SECONDA DI PASQUA   -  A   :   G E S U’  E’  M I S E R I C O R D I A

 

     Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù”. A noi verrebbe da commentare: “Che sfortunato!” Non essere stato presente alla prima apparizione del Risorto, è parso a Tommaso uno sfregio. L’annuncio gioioso e concitato, dato al suo rientro nel Cenacolo, l’ha certamente infastidito e umiliato; la reazione che conosciamo, potrebbe essere quella di tanti di noi, che non siamo disposti a sentirci dire che è risorto un morto, già da tre giorni nel sepolcro. Ecco la reazione di Tommaso: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”. Questo scambio concitato di battute ha lasciato in tutti un misto di gioia e di amarezza: di gioia per l’inaspettato annuncio della Risurrezione di Gesù; di amarezza per la reazione di Tommaso che esprime soprattutto la delusione per non essere stato presente; perché Tommaso amava molto Gesù, il Maestro.

     Non posso nascondere la mia sincera simpatia per l’apostolo Tommaso e provo amarezza quando sento definire Tommaso “il capofila degli increduli”. Ma - mi chiedo - come può essere valutato negativamente , e come potrebbe essere rimproverato e disprezzato per un gesto, sfuggito alla sua attenzione, che lo ha portato – primo fra tutti -  a proclamare Gesù : “MIO SIGNORE E MIO DIO”!  Leggendo il Vangelo, nel suo insieme, si scopre che gli evangelisti attribuiscono anche agli altri apostoli la stessa difficoltà a credere. Luca, ad esempio, racconta che, all’apparire del Risorto, “stupefatti e sgomenti, essi credevano di vedere un fantasma”. E, perfino dopo che “mostrò”  loro le mani e i piedi, essi, per tanta gioia e stupore, restavano ancora increduli”. L’evangelista Giovanni racconta – è vero – che Tommaso ha dichiarato di non credere, senza avere prima toccato; ma, appena Gesù gli appare, abbandona ogni resistenza e si prostra in ginocchio, certamente senza piu la voglia di “toccare”. Tommaso aveva chiesto il massimo, ma si accontenta del minimo, accogliendo e riconoscendo subito la presenza del Signore Risorto. Vera, autentica fede!

     Il Vangelo ci fa capire che quell’incredulità iniziale era motivata non tanto dalla mancanza di fiducia nel fatto in sé, quanto piuttosto dallo stupore per una notizia troppo bella. E’ facile dire “CREDO” ; lo diciamo anche noi ogni domenica , dopo aver ascoltato la Parola di Dio. Poi, nella vita, quel “credo” si sperde tra scetticismo, indifferenza. Tommaso è l’apostolo che ha scelto di vivere la Risurrezione con fede solida e matura. Verrebbe da pensare:  tutto è successo per suggerire a noi come vivere il grande annuncio della Pasqua!  “Cercate e troverete” – aveva detto Gesù. Alla richiesta di Tommaso, Gesù condiscende presentando a lui i segni della sua passione e morte.

     Ecco allora il messaggio che potremmo raccogliere da questo evento che oggi viene a coincidere con la festa della Divina Misericordia: cercate la verità con umiltà e costanza; il Signore stesso vi verrà incontro e vi aiuterà a sciogliere i nodi che  impediscono di abbandonarvi al Signore, per ricevere anche noi la Beatitudine che il Risorto ha annunciato a chi crede anche senza aver visto. Oggi, ciascuno di noi dovrebbe gridare davanti al Crocefisso la fede di Tommaso: “MIO SIGNORE E MIO DIO! : E’ la più alta professione di fede di tutto il Nuovo Testamento; una fede personale e appassionata, ad indicare che Gesù è l’unico e il tutto della nostra vita.

     Gesù oggi viene di nuovo incontro anche a noi ; viene a mostrarci le ferite e a invitarci a credere nel suo amore! Il Risorto, dopo aver riportato la pace nel cuore degli Undici, affida loro il ministero della Riconciliazione, dono della sua infinita Misericordia, dono del suo Spirito; accorda cioè il potere di rimettere i peccati. Gli apostoli sanno, a loro volta, di essere peccatori, e di essere stati perdonati; perciò si sentono coinvolti nella missione a loro affidata direttamente dal Risorto: “A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi”. E, nel perdono, ricevuto e donato, ci sarà dato di rivivere la festa che il Padre ha già preparato per tutti i suoi figli e che troviamo ben descritta nel ritorno del Figliol prodigo.  Ecco, ora tocca a noi ripetere il nostro  C R E D O…..