2.a  di  AVVENTO  -  C   :  UNA VOCE GRIDA NEL DESERTO

 

     Al cuore di questa seconda domenica di Avvento sta “UNA VOCE CHE GRIDA”.  Scrive S. Luca: “Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!”.  Amici, ai nostri giorni, si parla molto di Alta Velocità, di ponti che crollano, di manutenzione delle strade. Se ne parlava anche ai tempi del profeta Isaia e di Giovanni Battista; ma erano altre strade; strade, dove non erano richieste ruspe e non si esigevano competenze di altissima ingegneria. Non erano Genieri né Isaia, né il Battista. Dio ha affidato al Battista la missione di predicare un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Il Battista lo fa con le parole infuocate dei Isaia: “Raddrizzate la via del Signore; raddrizzate i suoi sentieri; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie spianate”. Il grido di Giovanni  ci giunge dal deserto, dove le strade sono spesso solo un miraggio. Ebbene, questa voce che grida è giunta oggi fino a noi, per invitare anche noi a intervenire con urgenza, per rendere possibile l’incontro con il Signore.

     Si, perché Dio ha scelto di venire incontro all’uomo attraverso Gesù. Ma - ricorda il Battista - anche l’uomo deve fare la sua parte. Dio viene incontro a noi, muovendo lui i primi passi; ma se trova un percorso accidentato, se trova burroni, o muri di separazione, pur essendo Dio, si ferma, nel rispetto della nostra libertà, e perfino delle nostre scelte sbagliate. Ecco perché dobbiamo mettere mano alle strade, e ai percorsi che hanno intessuto la nostra storia. Quante strade abbiamo percorso, pur sapendo che erano pericolose e, a volte, sbagliate! Questo tempo di Avvento è, senza dubbio, una preziosa occasione per fermarci, per un riesame della loro bontà e utilità. L’invito alla vigilanza e alla conversione, che troviamo nelle letture di oggi, ci offre l’opportunità di dare una regolatina al nostro satellitare, perché ci dia le giuste indicazioni,nei crocicchi della vita, per incontrare Cristo. E’ questo, fratelli, il tempo della salvezza.

     Giovanni non grida solo per far giungere anche a noi la sua voce; ma grida anche la sua certezza: Ogni uomo, che lo desidera veramente, vedrà la salvezza di Dio. Il senso dell’Avvento, in fondo, è tutto qui: riportarci sulla buona strada a incontrare il Signore. Per farlo, dobbiamo uscire da noi stessi e dalle nostre false sicurezze e metterci in strada; e sarà lui – Gesù – a venirci incontro. La voce che grida nel deserto annuncia la presenza ormai vicina dell’Inviato di Dio. E’ voce che esige una conversione seria, che investa le scelte e i comportamenti quotidiani.  Dio chiede un cuore disposto ad accogliere i doni di grazia che ogni Natale ci porta.

     Amici, il grido di Giovanni è giunto oggi anche qui, nella chiesa di S. Francesco; è giunto qui, per noi! Ci chiede di lasciare il vecchiume ammuffito per renderci disponibili ad accogliere il nuovo. Il nuovo è una presenza, quella di Dio, che ci ha convocato a questa Eucaristia, per incontrarci, per offrirci il suo amore e rifornirci di vita nuova. Deve però essere chiaro che la presenza di Dio non può convivere con scelte di vita sbagliate e antievangeliche. “Cambiare… Lasciare…!”: quanto è difficile! Riusciremo nella misura in cui consideriamo Dio “il tesoro”, per cui vale la pena perdere tutto pur di venirne in possesso.

     Noi cristiani, quasi inavvertitamente, ci siamo lasciati rubare  il Natale di Gesù dai negozi, dalle luminarie, dagli spot televisivi, dove “Natale” è sinonimo di panettone, di cenone, di svago. Potrebbe così accadere che, trovandoci alla Messa di Natale, mentre facciamo sfoggio degli ultimi acquisti, ci accorgiamo, con rammarico, che non c’è posto per il Bambino che nasce. Tocca allora a noi cristiani, oggi, essere voce di Cristo; tocca a noi annunciare la presenza di Cristo; tocca alla nostra vita coerente far sì che si avveri la promessa di Isaia: “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”.  Fratelli, Gesù è venuto a cercare ciascuno di noi; per favore, vediamo, quest’anno, di farci trovare! Grazie.  Amen.