QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA “LAETARE” :  GESU’ CI PARLA DELL’AMORE DEL PADRE

 

     Nella pagina di Giovanni appena ascoltata, Gesù svela a Nicodemo la sua identità e svela la trama della sua vita, dentro un grande progetto d’amore. La rivelazione di Gesù introduce alla verità più alta e più inattesa dell’amore di Dio; Gesù fa conoscere a Nicodemo l’ultimo e definitivo progetto dell’amore di Dio per l’uomo. “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo”; e ancora: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”. Fratelli miei, quanto è straordinario questo colloquio, che si protrae per l’intera nottata, tra Gesù e Nicodemo! Gesù gli confida che sarà condannato a una morte crudele, la crocifissione, per divenire un segno vivo dell’amore del Padre. L’assurdità della croce diviene parola irrevocabile di fedeltà al Padre e della passione di Dio per l’uomo.

     Gesù, per farci tutti partecipi di questo flusso di vita e di amore, pone come condizione di “credere in Lui”. “Credere” non significa avere tutto chiaro, né avere tutte le risposte su Dio e la Rivelazione; fede è un affidarsi quotidiano al suo progetto d’amore; è riconoscere che la vita che ci viene da Dio non è un premio dovuto, ma trova la sua radice nella infinita ricchezza della misericordia di Dio. Tutto ci è dato per grazia. “Credere”  è dunque affidarsi a Dio anche quando non tutto ci è chiaro; e ciò comporta dover abbandonare le proprie certezze, per entrare nelle certezze di Dio. Infatti “credere nel Figlio” significa mettere la propria vita nelle sue mani e ricevere, in cambio, la vita eterna.

     Ecco, Gesù ha spiegato a Nicodemo che il nostro abbandono in Dio trova le dovute garanzie nell’amore del Padre. La prova suprema è data da Gesù stesso che ama noi mentre lo crocifiggiamo e, appeso alla croce, rivolge al Padre una preghiera per noi che non siamo coscienti del grande male che stiamo facendo. Veramente “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito”! E’ Gesù, il Crocifisso, che rivela l’infinito amore del Padre; consegnandoci il Figlio, il Padre dà tutto se stesso. Giovanni, presente con Maria al Calvario, è testimone di questa suprema prova d’amore di Dio; e si capisce perché tutto il Vangelo e tutta la fede si concentrano attorno a questa dichiarazione: “DIO HA TANTO AMATO…!

     Fratelli, le parole offerte da Gesù a Nicodemo, sono ora rivolte a me e le leggo così: “Dio ha tanto amato me e le persone che vivono attorno a me, buone o cattive, che ha deciso di inviare a me, a noi, il suo Figlio, perché – credendo al suo amore – ne riceviamo la sua vita”. Per questo, Cristo è morto: per passare a noi la sua vita! Il nostro Dio non è venuto a chiedere, ma a dare; non esercita su di noi i diritti di Creatore per giudicare e condannare, ma è venuto per liberarci dal male e per salvare. Il Padre ci ha dato il Figlio; il Figlio ci ha dato la sua vita. L’amore – sappiamo . non si vede; si vedono però i doni dell’amore!

     Ma allora sorge una domanda: perché tanti rifiutano il Cristo e la salvezza che Lui è venuto a offrire gratuitamente? La domanda se l’era posta anche Giovanni; ecco la sua risposta: Gesù è luce e verità; e quindi chi fa il male rifiuta la luce, perché non venga scoperto il suo peccato e le falsità della sua vita. Inoltre la luce obbliga a fare pulizia e a cambiare.  Fratelli, oggi Dio vuole farci dono della sua vita, del suo amore; apriamoci ai suoi doni. Gesù ci dà conferma che il Padre non condanna nessuno e non scaccia nessuno, e che non si stanca di nessuno. Siamo purtroppo noi che ci condanniamo ogni volta che rifiutiamo il suo amore e la sua salvezza. Nella parabola del figlio prodigo, Gesù ci mostra un padre che sa attendere con pazienza il ritorno del figlio; e, mentre attende, continua a essere “padre” e ad amare; tiene pronta la veste candida e l’anello per restituirgli la dignità che aveva perduto con il peccato; tutto era comunque predisposto per una grande festa in famiglia. E’ la festa dell’amore che vince, che perdona, che accoglie e cambia la vita. “Dio buono e fedele – così abbiamo pregato, all’inizio – che mai ti stanchi di richiamare gli erranti a vera conversione, donaci la ricchezza della tua grazia perché, rinnovati nello spirito, possiamo corrispondere al tuo eterno e sconfinato amore”.  Amen.