SECONDA  DOMENICA  DOPO NATALE:  P R O L O G O  DI S. GIOVANNI

 

     Questa seconda domenica dopo Natale offre di nuovo alla nostra attenzione il Prologo del Vangelo di Giovanni, che abbiamo già ascoltato nella Messa del giorno, a Natale. Ci viene riproposto per consentire una più attenta riflessione su questa pagina di altissima poesia, oltre che di fede, ritenuta una sintesi di tutta la storia della salvezza; ci viene riproposta oggi perché non ci lasciamo alle spalle il grande mistero dell’Incarnazione del Verbo di Dio che, nel Natale ci ha tutti inebriati. Scrive Giovanni: “Il Verbo si fece carne e vene ad abitare in mezzo a noi”. Gesù, la Parola eterna del Padre, ha scelto di farsi nostra parola per rivelarci l’amore che il Padre ha per tutti noi, sue creature.

     Prima di Gesù, Dio comunicava con noi, o attraverso messaggi portati dagli Angeli, o attraverso la voce dei Profeti. Con Gesù, è Dio che parla a noi in modo diretto. In Cristo, Dio si è fatto uomo per partecipare anche a noi la sua vita e renderci così suoi figli. Sia che lo si ignori, o lo si rifiuti, sia che lo si accolga, Egli continua a rimanere tra noi e a camminare con noi. Scrive ancora San Giovanni: “A quanti l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio”. Fratelli, a noi, nel Battesimo, è stato dato di entrare a fare parte della famiglia di Dio; siamo stati accolti come FIGLI ! Ma perché, noi, figli di Dio, continuiamo a farci domande come queste: Chi siamo – Da dove veniamo – Chi guida gli avvenimenti del mondo – Chi tiene in mano il corso della storia?

    Noi sappiamo che i potenti di turno passano presto; la loro potenza tramonta e svanisce con la loro morte; è così anche per quanti si ritengono i padroni del mondo, a motivo dell’arsenale atomico in loro possesso, o perché stanno dando l’assalto alla Luna e a Marte. La storia è condotta dalla potente mano di Dio che si è reso visibile a noi, e per noi si è fatto Parola di Dio! Nel Natale, Dio è venuto tra noi “Bambino” per aiutarci a capire quanto ci tiene a essere accolto. La Parola onnipotente, che ha dato esistenza a tutte le cose, si è rivelata a noi nel sorriso di un Bambino. San Paolo ha scritto così agli Efesini: “Possa Dio illuminare gli occhi della nostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati”.

     Fratelli, Dio ci chiama oggi alla speranza e ci manda nel mondo a seminarla nei solchi della disperazione. E noi sappiamo che questa speranza ha un nome, perché è una Persona: è Gesù! E’ Gesù la nostra speranza, il nostro futuro, la nostra salvezza, la nostra eternità. Dio è nato tra noi, e resterà con noi fino alla fine del mondo. “Noi vedemmo la sua gloria” – leggiamo ancora nel Prologo. Anche noi possiamo vedere e sperimentare la sua gloria, nella sua bontà e misericordia. Pensate: Dio si è fatto uomo  per parlare con ciascuno di noi la nostra lingua nativa, per rivelarci l’amore del Padre, per insegnarci come vivere tra noi da fratelli. E’ questo il Gesù che si è rivelato a noi nel Natale. Gesù si è fatto uomo per amore; per amore ha abbracciato la croce; per amore è risorto ed è apparso tante volte per confermare la fede, ancora incerta, dei suoi discepoli. Ci ha lasciato la sua presenza nella Eucaristia per consentire a tutti di cibarsi del suo Corpo e Sangue, per crescere nella vita di grazia, donata a noi nel Battesimo.

     Diciamo allora che ogni Natale ci ricorda l’amore del Padre che ci fa dono del suo Figlio Gesù; ma ci ricorda anche la grande dignità dell’uomo che nel Battesimo viene assunto come figlio di Dio. Fratelli, all’inizio del nuovo anno, e prima di riporre il nostro presepio, chiediamo di cuore alla Vergine Madre che anche noi possiamo avvertire la presenza di Dio nella nostra vita, per camminare sempre alla sua presenza. Fratelli, la storia umana non è – come si dice oggi – “storia laica”, intendendo dire che “Dio non c’entra”. No! Il Verbo è venuto ad abitare in mezzo a noi; Dio è con noi. L’uomo, con Cristo, non è più orfano di Dio. Dio ha voluto l’uomo suo partner nell’opera della salvezza. Lode e onore a te, Signore Gesù.  Amen.