Gesù e Maria, nella Patria beata. Sono le uniche caramelle che possiamo ricevere; perché i palloncini colorati stanno danzando nell’aria, insieme agli Angeli, per festeggiare con noi il tuo Compleanno. E ancora grazie, P. Lorenzo!