SESTA DOMENICA DI PASQUA  -  C  :  LA PAROLA DI DIO: UN  VERO  TESORO !

 

     Il Vangelo ascoltato ci riporta ancora nel Cenacolo. Gesù sta intrattenendo i suoi apostoli dopo la santa Cena; è l’ultimo momento di intimità prima di affrontare la Via Crucis che lo porterà al Calvario. Dice Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. A noi, discepoli del Signore, Dio ha affidato la sua Parola; ma noi, cosa ne abbiamo fatto? E’ solo un bene prezioso da custodire gelosamente, e da rispolverare quando serve? Nella pagina ascoltata, Gesù ci dà la misura dell’amore: noi amiamo Dio se osserviamo la sua Parola. Ne consegue che, proprio noi cristiani, abbiamo una grande responsabilità, perché ci è stato consegnato un tesoro prezioso, la Parola di Dio, anche se purtroppo dobbiamo constatare che essa non sempre giunge al nostro cuore per farsi nostra vita.

     Siamo ascoltatori, ma la Parola ascoltata non cambia il nostro cuore. “Se uno mi ama – ripete Gesù – “osserverà” la mia parola”. Fratelli, quante parole ascoltiamo nella giornata! E come siamo attenti ai tanti venditori di fumo che troviamo nella pubblicità televisiva e nei messaggini che troviamo nel cellulare. C’è veramente il pericolo che poniamo sullo stesso piano la Parola di Dio e l’insegnamento della Chiesa, con tutte le altre voci che vorrebbero farsi passare come espressione di totale libertà e che, alla fine, ci rubano la speranza e la pace del cuore. Fratelli, Dio parla ancora; parla a ognuno di noi; parla sempre, ma attende anche risposte; e a Dio non si danno risposte evasive, o di comodo.  C’è davvero il pericolo di diventare ascoltatori abitudinari o, peggio, superficiali; cristiani cioè che si entusiasmano per l’annuncio della  Misericordia, ma che poi nulla cambia nella loro vita.

     La Parola di Dio scuote oggi le nostre coscienze. Dobbiamo permettere che questa Parola penetri nella nostra vita, nelle nostre parole e nelle nostre scelte di vita. E’ questo il modo migliore per dimostrare il nostro amore a Dio. Oggi, non possiamo tornarcene a casa, senza chiederci di nuovo: e io, lo amo davvero il mio Dio? E come posso ricambiare il grande amore che Dio ha per me? Quello che più importa nella vita del credente è sapere che Dio cerca casa; desidera dimorare con noi, in casa nostra. Il segno più efficace di questa straordinaria presenza è la PACE: non quella che si patteggia dopo una guerra; ma la pace, dono del Risorto: “LA MIA PACE” – dice Gesù. E’ la pace che ci fa star bene con noi stessi e con gli altri; è la pace che, in ogni celebrazione dell’Eucaristia, il sacerdote implora per tutti i presenti, e che il celebrante invita a  scambiarcela con una stretta di mano. Certo, questa pace non può essere confusa, scambiata, con la tranquillità di chi si sottrae a un serio impegno per la giustizia, o di chi si rifiuta di partecipare alla costruzione della civiltà dell’amore.

     Fratelli, siamo alla sesta domenica di Pasqua, l’ultima prima dell’Ascensione. Le letture sono state scelte e proposte per fare sintesi del messaggio di Gesù ai suoi discepoli. La nostra adesione a Cristo non può reggersi sulla paura dei castighi; deve invece essere la nostra risposta d’amore . Il dono del Risorto, più volte ripetuto nelle apparizioni, è la PACE: è la pace di cui il nostro cuore ha un bisogno profondo. E’ la pace di chi sa di essere amato da Dio; di Dio che ha scelto di stare con noi, per sempre! E’ un amore – quello di Dio – che cresce e matura nell’umile e gioiosa fedeltà alla parola del Vangelo. Lasciamoci, fratelli, con le parole rassicuranti di Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. Ecco, fratelli, come continuare a vivere, ogni giorno, la gioia della Pasqua.  Amen. Alleluia.