DOMENICA DOPO NATALE   -   A   :   SACRA  FAMIGLIA

 

     All’inizio del suo Vangelo, San Giovanni ci ha dato la grande notizia che tutto il mondo attendeva: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. E, per venire da noi, Dio ha scelto di abitare – come tutti noi – in una famiglia, in una nostra famiglia, il luogo naturale dove ogni bambino nasce, cresce, si prepara a vivere da adulto; e dove ciascuno si sente a suo agio, perché sa di essere protetto e amato. Anche il Figlio di Dio ha scelto una nostra famiglia per trasferirvi la sua eterna Famiglia Trinitaria; vi è giunto bambino per poter apprendere la nostra stessa lingua, per imparare a camminare sulle nostre strade; ma soprattutto per condividere con mamma Maria e papà Giuseppe la familiarità con la Parola di Dio e iniziare con il loro aiuto quel colloquio con il Padre che troverà, sulla Croce, l’ offerta suprema della sua vita: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”.

     Nascendo in una famiglia povera e molto “normale”, ma molto buona, Gesù si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi, fuorchè nel peccato. Nella famiglia si è fatto adulto e vi ha trascorso all’incirca trent’anni: è quella fascia d’età che anche noi trascorriamo in famiglia per completare la nostra formazione, in attesa di un lavoro che consenta di lasciare il proprio nido e di camminare con le proprie gambe. Ma il Vangelo ascoltato oggi rivela non solo che il Verbo si è fatto un fragile bambino; ci fa anche conoscere le  prime grosse difficoltà che la famiglia incontra nella fuga notturna verso l’Egitto, e insieme ci offre le prove di come Dio è sempre presente nelle vicende di ogni uomo, con la sua protezione e i suoi interventi.

     Quello che più mi ha colpito nel racconto di Matteo è stata l’obbedienza di Giuseppe: pronto a partire, pronto a fare ritorno. Giuseppe e Maria sempre disponibili alla Parola di Dio, senza sbuffare, ma anche senza accampare privilegi di merito. Senza perdere la fede e la pace davanti alle ingiustizie e alle violenze. Le nostre famiglie hanno molto da imparare dalla famiglia di Nazaret; è facile capire che le nostre famiglie, per essere “sante”, devono accogliere Gesù in casa; non solo una icona appesa al muro, ma il Gesù, Figlio di Dio, accolto nel cuore; il Gesù pregato e adorato.

     Oggi, tutti vogliono parlare della famiglia: la Chiesa per preservare questa istituzione, e riproporla come l’ha pensata il Creatore; ma molti  ne parlano per deformare, o addirittura, per demolire questo primitivo progetto di Dio. I modelli che continuamente vengono proposti da stampa e televisione, vengono solitamente da chi purtroppo ha già fallito e propone, come rimedio, il libero amore. Un noto uomo politico ha scritto che è ormai ora di liberare l’umanità dalla gabbia della famiglia; è stato anche affermato che il matrimonio è la tomba dell’amore! Sono certo frasi di effetto! Evidentemente chi ha dato queste definizioni non ha avuto la gioia di crescere in una famiglia vera, fedele al Vangelo, dove ci si vuole bene, dove ci si perdona e dove si respira amore e pace.

     La famiglia è una realtà così bella che anche Dio ha sentito il bisogno di averne una. A protezione della sua famiglia, Dio non ha messo una scorta armata; ha invece inviato, nei momenti critici, un angelo che, pur non facendosi visibile ai nostri occhi, ha trasmesso, nel sogno, i suggerimenti utili a preservare il Bambino dalla violenza omicida di Erode. Anche la famiglia santa di Gesù ha vissuto momenti di gioia e pace; ma anche tanti altri di grande sofferenza, come è stata l’emigrazione forzata in Egitto e, più tardi, la beata morte di Giuseppe. L’amore reciproco, l’obbedienza a Dio e la fedeltà alla preghiera sono il vero cemento che legano i componenti la famiglia, i quali sempre possono contare nella protezione degli Angeli e nell’aiuto di Dio.

     Celebrare il Natale significa, anche per noi, accogliere in casa il Bambino Gesù, nella sicura speranza che, con Gesù presente nella nostra famiglia, anche le prove più difficili e sofferte, saranno superate. Con Gesù presente, si viaggia sicuri. Facciamo nostro l’augurio ascoltato nel Canto dell’Alleluia: “La pace di Cristo regni nei nostri cuori; la Parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.  Alleluia.