QUINTA DI QUARESIMA  -  A  :  GESU’  SCOPPIO’  IN  PIAQNTO”

 

     Lazzaro e le sorelle Marta e Maria sono la famiglia più amata da Gesù. Abitano a Betania, un villaggio di poche case, appena fuori di Gerusalemme, sulla strada che scende verso Gerico. Al centro del racconto odierno, non sta Lazzaro, il morto risuscitato, ma Gesù. Il tema prevalente è la fede in Gesù che dona vita. Anche nella famiglia più cara a Gesù, arriva il momento difficile e temuto della malattia e della morte. Muore Lazzaro. A Betania accorrono parenti e amici di famiglia a consolare le sorelle in pianto; sono in tanti, ma manca purtroppo l’amico più importante: Gesù. Eppure era stato avvertito della gravità della malattia. Gesù spiegherà poi il motivo del suo ritardo: doveva essere, per Gesù, l’occasione per un annuncio straordinario che riguarda il nostro problema più angosciante, la morte appunto.

     Gesù deve precisare che – pur guarendo tanti ammalati – non era però venuto a modificare i ritmi della vita; non era venuto a sottrarci alla morte, né a intervenire sul decorso di malattie sempre nuove e sempre più aggressive; era venuto invece a dare un senso nuovo sia alla vita, sia alla morte. Gesù vuole oggi parlarci di risurrezione; vuole ripetere anche a noi che la nostra vita continuerà a essere inghiottita dalla morte, ma la morte non sarà l’ultima parola. Morire è come entrare nel buio della notte, nella certezza che il sorgere del sole vincerà il buio e la notte, per offrire un giorno nuovo, quello della Risurrezione, che non conoscerà più tramonto.

     Ma a fare problema nel racconto di oggi è comunque il ritardo di Gesù, inspiegabile per le sorelle. E’ il problema che viviamo con sofferenza anche tutti noi, quando ci poniamo in preghiera per fatti gravi che incombono e non ci viene l’aiuto sperato. Marta rivolge a Gesù un garbato rimprovero: “Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto”! Anche noi vorremmo un Dio interventista, che aggredisce il male e che ci tiri fuori dai guai; anche noi vorremmo un Dio che salva dalla morte e dalla sofferenza. Ma tutto questo non è secondo il progetto di Dio. Anche Dio, in Gesù, ha accettato la morte, ma per sconfiggerla con la Risurrezione. La risurrezione di Lazzaro è solo un anticipo del grande evento che vivremo a Pasqua. Nella Risurrezione di Cristo, la morte non è più l’ultima parola della vita. Dopo la risurrezione, Lazzaro dovrà di nuovo affrontare malattia e morte; ma il suo ritorno alla vita indica che la Parola di Dio è più forte della morte: è Lui il vero Signore della vita e della morte.

     Ma l’evangelista Giovanni vuole dirci di più: nel pianto di Gesù ha voluto farci sapere quanto ciascuno di noi è amato! Ma… lo sapevate che Dio piange? E’ un mistero che Gesù sia Dio; ma è mistero più sconvolgente sapere che Dio possa piangere! Il Dio rivelato da Gesù non è un Dio imperturbabile, che osserva dall’alto il trambusto di questo povero mondo. Gesù ha pianto la morte di Lazzaro con le sorelle; le sue lacrime sono per noi una dichiarazione d’amore! Fratello che soffri, sorella che sei divorata dall’angoscia e dalla paura, Dio soffre con te, Dio piange con te, perché ti ama. Ma avete mai immaginato di vedere il volto di Dio rigato dalle lacrime?! Nel racconto di Giovanni, Gesù giunge davanti a una tomba per proclamare la vita: “Io sono la risurrezione e la vita”! E Marta risponde: “Si, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio”. Fratelli, è questa la nostra fede, anche quando ci troviamo a gestire la morte? Gesù,  davanti a una tomba aperta, “grida a gran voce: LAZZARO, VIENI FUORI!”

     Fratelli, sento che quel grido è oggi anche per tutti noi: Vieni fuori! Vieni fuori dal sonno, dal torpore, dalla passività; vieni fuori da una vita piatta, fatta di abitudini e di comodità. Non fermarti alla morte! è ora che ti riprenda la tua vita; vieni anche tu, fratello, a celebrare nella gioia la Pasqua del Signore!. Il Signore della vita chiama tutti alla libertà. La speranza dell’uomo ha ora un nome nuovo: GESU’ CRISTO CROCIFISSO E RISORTO. “Io sono la risurrezione e la vita – ci ripete Gesù – chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno”! Fratelli, è così la nostra fede?  Rinnoviamola ora, mentre ripetiamo la nostra professione di fede, recitando il CREDO.