SESTA  DI  PASQUA :  SIGNORE, TI PREGO, NON ANDARE VIA !

 

     Grande il nostro evangelista Giovanni per averci riportato questa dichiarazione di Gesù; la riascoltiamo: “SE UNO MI AMA OSSERVERA’ LA MIA PAROLA E IL PADRE MIO LO AMERA’ E NOI VERREMO A LUI E PRENDEREMO DOMORA PRESSO DI LUI”. Avrete notato che il dono della “presenza” di Dio si apre con un “se”: “Se uno mi ama”! Mi fa pensare questo “se”, perché esprime un dubbio da parte di Gesù. Dio è innamorato dell’uomo; ma l’uomo come risponde a questo amore? Tutti noi abbiamo qualche ricordo di un amore importante non ricambiato: è stata una esperienza di grande sofferenza. Ecco, Gesù affronta questa situazione con un “se” che esprime insieme dubbio e proposta. “Se uno mi ama”: Gesù è discreto, non comanda, stende la mano per chiedere amore! E noi partiamo da qui con qualche domenda: Io amo il mio Dio? Quanto lo amo? Lui è morto in croce per dare a me la sua vita; e io come esprimo la mia gratitudine? Il più delle volte, noi ci accontentiamo di una fede di facciata, di pratiche religiose, senza anima e senza amore; ci sentiamo a posto con la partecipazione alla Messa festiva e con un segno di Croce alla sera.

     Ma l’amore non è fatto solo di belle parole; non è soltanto sentimento. Ciascuno di noi sa che essere amato non si esaurisce nella dichiarazione: “Ti voglio bene!” Amore è accogliere l’altro nella propria vita; è mettersi a servizio dell’altro; è vivere per l’altro, anche quando ci è chiesto di mettere da parte i nostri sentimenti e le nostre preferenze. L’innamorato fa tutto questo senza nemmeno avvertire fatica e sofferenza. Gesù ci ricorda che non basta dire: “Signore, Signore”! “Amare Dio” – precisa oggi Gesù – significa “osservare la sua parola”; significa cioè vivere la sua parola; vivere come Lui insegna, fare la sua volontà. E’ sempre e solo questione di amore. Ma, e se mancasse questo amore? La nostra esperienza insegna che là, dove non c’è amore di Dio, sovrasta la passione per altri idoli: la carriera, il denaro, la droga, il sesso, lo sballo. Ma ascoltiamo di nuovo la proposta di Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.

     Amici, quanto è bello quest’annuncio: “Noi verremo a lui”! Dio è Colui che viene, che viene sempre! Dio ama la vicinanza e non si stanca mai di accogliere e far festa per ogni nostro ritorno. E un Dio che cerca casa e bussa continuamente alla porta del nostro cuore. Purtroppo spesso non trova risposta, o perché non ci siamo, o perché siamo in tutt’altre faccende affaccendati. Gesù bussa alla mia porta perché mi ama, e ama intrattenersi con me. Il luogo dell’incontro è il cuore. E’ nel cuore che il Padre riversa il suo amore. Sappiamo però che molte delle nostre case sono ancora senza Dio, non sono ancora “dimora di Dio”, non sono ancora “Piccola Chiesa”! Nell’ A.T. l’abitazione di Dio era la Tenda del Convegno. Nel N.T. ogni discepolo che accoglie la parola di Dio, quale progetto per la propria vita, accoglie Dio stesso. Gesù è venuto nel mondo per rivelarci questo progetto del Padre: e perciò bussa alla porta del cuore di ogni uomo. Il luogo della “presenza di Dio” è dunque il nostro cuore, quando ascolta e mette in pratica il Vangelo. Per incontrare Dio, amici, non c’è bisogno di miracoli, né di visioni, e neppure di nuove rivelazioni. E’ sufficiente vivere il santo Vangelo, perché in esso è rivelata la via che ci conduce a salvezza.

     Oggi, Gesù ci ha fatto conoscere anche il Consolatore, cioè lo SPIRITO SANTO: è Colui che ci fa da guida nelle scelte della vita; è il Maestro che insegna la strada da percorrere; è Lui che introduce la Parola di Dio nel nostro cuore; è Lui che rende il nostro cuore abitazione di Dio. L’evangelista Giovanni ci interroga e attende risposte: Noi ascoltiamo infinite volte la Parola di Dio; ma l’abbiamo accolta? Ha mai cambiato qualcosa nella nostra vita? E’ triste constatare che proprio noi “praticanti” la ascoltiamo con abitudine e con superficialità. Ci definisce così il poeta cattolico Paul Claudel: “I cattolici nutrono un grande rispetto per la Parola di Dio. Ma questo rispetto  lo mostrano con lo starsene il più possibile lontani”. E’ triste constatazione! Ma è così.. Apriamo, fratelli, il nostro cuore a Dio, accogliamo con gioia la sua Parola di vita: allora verrà a noi la Trinità SS.ma e prenderà dimora in noi; cioè rimarrà stabilmente in noi: è questa la condizione primaria dell’amore!  E voglio esprimere una preghiera accorata al mio Signore: “Signore, quando non apro la porta, ti prego: non andare via! E se anche tardo ad aprirti, Signore, non andare via! Perché so che tu mi ami! Grazie, Signore”.