SS,ma  T R I N I T A’  -  A  -  MISTERO DA ACCOGLIERE COME DONO

 

     Con la festa della PENTECOSTE, abbiamo praticamente concluso la nostra prima conoscenza della vita di Gesù. Gesù è il Figlio di Dio, fatto uomo per amore dell’uomo: è stato il primo “mistero” che il Catechismo ci ha fatto conoscere. Ma abbiamo appreso dal Catechismo che i misteri principali della fede sono due: INCARNAZIONE e la SS.ma TRINITA’. Ecco perché, dopo un lungo tempo per approfondire la conoscenza di Gesù, dedichiamo una domenica per raccogliere, dalla viva voce di Gesù, chi è la SPIRITO SANTO e  quale è il suo ruolo nella TRINITA’ di Dio. Ritengo comunque necessario chiarire il significato che noi diamo alla parolemistero”. Quando questa parola viene detta dopo una inutile discussione, o dopo tante ricerche andate a vuoto, noi finiamo per ammettere il nostro fallimento, affermando “è un mistero – Non ci si capisce niente!” E’ invece tutt’altra cosa, quando troviamo la parola “mistero” nella Liturgia e nei Libri sacri.

     Nel linguaggio liturgico, “mistero” sta per “Verità su Dio”; verità che noi mai avremmo potuto conoscere, se Gesù non l’avesse rivelato a noi, come prova di grande confidenza e amicizia. Quindi i “misteri” che troviamo nelle preghiere non sono dei “rebus”indecifrabili; sono invece “Verità”  su Dio che riempiono di luce e di gioia il nostro cuore. Per esemplificare, ecco alcuni misteri, i più conosciuti e amati: Dio è Uno, ma in tre Persone – Dio, in Gesù, si è fatto Uomo (Incarnazione) – nell’Ostia consacrata Gesù è realmente presente con il suo corpo, sangue, anima e divinità – con il Battesimo, noi siamo accolti da Dio come figli adottivi -  Dio abita in noi e ci dona la sua vita, la risurrezione finale e la vita eterna – la passione, morte e resurrezione del Signore sono il dono di Dio, offerto a tutti per donarci salvezza – i Sacramenti donano vita anche a chi, a motivo del peccato, avesse interrotto il flusso di grazia. Questi sono solo alcuni dei Misteri più ripetuti nella Liturgia. Ma dobbiamo riconoscere che tutto ciò che riguarda Dio è mistero; cioè tutto ciò che definisce Dio va oltre le nostre capacita di intendere.

     Ecco il senso da dare anche al Segno di Croce che ripetiamo più volte, nella giornata. A ben pensarci, con il Segno della Croce sul nostro corpo, noi affidiamo la nostra realtà umana di povertà e di peccato alla Croce di Cristo, il segno più alto dell’amore e della misericordia di Dio. Gesù non ci chiede di capire tutto; ci chiede di accogliere i misteri di Dio come un dono del suo amore. Dio non è un concetto da spiegare e da dimostrare; Dio è vita e amore da accogliere. Mi ha piacevolmente colpito la spiegazione di Dio che il noto regista polacco KIESLOWSKI ci ha lasciato in un suo romanzo. Un bambino, PAVEL, sta coinvolgendo la zia nei suoi giochi. Improvvisamente interrompe il gioco e chiede: “zia, com’è Dio?” La zia lo guarda con amore, gli si avvicina, lo abbraccia forte e lo bacia e – tenendolo stretto a sé, sussurrò: “Come ti senti ora?” Il piccolo Pavel, nell’abbraccio, alza gli occhi verso la zia e risponde: “Bene, zia; mi sento bene”. E la zia a lui: “Ecco, Pavel, Dio è così”.

     Amici, torniamo al mistero della Trinità. Dio non è solitudine infinita, ma comunione; Dio è abbraccio, SEMPRE!!! Ogni uomo è amato, per sempre. Dio non è il “Ragioniere” che tiene aggiornato il libro dei conti. NO. Dio è Padre buono e misericordioso; tanto buono che, nel FIGLIO GRSU’, si è fatto uomo per stare sempre con noi. Infatti si è fatto dono definitivo nella scelta, certamente ardita, di vivere in ciascuno di noi con la presenza del suo SPIRITO. Ricordiamo pertanto che il Segno della santa Croce è sempre un gesto di consacrazione alla SS. Trinità. Ecco perché deve sempre essere la prima preghiera , a ogni risveglio. La mattina in cui non saremo più in grado di “segnarci”, sarà il giorno in cui il sacerdote aspergerà con  acqua santa e nel segno della Croce, ripetendo il nome della Trinità santissima, ci consegnerà tra le braccia del Padre.  Amen. Alleluia.