2.a  di  PASQUA  -  C  :  “MOSTRO’ LORO LA MANI E IL FIANCO”

 

     Oggi è la prima Domenica dopo Pasqua, che San Giovanni Paolo ha voluto dedicare alla DIVINA MISERICORDIA. Durante la settimana ci sono state ricordate le tante apparizioni di Gesù Risorto. Fa certamente meraviglia che, dopo tante apparizioni, Gesù trovi ancora chiuse le porte del Cenacolo. E’ l’evangelista Giovanni, presente a tutte le manifestazioni di Gesù, che ci racconta anche le due apparizioni ascoltate oggi, con tanta ricchezza di particolari. Gesù anche oggi trova le porte del Cenacolo chiuse, sprangate dall’interno, per paura dei Giudei; porte chiuse non solo del Cenacolo, ma anche dei cuori. Ma il Signore, che ha ribaltato la pietra del sepolcro, non si ferma di certo di fronte alle nostre chiusure, né di fronte ai nostri muri, né di fronte ai nostri peccati.

     Il Risorto continua a venire in mezzo a noi e sempre ci offre la “sua pace”. Lo fa mostrando le ferite delle mani e del costato, quasi a voler confermare che, quanto accaduto sul Golgota, è tutto vero. Anche oggi, dopo il saluto, il Risorto invita a uscire: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. “Muovetevi – sembra dire il Signore – perché ancora qui, chiusi?” L’invito a uscire è anche per noi, oggi, festa della Divina Misericordia, perché anche noi possiamo comunicare a quanti incontriamo, la gioia di aver incontrato e ascoltato nella Messa, il Cristo Risorto.

     Ma nel Cenacolo oggi non tutto è andato bene. Alla prima apparizione del Risorto, mancava l’apostolo Tommaso. Al suo rientro, Tommaso è stato letteralmente investito da grida gioiose che gli annunciavano di avere visto il Signore, vivo. Tommaso era quasi infastidito per una notizia gridata e così difficile da accettare, e soprattutto difficile da credere. Non saremo di certo noi a rimproverare Tommaso per la mancanza di fiducia verso i suoi.  Basterebbe che ciascuno di noi pensasse ai tanti segni di amore che ci assicurano la presenza di Dio nella nostra vita, e che ancora ci lasciano dubbiosi e indifferenti.  Sappiamo tutti quanto sia difficile credere nella presenza viva del Signore. L’incontro tra Gesù e Tommaso descrive bene la difficoltà di credere. Tommaso rappresenta ogni uomo che, con fatica, lentamente, tra ombre e crisi, cammina in cerca della luce della fede.

     Oggi Gesù accetta la sfida di Tommaso; gli va incontro concedendogli il segno da lui richiesto: le sue mani e il suo costato. Gesù, nello stesso tempo, si serve della incredulità di Tommaso per rivelare a noi la “Beatitudine della fede”, riservata a tutti quelli che, pur non avendo visto, crederanno. Dobbiamo comunque raccogliere un prezioso messaggio dalla crisi di fede di Tommaso: nei suoi dubbi, non reclama segni eclatanti del trionfo di Cristo, e nemmeno esige spiegazioni sul perché di una attesa, lunga un’intera settimana, per avere chiarimenti sull’accaduto. Niente di tutto questo. Tommaso chiede, come prova della risurrezione, di toccare le ferite delle mani e del costato. Per Tommaso, la via per giungere alla fede sono le sante piaghe; sono queste la misura dell’amore di Dio per noi. E come non ricordare, a proposito, la commozione di San Francesco davanti al Crocifisso, quando supplicava di poter provare nel suo cuore e nel suo corpo la sofferenza e l’amore che Gesù ha vissuto per noi nella sua agonia.

     Fratelli, la misura dell’amore di Dio per noi è la CROCE! E’ CRISTO CROCIFISSO! Ecco perché il Risorto, in ogni manifestazione, mostra sempre, di sua iniziativa, le piaghe delle mani e del costato. In questi “segni” mostra il suo cuore appassionato e misericordioso. “Guardate – diceva mostrando le mani – sono proprio io”! La risposta di Tommaso è la più bella sintesi della fede: “MIO SIGNORE E MIO DIO!” Per due volte Tommaso ripete l’aggettivo “MIO”, che non indica possesso geloso, ma che esprime totale immersione nel cuore stesso di Dio. Tommaso, come tanti di noi, non era incredulo su Gesù. Solo non riusciva a coniugare insieme la sconfitta della morte, con la notizia esplosiva di un totale, improvviso ribaltamento degli eventi annunciati. Difatti Gesù non rimprovera Tommaso; semplicemente mostra le ferite, a garanzia della nuova identità. “GESU’ E’ RISORTO !” ripete l’amico Tommaso a tutti noi; “IO L’HO VISTO – IO L’HO TOCCATO!” Ce lo ripete perché giunga anche a noi la Beatitudine per chi crede senza aver visto. Il Crocifisso è garanzia della infinita MISERICORDIA più volte promessa e donata per la nostra salvezza.  Amen.   Alleluia.