Santa Famiglia di Nazaret                     29.12.2013

 

Siracide 3,3-7.14-17

Lettera ai Colossesi 3,12-21

Vangelo secondo Matteo 2,13-15.19-23

 

[I Magi] erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode…

Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

 

Una famiglia per rinascere

 

Il luogo scelto dal Figlio di Dio per abitare in mezzo a noi è una semplice famiglia – una famiglia santa. In questa prima domenica dopo Natale la Parola attira la nostra attenzione sulle virtù che ogni famiglia, sul­l’esempio di quella di Nazaret, dovrebbe sviluppare.

La prima lettura richiama il contenuto del IV comandamento. Ben cinque volte il Siracide riprende il verbo “onorare”. Chi è il figlio che «onora il padre» e «dà consolazione alla madre»?

La risposta si articola in tre consigli.

Il primo: «Soccorri tuo padre nella vecchiaia»: aiutalo con i tuoi beni, non lasciarlo morire di fame, di freddo e di malattie in un lurido tugurio. Una disposizione essenziale, fedelmente seguita sin dai tempi antichi in tutte le parti del mondo; un po’ meno nel mondo “evoluto”, ove, spesso, gli anziani genitori sono costretti ad aiutare i figli con la loro pensione, quando poi non sono abbandonati a se stessi.

Il secondo riguarda da vicino i figli: «non contristare» tuo padre, non amareggiarlo con atteggiamenti sconsiderati. I figli devono fare le proprie scelte, anche se diverse rispetto alle ambizioni dei genitori, anche se dovessero farli piangere. Ciononostante, i figli hanno soprattutto il dovere di evitare atteggiamenti stupidi, immorali e illegali, tali da spingere i propri genitori a vergognarsi di essere loro padre e loro madre.

Attualissimo il terzo consiglio: «Anche se perdesse il senno, compatiscilo». Attuale perché, al giorno d’oggi, demenza senile ed altre malattie neurovegetative sono abbastanza frequenti nelle persone anziane. «Com-patiscilo», cioè: fatti carico personalmente della sua sofferenza. Metterlo in una casa di riposo è talora una necessità, ma che sia l’ultima spiaggia. Buona la soluzione – per chi può ovviamente – di un appartamentino attiguo a quello dei figli. Ottima quella di tenerlo in casa, con tutta la famiglia che lo ama e lo serve. È un comandamento fondamentale, è la tanto conclamata «pietà», pietas, amore religioso, affine all’amore a Dio. Per questo a chi onora i genitori anziani viene donata una magnifica speranza: «Avrà gioia dai propri figli … vivrà a lungo … sarà esaudito nel giorno della sua preghiera … espia i peccati». Come dire: la certezza di una vita serena e la benedizione del Signore.

L’apostolo Paolo (seconda lettura) allarga la prospettiva all’onore esercitato reciprocamente fra i coniugi. Chiede alle mogli: «state sottomesse ai mariti», non in maniera passiva, ma «nel Signore», con libertà e creatività. E ai mariti: «amate le vostre mogli», non di un amore frivolo ed egoista, bensì con tenerezza e premura.

Il vangelo di Matteo, poi, segnala la fede singolare della famiglia di Gesù. L’angelo dice a Giuseppe: «Fuggi in Egitto ... torna nel paese d’Israele». Ed egli accetta la prova con fiducia. In quella famiglia «la Parola di Cristo dimora abbondantemente», la fede l’ha arricchita di «sentimenti di bontà, umiltà, pazienza, mitezza» che la fa rimanere unita e solidale, con la «pace di Dio nei cuori».

Fede vissuta nella condivisione familiare, premura verso i genitori anziani, amore fra gli sposi ed educazione dei figli sono l’insieme di atti con lui la famiglia rende culto a Dio.

 

P. Carlo