SESTA DI PASQUA  -  C   :   DIO ABITA NEL TUO CUORE

 

     Scorre veloce il tempo; siamo già alla sesta domenica di Pasqua! Domenica prossima celebreremo infatti l’Ascensione al Cielo di Gesù. In questo contesto, e per preparare i discepoli a una partenza che avrebbe potuto creare ansia, e anche paura, Gesù dà oggi un’ampia assicurazione che – pur sottraendosi ai nostri occhi – egli continuerà a restare con noi, non solo nei ricordi, nella sua Parola e nella Eucaristia ma, in modo reale, nel prendere dimora nel nostro cuore. C’è una sola condizione perché possa realizzarsi una promessa così originale, così vitale e straordinariamente interessante; essa è introdotta da Gesù con un “se”: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola  e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. Ogni discepolo può dunque essere la nuova abitazione di Dio.

     Nell’A.T. l’abitazione di Dio era la Tenda del Convegno. Nel Nuovo, ogni discepolo che accoglie il progetto di Dio si fa abitazione di Dio. Potremmo dire che Dio continua a cercare casa  e continua a bussare alla porta del cuore di ogni uomo e donna e chiede di essere accolto, non come ospite di passaggio, ma per una convivenza che assicura- a chi lo accoglie - vita sana, pace, amore; Dio infatti viene per cambiare il nostro cuore. Dunque  è il cuore dell’uomo la casa dove Dio ama abitare; il cuore di chi si pone in ascolto del Vangelo, perché è proprio il Vangelo che ci offre la Parola di vita. “La Parola che ascoltate – dice Gesù – non è mia, ma del Padre che mi ha mandato”. Ecco allora una prima domanda che possiamo farci: Io, lo amo Dio? Forse penso di amarlo solo perché partecipo alla Messa festiva e sono fedele alle pratiche religiose,a cui - tra l’altro - vi partecipo in modo abitudinario  e per rispettare le tradizioni di famiglia. Fratelli, anche oggi Gesù, attraverso la Parola ascoltata, bussa alla porta del nostro cuore; ma quanti di noi gli aprono la porta? E quale accoglienza gli riserviamo?

     Gesù ci ha dato termini precisi per sapere se lo amiamo davvero; la misura è data dal nostro amore verso il prossimo; Chiediamoci, ad esempio, se siamo disponibili ad accogliere lo straniero, il mendicante, il fratello che cerca amicizia; se sappiamo perdonare; e se siamo disponibili alla condivisione del nostro tempo e delle nostre risorse. Sono le condizioni minime perché Dio possa fermarsi e abitare le nostre esistenze.

     Ma il Vangelo ascoltato dà ancora un altro annuncio che concorre a tranquillizzare  gli Apostoli: promette l’invio dello SPIRITO SANTO “che il Padre manderà nel suo Nome; Egli - continua Gesù - vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. Gesù conosceva i suoi discepoli e sapeva quanto fossero smemorati; perciò aggiunge che invierà lo Spirito Santo come Maestro, con la missione di insegnare e ricordare le Parole già ascoltate di Gesù. “RICORDARE” corrisponde alle scelte fatte da Maria quando, si dice di lei, che CONSERVAVA NEL SUO CUORE OGNI PAROLA di Gesù. Grazie allo Spirito, i credenti sono capaci di distinguere ciò che porta alla vita, da ciò che è frutto di egoismo e che conduce alla morte. Lo Spirito Santo attualizza nell’oggi di ogni uomo l’opera di Gesù.  Gesù ha definito lo Spirito Santo: nostro Avvocato, Difensore, Consolatore; Colui che ci fa memoria della Parola di Gesù e ci chiede di viverla. Per tutte queste ragioni - sembra volerci dire Gesù – non c’è alcun motivo di turbamento, o di paura, o di scoraggiamento.  

     Qualsiasi cosa accada, Egli è accanto a noi. Per questo, noi credenti dovremmo essere segno visibile della pace che Dio continuamente porta come risorsa di vita serena; dovremmo esprimere la gioia di chi sa di essere amato da Dio e sa che Dio abita la sua casa. Chiediamo allora allo Spirito Santo un cuore nuovo, capace di gratitudine, per unire la nostra voce a quella di Maria, nel canto sublime del MAGNIFICAT, per le grandi cose che il Signore ha fatto per noi.  Amen