SECONDA DOMENICA DI PASQUA  :  L A    M I S E R I C O R D I A

 

     Sono passati otto giorni dalla Pasqua; ma oggi è ancora Pasqua! Il Vangelo di Giovanni ci riporta nel Cenacolo, dove si trovano ancora i discepoli, immobilizzati dalla paura. Ed è qui, in questa botte di ferro, che si fa presente il Risorto. Gesù entra a porte chiuse. Provo solo ad immaginare i loro volti e le loro reazioni: gioia, incredulità, stupore. Non rimproveri, non resa dei conti; ma un Gesù misericordioso che viene con i doni pasquali: prima di tutto, il dono della sua presenza, poi il dono della pace, poi il dono dello Spirito Santo e infine il dono della remissione dei peccati. GESU’, SEI GRANDE! SEI LA MISERICORDIA! Il tuo amore, Signore, è più forte delle nostre paure, delle nostre piccolezze. Gesù è entrato nel Cenacolo “da risorto”, per spingere i discepoli a traghettare “da risorti” nella vita nuova, a passare cioè dalla paura alla gioia, dal sepolcro alla strada, dalla delusione al coraggio.

     Ma, a questo primo incontro, mancava Tommaso. Al suo rientro, si sente investito da un festoso vociare: “Abbiamo visto il Signore!” Gioia e sconcerto, inquietudine e delusione gli fanno esclamare  le parole, ripetute infinite volte da chi giudica i fatti di fede con la sola ragione: “Se non vedo, se non tocco…non credo!”  Il Signore amava molto Tommaso. Dopo otto giorni di cruccio e di purificazione, il Risorto è ancora tra i suoi; si avvicina a Tommaso – come si accosta a tutti gli increduli, di tutti i tempi – non per rimproverare, ma per offrire i segni della sua misericordia: i fori dei chiodi e la ferita del costato.

     Vorrei segnalare una particolare sottolineatura: Gesù non va a cercare Tommaso a casa sua; il luogo dell’incontro è la comunità riunita nel Giorno del Signore; e ancora: l’incontro con il Risorto non avviene in una comunità ideale, né in una comunità si santi, ma in quella in cui vivi, quella che condivide con te paure, dubbi di fede, sconfitte, scandali…  Ma torniamo al nostro fratello Tommaso. Non ci è detto se Tommaso abbia messo il dito nei fori dei chiodi; probabilmente, no; perché la professione di fede:”Signor mio e Dio mio!” fa supporre che Tommaso abbia piuttosto piegato le ginocchia, fissando i suoi occhi lucidi sugli occhi commossi del Maestro; le mani non erano più da controllare, ma da baciare e da bagnare con le lacrime di commozione. San Tommaso non è il patrono degli increduli, o degli scandalizzati; è invece il patrono dei tenaci; di quanti – nei momenti di dubbio o di crisi – sanno attendere, rimanendo fedeli alla comunità, nell’attesa che il Signore venga con il dono della fede e della “sua pace”. L’incontro con Tommaso si chiude con un paterno richiamo: “Non essere più incredulo, ma credente”;  che significa: non affidarti più solo ai tuoi occhi, ma guarda alla vita con gli occhi di Dio.

     Fratelli miei, ai nostri giorni è intervenuto di nuovo Gesù; è apparso più volte a Suor Faustina perché ricordi alla Chiesa il mistero della sua Misericordia. Ancora oggi Gesù ripete ai sacerdoti: “Ricevete lo Spirito Santo; a coloro a cui perdonerete i peccati saranno perdonati”. E’LA DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA, voluta da Gesù e che Papa Giovanni Paolo ha arricchito con il dono dell’Indulgenza plenaria. “GESU’ CONFIDO IN TE” – è la giaculatoria suggerita da Gesù stesso e che troviamo sempre accanto all’immagine di Gesù Misericordioso. Anche la Coroncina è stata suggerita da Gesù: è una supplica per scaldare i cuori. “Se questa coroncina sarà recitata accanto a un morente – promette Gesù – mi collocherò io stesso fra quell’anima e il Padre mio, come Salvatore”.

     Fratelli, Gesù oggi consegna di nuovo alla Chiesa il sacramento del perdono; lo consegna non a una comunità di perfetti, ma  a discepoli fragili, anch’essi bisognosi di misericordia e di perdono. I nostri Santi sono tutti peccatori perdonati. La nostra Chiesa è essenzialmente la casa del perdono, un “ospedale da campo”, come dice Papa Francesco. Termino con la preghiera che abbiamo pregato all’inizio: “O Dio di eterna misericordia, che nella ricorrenza pasquale ravvivi la fede del tuo popolo, accresci in noi la grazia che ci ha dato, perché tutti comprendiamo l’inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti”.  Amen,  Alleluia.