SACRA FAMIGLIA  :  SANTA E’ LA FAMIGLIA DOVE ABITA DIO.

 

     E’ trascorso da poco il Natale, Trascinati dal gioioso invito degli Angeli, anche noi, con i pastori, ci siamo recati a Betlemme per “vedere” il prodigio annunciato nella notte. I nostri occhi vi hanno trovato una famiglia: un papà e una mamma molto giovani e un neonato. Naturalmente gli occhi si sono subito posati sul Bambino, adagiato in una greppia, perché di lui l’Angelo aveva detto: “è nato per voi un Salvatore che è Cristo Signore”. Oggi invece la Liturgia ci porta a Nazaret, dove la famiglia di Gesù aveva fatto ritorno, dopo il censimento. L’Imperatore Cesare Augusto aveva indetto il censimento per conoscere la consistenza numerica del suo immenso impero; di certo non poteva sapere che in quel censimento era stato registrato un personaggio infinitamente più grande di lui: nientemeno che il Figlio di Dio, nato “uomo” a Betlemme, nella città dei re; come non poteva sapere che proprio a Roma, la Capitale del mondo, quel nuovo Cittadino avrebbe stabilito la Sede di Pietro e dei suoi successori. Quante sorprese nel Natale di Gesù!

     Oggi dunque la Liturgia domenicale ci invita a recarci a Nazaret, dove si era stabilita la famiglia di Gesù. Con nostro disappunto, i Vangeli sono stati molto avari di notizie sugli anni di Gesù in famiglia; riportano soltanto alcuni episodi della sua infanzia, dai quali tuttavia si possono intravedere i tratti salienti della sua infanzia, adolescenza e della sua vita nella bottega del padre. Luca, con una sola frase, sintetizza così gli anni di Nazaret: “Gesù era loro sottomesso – La Madre custodiva nel suo cuore tutte queste cose – Gesù cresceva in età, sapienza e grazia davanti a Dio e davanti agli uomini”. Sono le parole che ci danno uno spaccato dei trent’anni trascorsi a Nazaret. Fratelli, questa è, in sintesi, la storia più che normale della famiglia di Gesù, Giuseppe e Maria; nessun miracolo; nessuna visita di cortesia, salvo quella dei Re Magi, nell’infanzia; nessuno che abbia scorto in Maria la straordinarietà del suo ruolo e degli straordinari privilegi di cui Dio l’aveva ornata.

     Eppure la festa di oggi sta a ricordare che quei trent’anni di vita normale e nascosta sono stati “anni santi”! Tanto normali quei trent’anni, al punto da far dire, più tardi, ai suoi concittadini: Noi sappiamo tutto di lui, conosciamo tutta la famiglia e la parentela! Lo dicevano con disprezzo, nell’intento di misconoscere la straordinarietà della sua attività taumaturgica. Molte cose le sappiamo anche noi: che pregava, che frequentava la sinagoga, che osservava il Sabato, che conosceva bene la Bibbia, che lavorava nella bottega del padre. Ma quello che era sfuggito all’attenzione dei concittadini, era il progetto di Dio su ciascuno dei componenti la santa Famiglia: non sapevano che Dio aveva scelto di farsi uomo, uno di noi, in una nostra famiglia umana; una famiglia povera, di semplici lavoratori, ricca però di grandi valori umani e spirituali: amore, rispetto, servizio, obbedienza a Dio, ecc.

     Ecco perché la Chiesa propone a nostro modello questa famiglia santa, a cui fare riferimento in ogni situazione di vita; ci ricorda anche che, con il sacramento del Matrimonio, Dio si è impegnato a vivere con gli sposi e con la famiglia, allo stesso modo come era presente nella famiglia di Nazaret. Dio è entrato nel mondo calandosi nella esperienza concreta di una famiglia; nella sua breve permanenza tra noi, il Signore Gesù ha fatto esperienza di tutte le nostre prove e difficoltà: gioia e sofferenza, precarietà del lavoro, fatica, fame e sete, la malattia e la morte di Giuseppe, la persecuzione e l’esilio; tutto… fino alla condanna a morte nel patibolo dei malfattori. Ha cioè provato sulla propria pelle il difficile mestiere di essere uomo. Dunque la famiglia di Nazaret non è un’astrazione; è invece un modello concreto cui ricorrere in ogni circostanza per attingervi una lezione di vita.

     La festa di oggi è invito a specchiarci nella santa Famiglia di Nazaret e a fidarci di Dio, presente con il suo amore e la sua provvidenza, non per risparmiarci croci e difficoltà, ma per insegnarci a vivere nella pace, confidando sempre nel suo aiuto. Fratelli, in ogni difficoltà, ripetiamo la preghiera ascoltata all’inizio: “O Dio, nostro Padre, che nella santa Famiglia ci hai dato un vero modello di vita, fa’ che nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore, perché possiamo godere la gioia senza fine”.  Amen.