OQUINTA DI PASQUA  -  C  :  A M A R E COME SA AMARE DIO.

 

     La pagina di Vangelo ascoltata ci riporta nel Cenacolo. Il momento è drammatico. Giuda è appena uscito per concordare con i Capi le modalità dell’arresto del Maestro: il segnale concordato sarà un bacio! Gesù, nel frattempo, ha lavato i piedi agli apostoli e ha istituito l’Eucaristia; poi si intrattiene a lungo con i suoi per confermare il suo amore e per far conoscere le sue “ultime volontà”, prima di inoltrarsi nella solitudine della sua Passione. Le parole che rivolge loro sono di altissimo valore e hanno tutto il sapore di un Testamento spirituale. Gesù parla dell’amore fraterno definendolo “comandamento nuovo”. “NUOVO” – riferito all’amore – potrebbe suscitare meraviglia, in quanto la parola “amore” la troviamo in ogni piega della nostra vita: canzoni, film, romanzi…; l’amore è celebrato, è cantato, è urlato, raccontato.

     Avvertiamo purtroppo che “amore”è anche parola usurata , strapazzata, logora. Per averne conferma, basta accendere la tivù, o aprire i giornali, per constatare che non solo la politica è percorsa da tensioni e divisioni che generano guerre e morte; ma anche la disgregazione delle famiglie: esse, che nascono sempre con una solenne promessa di amore eterno! E perfino le comunità cristiane, che pure traggono, proprio dal Cenacolo, l’esempio dell’amore di Cristo, che lava i piedi agli apostoli e fa dono della sua vita nell’Eucaristia, e che dovrebbero vivere l’amore nel servizio reciproco con gesti concreti di amore, spesso sono invece di scandalo; come di scandalo imperdonabile sono le divisione delle varie confessioni cristiane. Ecco il senso del “nuovo” nell’amore: “Amatevi – dice Gesù – COME IO HO AMATO VOI”!

     Fratelli, ho letto in questi giorni una statistica raccapricciante. In Italia, nelle nostre famiglie, viene perpetrato un omicidio ogni due giorni; se è così, devo concludere che la famiglia uccide più della mafia! Ma, al di là delle statistiche di morte, è davanti a tutti lo sconquasso sociale che creano le separazioni e la disarmonia nelle nostre famiglie. Ecco, fratelli, in quale terreno cade oggi la Parola di Dio: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: Se avete amore gli uni per gli altri”. Gesù ha definito la sua richiesta “comandamento NUOVO”, perche richiede un modo nuovo di amare, con le caratteristiche che sono proprie nell’amore di Dio, che ha dato la vita per noi: “Io offro la vita per le pecore”- ha detto Gesù; un amore che rivela la presenza del cuore stesso di Dio, che ama l’uomo attraverso il cuore dell’uomo.

     Fratelli, questo amore è l’unico segno veramente assoluto della presenza del Signore nella nostra vita, ed è il segno vero che identifica e qualifica un cristiano. Il cristiano non lo si riconosce dalla crocetta che pende dal collo, o dagli orecchini; non dalle scelte politiche e neppure dalla fedeltà alla messa festiva. Oggi è Gesù a darci il segno di riconoscimento: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete AMORE GLI UNI PER GLI ALTRI”. Dunque è “come si ama” la nostra Carta d’identità; è l’amore …quello che si rifà all’amore di Cristo! Fratelli, noi – quando usciamo dalla chiesa  - in ufficio – al lavoro – a scuola – e specialmente in famiglia – noi siamo riconoscibili come “cristiani” solo se viviamo questo amore reciproco, che si esplica nel perdono, nella stima reciproca, nell’essere sempre disponibili all’aiuto e al servizio.

     Tutto questo, perché abbiamo in comune un solo Padre, e noi siamo tutti fratelli. E’ questa la strada indicata da Gesù per realizzare il sogno di Dio: “Che tutti siano una sola cosa, come tu Padre sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”. Cristo è morto in croce per realizzare questo sogno; e questo sogno siamo – o dovremmo essere - noi, la Chiesa. A chiusura, torno sulle domande che hanno aperto questa Omelia: Io, cristiano, come amo? – Di che amore amo? – Quando amo il coniuge, i figli, i genitori anziani, gli amici, i poveri, il mio amore ha in sé i connotati dell’amore di Cristo? Ecco, fratelli, il nostro documento di riconoscimento: è la capacità di spartire la nostra vita con i fratelli! Amen.  Alleluia.