SECONDA DOMENICA  -  B  :  STORIA DI UNA VOCAZIONE

 

     L’evangelista Giovanni ci ha raccontato oggi come nasce una vocazione. Nella pagina ascoltata, tutto ha avuto inizio da una segnalazione del Battista, cui ha fatto séguito un incontro: un incontro così importante e decisivo da convincere i due protagonisti a cambiare addirittura Maestro, per divenire discepoli di Gesù. Quante volte mi è stata rivolta la domanda sull’origine della mia vocazione alla vita religiosa! Oggi, vorrei rivolgere anche a voi questa domanda: quando, e come, si è concretizzata la tua scelta di vivere come discepolo del Signore? Bene hanno fatto i liturgisti ad offrirci questa pagina di Giovanni all’inizio del “tempo ordinario”; del tempo cioè che ci porterà fino all’inizio della Quaresima. E’, questo, un tempo molto utile – anzi, direi prezioso: Dopo esserci soffermati a lungo davanti al presepe, ci viene chiesto di approfondire il mistero dell’Incarnazione e – da adulti – di approfondire il nostro rapporto con Cristo, per renderci conto se il Natale ha portato del nuovo nella nostra vita.

     La pagina di Vangelo ascoltata vuole prima di tutto invitare il credente a dare tempi lunghi all’incontro con il Signore, come è avvenuto nel primo incontro di Giovanni e Andrea con Gesù. Siamo cioè invitati a unirci ai due che lasciano il Battista per mettersi in strada, dietro a Gesù. Il Battista aveva indicato Gesù con queste parole: “Ecco l’Agnello di Dio”; e i due, Giovanni e Andrea, raccogliendo l’indicazione del loro primo Maestro, si pongono subito in stato di ricerca. E’ un approccio che tutti abbiamo sperimentato quando abbiamo voluto conoscere e chiarire la nostra personale vocazione. Abbiamo così appreso che l’incontro con il Signore è avvenuto dopo che qualcuno ce ne aveva parlato, grazie a un testimone che ce l’aveva presentato. Abbiamo poi capito che, per una conoscenza più approfondita e per scegliere di farsi discepoli del Signore, era necessario sostare a lungo con Lui. I due che si erano posti in strada dietro a Gesù sono stati subito intercettati da una domanda-invito: “Che cercate?”. E’ una domanda rivolta anche a noi, ora; una domanda che obbliga a fare verità nella propria vita. I due hanno capito il senso della domanda e rispondono a tono: “Maestro, dove abiti?”, che significa: “noi desideriamo venire da te, per stare con te, per conoscerti meglio ed eventualmente per scegliere di divenire tuoi discepoli”.

     Gesù ha intuito tutto questo; e la risposta non poteva che essere quella ascoltata: “Venite e vedrete”. L’esperienza che ne segue è stata riassunta dall’evangelista Giovanni con tre verbi: “Andarono – Videro – Si fermarono”. Ecco, è questo il momento essenziale di ogni storia vocazionale, di ogni discepolo del Signore. Questo “stare” con il Signore non è una vampata passeggera di chi si commuove nella Messa di Natale, o di Prima Comunione; è invece un’esperienza prolungata che si vive davanti al Tabernacolo, o nell’ascolto assorto della Parola di Dio; è un’esperienza che lascia il segno, che ti cambia la vita. Da questa esperienza forte di intimità con Dio sgorga la professione di fede: “Abbiamo incontrato il Messia”!  E’ il messaggio forte che annuncia non solo una fede gioiosa, ma anche un preciso invito a farne esperienza.

     Come mi tornano preziose le parole dette da Gesù a Marta, in difesa della sorella Maria: “Marta, Marta, tu ti agiti per molte cose; Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà tolta”. Uno dei due, Giovanni, ricorda esattamente il tempo dell’incontro: dalle quattro del pomeriggio fino a tarda sera. Fratelli e amici, per incontrare davvero il Signore, bisogna sapersi fermare e fare tesoro di ogni parola di Dio; bisogna imparare dalla Madre di Dio che conservava nel suo cuore ogni Parola. E’ da questo “stare” con Gesù che sgorga la professione di fede: “Abbiamo incontrato il Messia”!  La gioia della scoperta porta inevitabilmente alla testimonianza. Solo dal “rimanere”, nasce l’urgenza di “andare” per annunciare la gioia dell’incontro con Dio. Ora tocca a noi ripetere l’esperienza dei primi discepoli per poter ripetere anche noi: “ABBIAMO TROVATO IL MESSIA”.  Amen.