SECONDA  DI  PASQUA  -  C   :   GESU’  E’  MISERICORDIA

 

     In questa seconda domenica di Pasqua – otto giorni dopo la Pasqua – Gesù Risorto torna a manifestarsi ai suoi Apostoli nel Cenacolo; viene a prolungare la festa della Risurrezione; viene nonostante le porte chiuse; torna nel Cenacolo, lì dove tutto ancora ricorda i grandi gesti d’amore del Giovedì Santo: la lavanda dei piedi, l’istituzione dell’Eucaristia, la preghiera sacerdotale. Il Risorto è tornato nel Cenacolo per rinnovare e prolungare la festa della Pasqua e per confortare l’amico Tommaso che, all’annuncio della risurrezione, non si era fidato della testimonianza dei primi fortunati, presenti la sera di Pasqua. Al rientro nel Cenacolo di Tommaso, tutti i presenti si fanno attorno a lui; tutti vogliono raccontare le emozioni provate nel trovarsi improvvisamente davanti al Maestro che si è mostrato con i segni della passione, ma VIVO. Tommaso ha ancora davanti agli occhi – come tutti loro – il corpo straziato e sfigurato di Gesù, e sembra a lui di sentire ancora il rumore cupo della pietra che avrebbe custodito, finalmente nella pace, il suo amato Gesù; non regge a una notizia così inaudita e, smarrito, esprime così il suo disappunto: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”.

     A ben pensarci, la reazione di Tommaso viene purtroppo ripetuta infinite altre volte, anche dai discepoli del Signore, fino ai nostri giorni; ci scopriamo tutti un po’ “Tommaso”; ci troviamo a sperimentare gli stessi dubbi; vorremmo toccare, renderci conto, andare fino in fondo; anche noi avremmo tante domande da fare… Abbiamo sempre qualcosa che fatichiamo ad accettare; per esempio: che il Crocifisso possa risorgere; o che lo sconfitto possa diventare il vincitore e, addirittura, il SIGNORE!!! Anche noi, come Tommaso, restiamo sconcertati davanti a questo evento. Quanto è difficile credere e, più ancora, affidarci a chi si è lasciato inchiodare alla croce,

     Ma ecco che, a distanza di otto giorni, si presenta di nuovo Gesù; questa volta sono tutti presenti. E’ proprio Lui, con i segni della sua passione ben visibili, e che Tommaso aveva chiesto di controllare. Gli occhi di Gesù cercano gli occhi di Tommaso; Tommaso si sente chiamare per nome dal Maestro che lo invita a toccare le ferite, per rendersi conto della nuova realtà di risorto. Non credo che Tommaso abbia più avuto bisogno di toccare; credo piuttosto che sia crollato ai suoi piedi mentre proclamava, con parole sublimi, la sua fede: “MIO SIGNORE E MIO DIO”. Gesù commenta, non più per Tommaso, ma per noi: “Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”. Ora capisco perché Papa Giovanni Paolo ha voluto fissare proprio in questa domenica la festa della DIVINA MISERICORDIA.  Il Risorto è giunto al Cenacolo, nonostante le porte chiuse, ed è passato,sempre attraverso le porte chiuse, nel cuore dei due Discepoli di Emmaus, e poi di Tommaso. Dove entra Gesù, entra la luce, entra la sua pace, il suo perdono; ci assume nella sua festa.

     Bellissima la professione di fede di Tommaso: “MIO SIGNORE E MIO Dio!”; vi è qui riassunta tutta l’esperienza pasquale del credente: Il Gesù che ritorna a noi come vincitore, e con i segni ben visibili della sua passione. Per due volte, Tommaso ripete quel “MIO” che non indica possesso geloso; ma sta a indicare ciò che è ormai, e per sempre, parte della sua vita, la sua parte migliore, la cosa più cara, l’unica fonte di gioia vera; in una parola, la sua vita. Grande festa, questa della MISERICORDIA: Nella apparizione di oggi, il Risorto ha consegnato alla Chiesa il Sacramento della Riconciliazione: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati”.  Fratelli, nell’augurio pasquale che oggi rinnovo a ciascuno di voi, c’è il grande invito a ritornare ogni Domenica al Cenacolo, dove portare i vostri peccati per consegnarli alla Misericordia di Dio; e dove incontrare ancora il Risorto: vivo nella sua Parola, e vivo nel Pane Eucaristico; e potremo ancora ascoltare la sua promessa: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. E’ la promessa che prolunga, nel tempo, la gioia pasquale e alimenta la nostra speranza. Ripetiamo spesso, anche noi, la preghiera: “RESTA CON NOI, SIGNORE!”.  PER SEMPRE!  Amen.