QUINTA DI QUARESIMA  -  C   :   SOLO L’AMORE GUARISCE E DA’ VITA

 

     Mentre Gesù si trovava nel tempio ad insegnare, e molta gente gli stava attorno ad ascoltare, fu bruscamente interrotto da un vociare rumoroso di uomini che stavano trascinando una donna che era stata sorpresa in flagrante adulterio. Il drappello era composto da soli uomini; erano scribi e farisei, giunti davanti a Gesù con l’intento di metterlo in difficoltà con una domanda che richiedeva una risposta che l’avrebbe comunque messo in cattiva luce. Infatti la Legge di Mosè imponeva la pena di morte per lapidazione della donna sorpresa in adulterio. Se Gesù avesse acconsentito alla lapidazione avrebbe smentito il suo continuo richiamo alla misericordia; se avesse salvato la donna, sarebbe venuto meno a una norma che voleva quella punizione. La donna è lì in mezzo, in piedi, davanti a Gesù, terrorizzata per una morte già annunciata, ma ancora appesa a un gesto di pietà di Gesù; gli accusatori la stringono in cerchio nella certezza di poterla aggredire per una punizione esemplare; Gesù, aggredito anche lui da chi sperava di umiliarlo, si china per scrivere qualcosa sulla polvere , quasi a mostrare indifferenza al pesante dilemma, la cui soluzione tutti attendevano. Ma, sollecitato, Gesù non si sottrae alla sfida; si alza e pronuncia la sentenza che è quella prevista dalla legge, ma con una clausola che zittisce tutti, creando incertezza e disagio; dice Gesù: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. La strategia di Gesù è perfetta: la Legge è così rispettata, ma soprattutto è attivata la misericordia con cui il divino Maestro guardava alla salvezza della donna. Poi Gesù si china ancora e continua a scrivere per terra. Che cosa scriveva? Sarebbe importante saperlo, anche perché è l’unico scritto di Gesù nel Vangelo, ma purtroppo consegnato alla polvere. Nulla sappiamo. A me verrebbe il sospetto che stesse scrivendo i nomi di quanti gli avevano consegnato la donna. La supposizione sarebbe surrogata dal fatto che quelli, uno alla volta, a iniziare dai più anziani, a capo chino, abbandonarono la preda e il campo di battaglia e si allontanarono. Gesù si alzò e trovò dinanzi a sé la donna, sola, a implorare pietà e salvezza; e finalmente si sentì guardata da un uomo con amore e compassione.

     Quante volte sentiamo ripetere che la giustizia deve fare il suo corso e che il reo, per ogni colpa, deve essere punito con sentenza “esemplare”, intendendo “molto severa”! Non è certamente così il pensiero di Gesù che, tra l’altro, chiede a noi di andare in carcere a “fare visita” ai carcerati per portare aiuto e conforto. Mi sovvengono le parole di Papa Francesco che, parlando ai carcerati, disse che anche lui avrebbe meritato di fare quella esperienza. Solo  Gesù , attraverso lo sguardo, riesce a penetrare nel cuore dell’uomo e nel sacrario della sua coscienza, e suscitare il desiderio di ravvedimento e di conversione. Gesù non banalizza la colpa; anzi, più volte ne fa l’elenco , chiamandole per nome. Fissando il suo sguardo di compassione verso la donna, le dice: “Va e non peccare più”! Gesù non si limita al perdono; restituisce alla donna la gioia di una vita nuova; e restituisce la condannata alla sua famiglia, per una fase nuova di vita. Possiamo solo immaginare la gioia della poveretta nel trovarsi ancora in vita e fuori pericolo, dopo una sentenza che l’aveva già consegnata nelle mani degli addetti al triste epilogo.

     Oggi i media stanno veicolando l’esaltazione del libero amore e della reciproca infedeltà; se ne fa promotrice la nostra TV, su tutti i canali, con video piccanti ed esaltati dai protagonisti e dai conduttori. Gesù condanna il peccato, ogni peccato, soprattutto l’infedeltà; ma non condanna il peccatore; anzi, Gesù ha più volte affermato di essere venuto a cercare l’uomo peccatore e a salvare ciò che era perduto; e pertanto invita anche noi oggi a renderci generosi nel concedere il nostro perdono: è l’unica forza capace di guarire e rimettere in pista chi ha sbagliato; non certo le pietre; non certo il livore di chi si sente tradito. L’evangelista Luca ha riferito che gli accusatori se ne sono andati uno dopo l’altro; forse hanno avuto il dubbio che Gesù conoscesse i loro peccati e i loro trascorsi peccaminosi. E chissà che qualcuno di loro non sia tornato poi a cercarlo per avere, lui pure, la guarigione e la salvezza.

     Questo episodio dovrebbe insegnare qualcosa anche a noi. Gesù insegna che chi sbaglia ha diritto di sopravvivere per avere tempo per guarire e riparare; e ha diritto a un supplemento di amore; soprattutto in famiglia, i contrasti e le controversie si risolvono solo con gesti d’amore e con il conforto della promessa di Gesù: “Ritornate a me con tutto il cuore, perché io sono misericordioso e pietoso”.  Amen.