SECONDA  DOMENICA  -  A   :   COMMIATO DI GIOVANNI BATTISTA

 

     Con questa domenica, ha inizio quello che, nel linguaggio liturgico, viene definito “il Tempo Ordinario”. Sono trascorse le grandi feste del Natale; il nuovo tempo che la Chiesa ci consegna è prezioso, anche se “ordinario”, perché, sollecitati dalla Parola di Dio, avremo tempi lunghi per costruire la nostra ferialità, proprio a partire da una fede che abbiamo rinnovato, accanto al Bambinello che la Vergine Maria ci ha donato, a Natale. Nelle domeniche che seguono, saremo guidati a una comprensione sempre più profonda del Signore Gesù e della sua presenza in mezzo a noi.

     Oggi, l’evangelista Giovanni ci ha fatto partecipare all’incontro tra Gesù e il Battista, sulle rive del Giordano. Il Battista vede Gesù che si avvicina, lo riconosce e lo indica ai suoi discepoli con queste parole: “Ecco l’Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!” E’ questa la prima comparsa di Gesù nel Vangelo di Giovanni. Gesù è in strada; sta andando verso Giovanni Battista: E’ il Gesù che ritroveremo, in ogni pagina del Vangelo, sempre in strada, per incontrare malati, storpi, ciechi, lebbrosi, posseduti dal demonio, poveri, e peccatori; a tutti farà dono del suo amore, della sua misericordia. Dio è sempre in cammino, in tutte le strade del mondo, anche oggi; la méta del suo andare, oggi, sono io! È ogni uomo!

     Il Battista riconosce in Gesù il Messia, l’Inviato di Dio per la nostra salvezza e lo presenta ai suoi discepoli con un nome forte, che già esprime il “dono sacrificale” della sua vita; lo chiama:”AGNELLO DI DIO”; lo presenta cioè come colui che riscatterà l’uomo da un destino di morte, offrendo se stesso alla morte, per riscattare la nostra morte. Gesù – precisa Giovanni – “toglie il peccato”: il peccato, al singolare, per darci la certezza che Gesù non solo ci libera dai nostri peccati personali, ma sconfiggerà il peccato in quanto tale, il peccato del mondo. “Togliere il peccato del mondo” equivale a far cambiare strada alla storia; equivale a credere all’amore di Dio che sceglie la croce, per dare la sua vita per guarire un mondo asfissiato dal peccato. Sì, Gesù è venuto a togliere il peccato, a liberare l’uomo dal peccato.

     Giovanni Battista, dopo aver presentato ai suoi discepoli Gesù, “Agnello di Dio”, capisce di aver concluso la missione che Dio gli aveva affidato; ha visto lo Spirito scendere su Gesù; affida i suoi discepoli al nuovo Maestro e si eclissa. D’ora in poi non ascolteremo più la sua voce: splendido esempio per ogni cristiano, e soprattutto per ogni educatore e formatore, e per quanti hanno il compito delicato e difficile di avviare i nostri giovani alla vita di fede. Anche noi siamo invitati a farci da parte quando una persona si fa adulta; nostro compito è segnalare la presenza di Gesù e portare a lui quanti sono in ricerca. Oggi, la voce che gridava nel deserto, tace! Tace per far emergere un’altra voce, la Parola di Dio, Gesù. il Verbo di Dio che si è fatto uomo per parlare a noi con il nostro linguaggio.

     Il Battista si è fatto modello anche per noi: Tutti i credenti hanno la missione di annunciare la presenza amorosa di Dio nella nostra vita. Tocca a noi credenti avvertire i segni di questa presenza. Il Natale ci ha fatto scoprire Dio, presente nel vagito di un Neonato. Ora Dio chiede di essere riconosciuto, presente nel fratello che chiede un aiuto, che soffre, che cerca Dio, o forse lo bestemmia. Dovere del credente è soprattutto indicare, con una vita di fede, la presenza di Dio nella famiglia, vivendo le prove e le difficoltà, con la serena fiducia nell’amore e nella provvidenza di Dio, nostro Padre.

     Prima della Comunione, il sacerdote alza l’Ostia consacrata, mentre ripete la presentazione del Battista: “Beati gli invitati alla Cena del Signore: Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”, a cui fa séguito la nostra dichiarazione di indegnità: “O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa”. Buon Gesù, la nostra tragedia è il peccato! Fa’ che nella Comunione in cui anche oggi ci fai dono di te stesso, possiamo riconoscerti come unico nostro Salvatore.  Amen.