SETTIMA  DOMENICA  -  A  :  NOI?... POCO SANTI E POCO CRISTIANI

 

     L’evangelista Matteo continua ad offrirci il seguito del Discorso della Montagna che era stato introdotto con la proclamazione delle Beatitudini. Al cuore della pagina ascoltata ora, sta la richiesta di Gesù che, a prima vista, può sembrare assurda: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. E’ un’espressione evidentemente paradossale. Chi può mai illudersi di raggiungere la perfezione di Dio? Così risultano paradossali anche le altre esortazioni ascoltate: di offrire al manesco l’altra guancia; o di dare anche il mantello a chi ti chiede la tunica; e di amare chi ti fa del male. Gesù ha voluto esemplificare, nell’intento di proporre un ideale e uno stile di vita, un orientamento per una vita buona e serena. Per farci discepoli felici, Gesù ci offre un modello da imitare: l’Amore del Padre.

     Dio ama tutte le sue creature; le ama sempre. E’ un amore che non tiene conto di un ritorno di riconoscenza e non viene nemmeno sfiorato dal desiderio di vendetta o di ritorsione; né si lascia scoraggiare dalla malvagità e dall’ingratitudine degli uomini. Ebbene, noi discepoli del Signore dobbiamo continuamente confrontarci con la paternità del nostro Dio che fa piovere e fa risplendere il sole su tutti i suoi figli, buoni e cattivi. Gesù, non solo ci ha dato un saggio di questo amore nella parabola del Figliol prodigo, ma ci ha anche dato prova del suo amore sacrificale, quando, dall’alto della croce, ha pregato il Padre di perdonare i suoi crocifissori, scusandoli, “perché non sanno quello che fanno!”. L’amore del Padre che viene proposto come modello di comportamento, è amore gratuito; Dio ama, non perché la creatura è di per sé amabile, ma solo perchè Lui è AMORE! Ed è proprio dell’amore “AMARE”! Dunque, fratelli, l’amore di Dio fa scuola. E’ a questo Dio-Amore che noi dobbiamo assomigliare.

     La “legge del taglione”: “occhio per occhio – dente per dente” era un’antica norma che vietava la ritorsione verso chi aveva sbagliato. Ma oggi Gesù ha del nuovo da proporre: chiede di sconfiggere la mentalità della vendetta, e di farci operatori di perdono e di pace, adottando in ogni caso la scelta della “non violenza”. Non solo. Gesù vuole oggi darci una nuova comprensione della parola “prossimo”. Anticamente, il prossimo da rispettare era costituito dai familiari, dagli amici e dai connazionali. Gesù oggi rivoluziona questa comprensione; abbatte i muri di separazione affermando che, per il Padre celeste, non ci sono più nemici, perché ogni uomo e donna è stato accolto nella famiglia di Dio come “figlio”! Ogni uomo è un figlio molto amato! E uno rimane figlio anche quando si ribella e si allontana. E quindi – conclude Gesù – anche noi non dobbiamo escludere nessuno, perché tra noi siamo tutti fratelli. Questa è la grande novità portata da Gesù! Questa è la grande rivoluzione che, se fatta nostra, cambia davvero il mondo. “Vi do un comandamento nuovo – dice Gesù – che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”(Gv 13, 34).

     E’ allora il momento di farci qualche domanda: - Che scelte faccio quando mi trovo a gestire situazioni ingombranti con persone che mi hanno fatto del male? – O quando vengo coinvolto da chiacchiere o sospetti all’interno della parentela, o tra colleghi di lavoro, mi posso definire operatore di pace? – Nel mio cuore, in ogni caso, prevale la comprensione e il perdono nella misericordia? Gesù ci chiede con forza di contrastare la violenza con il perdono; mi ricorda che è mio prossimo anche chi mi ha fatto del male: anche questi è da amare! Esperienza insegna che, senza il perdono, nessuna convivenza regge, neppure quella familiare. E, quando dovessimo trovarci nella impossibilità totale di un riavvicinamento, resta ancora una risorsa: la preghiera e la sofferenza nel silenzio: è una risorsa che rende sempre, anche quando può sembrare una soluzione perdente.

     La via suggerita da Gesù non è certamente facile; ma è la sola via che porta alla pace e che può realizzare una vera fratellanza. La “perfezione” a cui ci chiama oggi Gesù, è lasciarsi abitare dall’amore misericordioso del Padre celeste, per divenire e nostra volta una vita donata. Solo l’amore salva. L’amore è l’unica forza sempre vincente.  Amen.