QUINTA DI QUARESIMA  -  B   :   VOGLIAMO  CONOSCERE  G E S U’

 

     L’evangelista Giovanni ci ha offerto oggi una pagina molto intensa. La richiesta di alcuni pellegrini, venuti dalla Grecia, e soprattutto le dichiarazioni di Gesù, sono una autentica rivelazione per una conoscenza definitiva del Figlio di Dio. I pellegrini greci si accostano a Filippo e, senza preamboli, dicono: “Signore, vogliamo vedere Gesù!”. A questo punto, mi sono fermato anch’io per immaginare cosa avrebbe risposto ciascuno di noi, se, all’uscita dalla chiesa, un turista ci chiedesse dove poter incontrare Gesù.  Provo solo a pensare all’imbarazzo che può creare il collega, o la collega, di ufficio che chiedesse: Tu, che frequenti la parrocchia e mi parli del Vangelo, hai mai incontrato Gesù? – e, se SI, dove potrei incontrarlo anch’io? Capisco che domande, così congeniate, difficilmente potranno essere formulate; però uno può anche pensarle per sé, al fine di darsi delle risposte.

     Gesù risponde così: “E’ venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato”. In Giovanni, il termine “glorificazione” esprime “vittoria della croce”. Dunque Gesù presenta se stesso, non con il curriculum che usiamo noi quando cerchiamo lavoro; invece va subito alla sostanza della sua identità, che è: dare la sua vita perché noi viviamo; così come avviene per il chicco di grano: “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. Si, fratelli, non si può capire Gesù senza la croce, abbracciata per amore. E’ Gesù Crocifisso che, da quel lontano Venerdì di Passione, continua ad attirare a sé tanti uomini e donne. Non i grandi teologi, non i grandi predicatori, e nemmeno i nostri programmi pastorali…, ma il chicco di grano, caduto a terra, e che marcisce, disperdendosi nella terra, per dare  vita a tanti chicchi.

     Questo, ascoltato oggi, è l’ultimo discorso pubblico di Gesù, nel Vangelo di Giovanni; Giovanni chiude questa pagina con una promessa: “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. Con la parabola del seme che muore per dare vita, Gesù spiega il mistero della croce; spiega il motivo per cui si è fatto uomo: è la manifestazione dell’amore di Dio per l’uomo. La croce, nel Vangelo di Giovanni, è sinonimo di vittoria sul male e sulla morte; la croce è la gloria dell’amore. Dio sta dove c’è un seme che muore per dare vita. Dio non è sceso dalla croce, come chiedevano i soldati crocifissori, per dare un segnale della sua divinità; Dio ha scelto la prova d’amore; ha così voluto indicare, anche a noi, che l’unica forza vincente è solo l’amore. Sono tanti quelli che cercano Gesù e non sanno dove trovarlo. Molti hanno cercato nei romanzi, altri nei film; ma vi hanno trovato un Gesù, o politico, o di parte, o sentimentale. Gesù ha oggi chiarito che è possibile trovarlo e conoscerlo soprattutto nel gesto d’amore estremo, nella sua morte in croce.

     Fratelli, il crocifissino d’oro che pende al collo, o al polso, o negli orecchini, non può essere solo un ninnolo per ostentare buon gusto, o peggio, un porta fortuna. La croce resta sempre uno strumento di tortura, accettato da Gesù, per darci la prova di quanto siamo stati amati da Dio. E dunque, chi chiedesse dove poter incontrare Gesù, io risponderei: nel Vangelo, unica fonte sicura e completa. E se chiedesse di poter conoscere, in poche parole, il personaggio Gesù, non mi resterebbe che accompagnarlo davanti  a Gesù Crocifisso; perché Gesù, nella sua morte in croce, non solo ci ha dato la prova di averci amato “sino alla fine”, ma ha voluto anche accoglierci nella sua morte per farci risorgere con lui a vita nuova.

     Il Crocefisso è amore donato a tutti, perché nessuno debba sentirsi abbandonato o escluso dal suo amore. Solo la croce ci dà la vera identità di Gesù; da lì, Gesù ha parlato a San Francesco; dalla croce continua a parlare a ognuno che si fermi. Poi il seguito lasciamolo a Lui, a Gesù Crocefisso, come ci ha suggerito, oggi: “E IO, QUANDO SARO’ INNALZATO DA TERRA, ATTIRERO’ TUTTI A ME”.  Amen.