15.ma  DOMENICA  -  B  :  GESU’ CONSEGNA IL VANGELO AI DODICI

 

     Quando Gesù chiamò a sé i primi discepoli, sulle rive del lago, aveva fatto loro una strana dichiarazione: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. Essi avevano lasciato la famiglia e il lavoro per farsi discepoli del Signore; con lui avevano fatto molta strada; avevano approfondito la conoscenza di lui, soprattutto nell’ascolto dei suoi insegnamenti e nelle sue scelte di vita: povertà, obbedienza al Padre, una vita totalmente donata ai poveri, agli ammalati, ai peccatori, agli ultimi. Gesù li riteneva ormai pronti per una prima esperienza missionaria. Mancavano ancora le ultime istruzioni, quelle che abbiamo ascoltato oggi: “Ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche”.

     Sono istruzioni preziose per i missionari di ogni tempo. Per camminare speditamente avevano bisogno di bastone e sandali; ma il loro bagaglio doveva essere leggero; soprattutto non dovevano prendere denaro; quello che più contava era che fossero consapevoli di essere portatori di una Parola efficace, l’unica che poteva cambiare la vita di coloro che l’accoglievano. Gesù ha voluto avvertirci di un pericolo che tutti corriamo: più mezzi abbiamo, più corriamo il rischio di confidare in essi, e non nella potenza della sua Parola. Li mandò “a due a due”, cioè in coppia. Gesù aveva già dato un criterio per rendere visibile e operante la sua presenza: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. La nuova missione affidata ai Dodici doveva continuare la missione che il Padre aveva affidato a Gesù. E’ la stessa missione che Gesù affida oggi alla Chiesa; non solo ai Vescovi e ai missionari che varcano i propri confini per raggiungere paesi lontani, ma a tutti i sacerdoti, ai catechisti e soprattutto ai genitori, formatori e primi catechisti dei loro figli.

     Il Vaticano II ha chiamato alla missione tutti i laici battezzati, senza distinzione: tutti impegnati in prima persona a sconfiggere il male e a prendersi cura degli ammalati,dei poveri, degli ultimi; tutti abilitati a facilitare l’incontro con Gesù, unico Salvatore dell’uomo. Anche a noi Gesù ricorda che non sono le strutture, né l’ottima organizzazione, né il denaro a garantire il successo. L’unica garanzia viene dalla Parola che annunciamo; Gesù ha promesso: “Io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Il discepolo infatti non parte per la missione di sua iniziativa. E’ Gesù che chiama e invia; chiama sempre e sempre invia. Spesso noi siamo restii a impegnarci nella missione di annuncio; diciamo che siamo in pochi, o che non siamo all’altezza. Gesù non era di certo di questo avviso, quando affidò ai Dodici di predicare il Vangelo in tutto il mondo; non era di questo avviso nemmeno nella scelta di mandarli a due a due! Gesù non ha atteso di avere molti discepoli per dare inizio alla missione; gli sono bastati dodici, e poi undici! A loro ha affidato il compito di portare la salvezza fino ai confini della terra.

     Le scelte di Gesù sono certamente un monito per la Chiesa, perché non continuiamo a piangerci addosso; perché non stiamo sempre a fare la conta di quanti siamo; perché non ci fermiamo a raccogliere miserie e fallimenti. Gesù ci chiede di stare con lui. L’evangelista Marco riporta l’ultimo mandato con queste parole: “Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano”.  GRANDISSIMO GESU’ !!  Gesù ci chiama, ci affida il suo Vangelo; si fida di noi pur conoscendo le nostre fragilità; ci ricorda che la forza dell’annuncio è nella Parola che annunciamo. Coraggio, fratelli, Dio è con noi, cammina con noi. E’ lui che dobbiamo annunciare con la parola, e più ancora con la nostra vita. Dio ha voluto avere bisogno di me, di voi, per raggiungere ogni uomo. E’ l’uomo la strada di Dio !  Amen.