FESTA  DI  TUTTI  I    N O S T R I   S A N T I

 

     La festa dei SANTI è uno tra i più attesi appuntamenti dell’anno, anche perché si unisce alla memoria dei Defunti, tanto da formare un tutt’uno con quanti ci hanno lasciato per andare ad abitare il Cielo. E’ la festa che ci porta alla celebrazione della S. Messa e – al termine della Messa - al Cimitero, per portare un fiore ai nostri cari e per ravvivare con l’accensione di un cero, un amore mai estinto. E’ il giorno dei crisantemi che profumano  di storia e di tanti ricordi; è il giorno in cui la famiglia si ritrova ancora unita per una preghiera silenziosa, per una sosta che consenta di alzare gli occhi e rileggere il nome e le date che hanno racchiuso una lunga storia di sofferenza e di amore; da ultimo gli occhi si fermano sulla foto della persona cara, per ravvivare una profonda comunione di affetto e devozione.

     Un tempo, il cimitero era detto Camposanto; santo non solo perché custodisce i nostri Cari; ma “santo” soprattutto perché la nostra fede ci conforta al sapere che essi già godono della vita e della luce di Dio, e quindi già cittadini del Cielo, già accolti in quella schiera immensa di cui parla S. Giovanni nell’Apocalisse: “E vidi una moltitudine immensa che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua”. In questa folla immensa di Santi, riesco a conoscere dei campioni in santità: sono quei Santi che trovo  ogni giorno indicati nel mio calendario e nel messalino. Ma in questa gioiosa moltitudine, vengo a scoprire persone che sono vissute nella mia casa, nella mia città; scorgo anche la mia mamma, la mia nonna; e poi tanti Angioletti che non hanno fatto in tempo a crescere tra noi.

     E allora ho dovuto ricredermi su come pensavo la “santità”; ho finalmente capito che l’invito a essere santi non era riservato ai più bravi, agli eroi, ma era – ed è – per tutti; anche per me! Anche i Santi, proclamati tali dalla Chiesa, erano cristiani come tanti di noi; hanno vissuto le stesse nostre difficoltà; avevano i difetti nostri, forse con i peccati che anche noi conosciamo. Ho così preso atto che la santità è la condizione normale del cristiano; ma è anche l’unica che consente una vera realizzazione dell’uomo. Amici, la vita non può essere semplicemente un tunnel da attraversare tra la nascita e la morte; è inveve “storia sacra”che ha due protagonisti: Dio e l’uomo. Dio è il mio Creatore e Padre: Aveva disposto bene ogni cosa perché, al mio arrivo, la vita potesse trascorrere serena.

     Purtroppo, l’uomo, una volta fatto adulto, ha guastato il progetto di Dio, come già avevano fatto i nostri progenitori, e si è trovato ad affrontare guerre, fame, tristezza, il peccato e questa pandemia  che tanto ci spaventa. Abbiamo così fatto esperienza dei nostri fallimenti; abbiamo assaporato delusioni, malattie e morte. Ma ecco il messaggio che viene dalla festa dei Santi: I Salvati non sono persone extraterresti; sono persone che si sono fidate di Dio, della sua Parola e della sua misericordia. Noi siamo soliti chiamare “beati” quelli che hanno soldi, che vincono al superenalotto, che hanno una buona carriera e una buona pensione: Gesù invece è di tutt’altro avviso. I beati del Vangelo non sono i gaudenti; sono i poveri di spirito, i sofferenti, i perseguitati, i miti, i pacifici. La santità che Gesù ci chiede, s’incarna nelle pieghe della nostra vita e si realizza nella propria famiglia e professione lavorativa.

     Sono molti coloro che sognano una vita diversa e corrono continuamente dai cartomanti, dalle fattucchiere, dai venditori di fumo, per avere soluzioni positive su sogni irrealizzabili e su scelte sbagliate. No, fratelli, Gesù dichiara “beati” coloro che si fidano di Lui e della sua Parola. La festa di Ognissanti ci viene offerta per darci la certezza della salvezza, nonostante il peccato. I Santi sono i testimoni storici  di una vita che la misericordia di Dio ha recuperato e salvato. La purificazione, con i Sacramenti della Riconciliazione e del Santo Olio, hanno fatto riemergere quell’immagine che Dio aveva impresso nella creazione e che ci consente di essere riconosciuti come figli suoi, per essere introdotti nella gloria del Paradiso, tra i Santi. Eccomi allora ad augurare a tutti voi: BUONA SANTITA’. Gesù ci ha creati per una eternità beata. Le BEATITUDINI sono un seme messo a dimora nel nostro cuore, nel Battesimo: facciamolo fiorire questo seme, per entrare anche noi in Cielo con il profumo delle nostre buone opere.  Amen.