SECONDA DOMENICA – C  :  DIO AMA LE NOSTRE FESTE !

 

     Il consumare i pasti insieme è una risorsa umana che non dovrebbe mai mancare, non solo in famiglia, ma anche tra amici; infatti un incontro importante tra amici, o colleghi di lavoro, è sempre coronato  con il mettersi a tavola. E’ comunque esperienza che si vive soprattutto in famiglia, dove l’appuntamento dei pasti scandisce non solo la giornata, ma anche tutte le tappe della vita, dalla nascita alla morte: quali ad esempio, il Battesimo, la Prima Comunione, la laurea, un primo lavoro, e soprattutto la festa di Matrimonio. Vi è dunque uno stretto legame tra il bisogno di relazione e il consumare il pasto insieme. E non è un caso che proprio oggi, l’evangelista Giovanni ci racconti l’inizio della vita pubblica di Gesù con la sua partecipazione a un pranzo di nozze.

     Tutti noi abbiamo partecipato qualche volta a un pranzo di nozze: vi si respira quella gioia serena che, una volta tanto, è alimentata dall’amore che due creature si sono scambiati, e che viene espressa da  fragorosi battimani, da tanti baci, e – quando si è bevuto un po’ – anche dai canti e dalla danza. Ebbene, è stato proprio durante una festa paesana di nozze, che Maria, la Madre di Gesù, si accorse che si stava esaurendo la scorta di vino. Non è un incidente di poco conto, se si pensa che gli invitati si sarebbero alzati per andarsene, qualora non fosse arrivato in tavola del buon vino, con grande disagio e sofferenza degli sposini. Maria, che serviva a tavola, si accorge del disguido e non trova di meglio che andare a consultarsi con il Figlio, sapendo che solo Lui avrebbe potuto risolvere il problema. E’ evidente qui il mistero di complementarietà tra Madre e Figlio, per cui uno non può fare a meno dell’altra. Le vittime, in quel trambusto, sono gli sposi che però nulla sanno del pericolo che stavano correndo; e che, alla fine, vengono elogiati per il buon vino portato a tavola, ma anche per l’abbondanza che le giare offrivano.

     Cari sposi, giovani e anziani, di quante belle sorprese verremo a conoscenza, quando potremo rileggere la nostra vita con gli occhi di Dio e vi scopriremo tutte le attenzioni di Maria!  Perché, prima o poi, il nostro vino – simbolo qui delle nostre risorse umane – prima o poi finisce, oppure va in aceto. E così succede che, divenuti poveri di vita e di speranza, ci siamo trovati, con le dita intrecciate, in un Santuario, o in ginocchio davanti a una icona della Vergine, a invocare aiuto. Nel racconto di Giovanni veniamo a sapere che Maria era presente nei preparativi del pranzo, prima ancora che giungesse Gesù con i suoi discepoli.  Noi diciamo che era lì per preparare, non solo il pranzo di nozze, ma anche per preparare la venuta di Gesù; era lì, perché tutto riuscisse bene e dovesse essere una festa da non dimenticare!

     Amici, oggi come allora, abbiamo bisogno della presenza  premurosa di Maria nelle nostre case, dove noi sappiamo mettere a tavola solo la nostra acqua, incolore e insapore, simbolo della nostra quotidianità monotona e qualche volta anche banale: acqua che attende di essere cambiata in buon vino… quello che inebriava nel tempo del fidanzamento. La Vergine che noi sempre invochiamo, è molto esperta di vita: Lei ha vissuto  un fidanzamento molto movimentato e ha conosciuto un ménage familiare molto contrastato; si, lei ha occhi e cuore per capire, per prevenire e risolvere situazioni anche molto ingombranti. A noi però accogliere  la sua indicazione che apre al miracolo:”Qualsiasi cosa vi dirà, fatela!”  Sono le ultime parole di Maria che troviamo nei Vangeli, quasi un testamento scritto per noi.

     Maria constata che il vino è finito; ma non si rassegna. Ricorre a Gesù con fiducia, nella certezza, già da lei sperimentata, che “a Dio nulla è impossibile!” E così, ogni credente sa che, con lei, è sempre possibile ripartire. Quello che noi possiamo da soli è sempre molto poco; e a volte ci sembra inutile, come è sembrato inutile ai servi riempire le giare d’acqua. Ma non è così, quando è Gesù a chiedere la nostra acqua; perché sarà il suo amore misericordioso a trasformarla nel migliore dei vini, vino doc!  A Cana, Maria è l’icona del volto misericordioso del Padre, che vuole felici i suoi figli. A Cana Gesù è intervenuto a salvare la festa, senza che gli sposi se ne fossero accorti!. Ecco perché, in chiusura, propongo una nobile esortazione del Beato Paolo VI: “Dice la Chiesa all’uomo: Hai fame? Cristo è il pane della vita. – Hai sete? Cristo è la sorgente di acqua viva. – Hai bisogno di vedere  e di capire? Cristo è la luce del mondo. – Hai bisogno di amore? Cristo è l’unico che sa suscitare amore per gli uomini e fra gli uomini. – Hai bisogno di vita?  Cristo è il principio della vita che non muore!” Fratelli, non cerchiamo lontano! Cristo è qui! Cerchiamolo nella nostra vita. Maria ci ripete ancora: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela!” e coraggio! perché il nostro Dio ama le nostre feste, e desidera prendere parte a tutte le nostre feste, sempre!  Amen.