7^  DOMENICA  -  C  :   C’E’ AMORE E… AMORE !

 

      Fratelli miei, la pagina di Luca, offerta oggi alla nostra riflessione, è molto tosta, difficile da accettare. Gesù ci dà dei comandi non facili da vivere: “Amate i vostri nemici – Fate del bene e prestate senza sperarne nulla – Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso…”. Buon Dio, non sarà che ci stimi troppo per ritenerci capaci di perdonare a chi ci ha fatto del male, e di pregare per quelli che ci hanno rovinato la vita. E c’è ancora di più: Gesù ci indica la misura del perdono e dell’amore: “come perdona il Padre vostro”, che ama tutti indistintamente, anche chi bestemmia, anche chi uccide, anche chi profana l’Eucaristia. Dio ci ama fino a farci dono del suo Figlio; ci ama “da Dio”! Per esprimerci concretamente il suo amore, ci ha accolti nella sua famiglia come figli; e perciò chiede a noi di vivere “da figli” e “da fratelli” tra noi.

     I Padri di spirito insegnano che non è pensabile il comandamento di amare i nemici, senza avere, noi stessi, sperimentato prima l’amore di Dio su di noi. La richiesta di amare i nemici può sembrare superiore alle nostre forze; potrebbe anche sembrare non rispettosa della giustizia; infatti noi siamo soliti ripetere: chi ha sbagliato paghi! E a chi fa del male noi auguriamo la galera! Gesù invece ci suggerisce la cosiddetta “Regola d’Oro”: “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te”. Certo, se io vedessi me stesso nell’altro, il mio comportamento nei suoi confronti sarebbe certamente diverso. Gesù, nel Vangelo ascoltato, va addirittura oltre alla Regola d’oro: Ci chiede di vedere l’altro come lo vede Dio Padre, e di trattare gli altri come Dio tratta me. Dio, con tutti noi, è misericordioso e perdona sempre!

     L’evangelista Luca ha raccolto per noi anche i motivi per noi vantaggiosi, per rendere più accessibile e appetibile il comandamento dell’amore; dice Gesù: “Non giudicate e non sarete giudicati – non condannate e non sarete condannati – Perdonate e sarete perdonati – date e vi sarà dato – con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”. Ci ricorda dunque Gesù che, tutto sommato, amare i fratelli è sempre vantaggioso anche per chi dona. A questo punto, mi pare doveroso ricordare che il “nemico” da amare non è solitamente uno che fa la guerra, ma più spesso è chi sparla di me, chi non mi rivolge più la parola, chi non sa dimenticare una offesa e anche chi rifiuta il perdono offerto. Molto spesso, questo “nemico” potrebbe essere il proprio coniuge, o un padre severo e intransigente, o un collega scontroso.

     Ebbene il discepolo del Signore trova nella preghiera e nella Eucaristia la forza del perdono e il coraggio di mantenere aperto il dialogo con tutti. Papa Francesco ritorna spesso sul tema della pace in famiglia, per suggerire come trasformare una convivenza in fraternità, e la convivenza sociale in fratellanza; l’ha ribadito fortemente anche nella sua recente Visita pastorale negli Emirati Arabi. Occorre fermare il gioco perverso della calunnia, dello sparlarci addosso, che semina tanto male e crea sospetto e autentiche rovine nelle famiglie e nelle amicizie. Il cristiano sa vincere il male con il bene.

     I verbi ascoltati oggi sono: perdonare – pregare – porgere – benedire – prestare – fare; sono tutti verbi protési al dono; tutti verbi “concreti”, che invitano a fare il primo passo per riportare la pace. Non c’è amore senza il dono! Fratelli, siamo partiti con il dubbio se possiamo amare nella misura indicata da Gesù. Ora voglio inchinarmi davanti al santo Vangelo, visto che mi chiede di amare – non da eroe – ma da uomo, che sa di avere ricevuto tanto, non solo da Dio, ma anche da tantissimi fratelli e sorelle che, con tanti piccoli gesti, mi hanno sorretto, incoraggiato e perdonato; che soprattutto hanno pregato e sofferto per la mia pace. L’amore ai nemici diviene così la cartina al tornasole della fede. E anche se non potremo mai raggiungere la perfezione dell’amore, ciò non toglie che la novità portata dal Vangelo è alla portata di tutti.

     A tutti è chiesto di fare il bene, di pregare per chi ci ha procurato sofferenza, di non giudicare, di non condannare e di perdonare sempre e a tutti. Preghiamo il Signore perché ci doni un cuore grande, capace di quei gesti di misericordia, che Dio sempre usa con tanta liberalità per tutti noi.  Amen.