DOMENICA  4.a   -   A   :   PRESENTAZIONE DEL SIGNORE AL TEMPIO

 

     Questa quarta domenica del T.O. viene a coincidere, quest’anno, con la festa della Presentazione del Signore al Tempio, nel quarantesimo giorno dal Natale: è il primo pellegrinaggio della S. Famiglia al Tempio di Gerusalemme, per ottemperare alla prescrizione data a Mosè nella notte della liberazione dalla schiavitù dell’Egitto. In quella notte, Dio aveva risparmiato i primogeniti della popolazione israelita; ed era fatto obbligo di offrire al Signore ogni primogenito, che poi veniva riscattato e riportato in famiglia, in cambio di una offerta al Tempio. Con questa Presentazione, Dio Padre accoglie il Figlio Unigenito come gesto di riconoscenza da parte dei santi Genitori; e il Padre riconsegna il Figlio alla Madre e, attraverso Lei, alla umanità intera.

     Anche noi oggi abbiamo simbolicamente preso parte a questo pellegrinaggio al Tempio con Giuseppe e Maria; anche noi, per consegnare al Padre il Bambino, il nostro Salvatore; e il Padre ci ha restituito il Figlio consegnandolo alle braccia di ciascuno di noi. Quel Figlio ci è stato dato perché vivesse con noi, e stesse con noi, per sempre. Anche a noi è richiesta l’offerta del riscatto; non più denaro o vittime per il sacrificio, ma la nostra disponibilità ad accoglierlo con cuore puro.

     I fratelli Ortodossi chiamano questa ricorrenza “FESTA DELL’INCONTRO”, per sottolineare l’importanza dell’incontro, tanto atteso, di Simeone e Anna con il Cristo Salvatore. Un incontro che ha recato una gioia immensa nei due vegliardi, espressa con il canto di lode di Simeone: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, perché i miei occhi hanno veduto la salvezza”. Permettetemi, fratelli, di confrontare la gioia di Simone e di Anna con i nostri incontri con il Signore; incontri improntati, il più delle volte,  per trattare dei nostri affari, ( “dare e avere”), o di problemi da risolvere; i nostri, sono per lo più incontri di gente triste e arrabbiata; incontri senza calore,  e senza quella gioia che dovrebbe caratterizzare un incontro tra amici che si vogliono bene.

     Mi torna alla mente la vecchia favola della piccola fiammiferaia. Una bambina si fermava ogni giorno all’angolo della strada a vendere fiammiferi, per comprarsi qualcosa da mangiare; ma nessuno gliene comprava. A sera, stremata dal freddo e dalla fame, cercò di accendere i fiammiferi invenduti per riscaldarsi al tenue calore degli zolfanelli che aveva sperato di vendere e che nessuno aveva acquistato.

     Fratelli, oggi tante persone stanno morendo di freddo e di fame di Dio e di amore, perché nessuno le ha condotte alla fonte di luce e di amore che è Cristo. Nel Battesimo ci è stata consegnata una candela che aveva attinto la fiamma al Cero pasquale. Oggi ci viene di nuovo offerta una candela accesa per ricordarci che quel Bambino che ci è stato donato si è poi dichiarato: “Luce del mondo – Vita eterna – Fuoco”. La candelina che portiamo a casa dà una luce flebile; ma, se viene accostata a materiale infiammabile, diventa falò. Accendiamola nei momenti bui della vita, nei momenti di paura e di solitudine; servirà a ravvivare il nostro Battesimo, consentendo, a chi l’avesse riposta, spenta, di accostarsi a noi per riaccendere la propria.

     Papa Giovanni Paolo II, nel 1997, ha creduto bene di indire e fissare al 2 Febbraio, la GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA. In questo giorno, tutti i Consacrati si raccolgono attorno al proprio Vescovo per una solenne Concelebrazione, per rinnovare, nelle mani del Pastore, i voti di povertà, obbedienza e castità. E’ una preziosa opportunità per i Religiosi il trovarsi insieme nella preghiera di lode e di ringraziamento, per il dono della Vocazione e per sollecitare dal popolo di Dio il loro sostegno; e, tutti insieme, per accendere quel fuoco che Gesù è venuto a portare sulla terra.

     Al tempio, il piccolo Gesù ci è arrivato tra le braccia della Madre. Insieme, preghiamo, oggi, Maria perché, al termine della vita, accolga noi tra le sue braccia, per consegnarci al Padre della misericordia, e ci mostri ancora, e per sempre, Gesù, il Frutto benedetto del suo seno; o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.  Amen.