2^  DI  PASQUA  :  GESU’  E’  MISERICORDIA !

 

     Per capire lo sconcerto delle donne e dei discepoli alle prime notizie della Risurrezione, bisogna che noi torniamo per un attimo al sepolcro di Gesù. Tutti noi abbiamo fatto, qualche volta, il mesto viaggio per accompagnare una persona cara a sepoltura. Le poche parole che riusciamo a dire sono: “Poveretto/a, ormai ha finito di soffrire; riposi in pace!”  Sono le parole che probabilmente si erano scambiate le donne presenti alla chiusura del sepolcro. Per loro, quella tomba segnava anche la fine amara di un sogno. Ecco perché l’annuncio della risurrezione trova tutti increduli e sprovveduti; tutti presi da grande confusione ed emozione. E anche quando i primi testimoni danno notizie certe, per avere visto e toccato il Risorto, l’annuncio lascia tutti molto perplessi.

     Il capofila di una schiera interminabile di chi fatica a credere, è appunto Tommaso. All’annuncio gioioso di tutti i presenti, Tommaso replica: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”.  Gesù amava Tommaso; per questo gli stava preparando un incontro molto particolare; ma non subito! Non qualche giorno dopo; il Risorto aveva voluto privilegiare un giorno particolare, il “suo Giorno”, cioè la Domenica, la Pasqua settimanale. E così, otto giorni dopo la Pasqua, Gesù torna nel Cenacolo, dove gli Undici si trovavano insieme, ancora appartati nel timore di qualche rappresaglia da parte dei Giudei. Di nuovo Gesù offre la sua pace; poi invita Tommaso a tendere la mano per toccare “i segni della passione”, cioè i fori dei chiodi e la ferita del costato, i segni cioè del suo immenso amore. Ed è proprio alla vista di questi “segni” che sgorga la più alta professione di fede di tutta la Scrittura: “MIO SIGNORE E MIO DIO”!  Gesù ha voluto mostrare all’amico Tommaso – attraverso i segni della passione – tutto l’amore che l’aveva spinto a morire per lui. Noi diremmo che ha mostrato un amore “da Dio!”  Non rimproveri per l’amico Tommaso! Ma una ulteriore prova d’amore!

     Ecco, fratelli, il senso della festa della Misericordia che oggi celebriamo. Ma, amici, vorrei che ci chiedessimo: quanto ci sentiamo anche noi, come Tommaso, fragili nella fede, e quindi non annunciatori della gioia pasquale? Veniamo, si, alla Messa di Pasqua, ma appesantiti dai nostri dubbi e da tanti problemi irrisolti, che ci fanno dubitare dell’Amore del Padre! A noi, poveri esseri umani, sarebbe forse piaciuto un Cristo che si schiodava dalla croce, un Cristo veramente “Signore”, forte, invincibile! Qualcuno resta ancora deluso nel trovare il Signore della vita ancora inchiodato alla croce! Ha deluso il vedere il Cristo dei miracoli avvolto nel lenzuolo funebre! Qualcuno allora, ma anche dopo, ai nostri giorni, ha concluso che, con Cristo, era morto anche Dio! E che quel sepolcro aveva spento tante nostre speranze! “Noi speravamo – commentano scoraggiati i discepoli di Emmaus – ma ormai sono trascorsi già tre giorni…” e non sapevano che stavano raccontando tutto a Lui, al Risorto che si era affiancato a loro nel viaggio verso casa.

     Ma, amici, non vi sembra stupefacente constatare che Gesù è sempre disponibile all’incontro, per sciogliere le nostre difficoltà? Si presenta personalmente alla Maddalena che sta piangendo per la scomparsa del suo Amato Maestro; si manifesta più volte agli Undici; si intrattiene e mangia con loro;  si unisce ai discepoli di Emmaus per risolvere i loro dubbi; e – oggi – con Tommaso, che vuole toccare con mano i segni della sua misericordia. A me pare di scorgere che, nella mano di Tommaso, sono presenti anche tutte le mani di chi cerca conferme nelle tante crisi di fede e di speranza. Gesù invita Tommaso a toccare le ferite per guarire le nostre ferite, con un gesto di condiscendenza per chi è ancora alla ricerca di conferma del suo Amore.

     Amici, a otto giorni dalla Pasqua, nella festa della Divina Misericordia, il Risorto è di nuovo in mezzo a noi per rinnovarci il dono della sua pace e per darci ancora conferma del suo amore, mentre ripete enche a noi la “Beatitudine pasquale”: “BEATI QUELLI CHE NON HANNO VISTO E HANNO CREDUTO”.  Nella festa della Misericordia, facciamo nostra la preghiera del Salmista: “Rendiamo grazie al Signore perché è buono; il suo amore è per sempre (sal 117). Amen. Alleluia.