QUARTA DI QUARESIMA  - B -   RALLEGRATI, GERUSALEMME…!

 

     Oggi, l’Antifona d’Ingresso ci ha invitati a gioire: “Rallegrati, Gerusalemme – Sfavillate di gioia con essa, voi che eravate nel lutto”. Il motivo di tanta gioia ci è dato dalle letture ascoltate. La prima lettura ci ha ricordato un evento di grazia a favore degli Israeliti, deportati in Persia; ecco il testo: “Così dice Ciro, re di Persia: Il Signore, Dio del cielo, mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il Signore, suo Dio, sia con lui e salga!”. Ricordo che Ciro, Re di Persia, era pagano e nemico di Israele; e tuttavia Dio aveva suggerito a lui un gesto di magnanimità, cioè di consentire ai deportati  dalla Palestina di rientrare in patria per riedificare il Tempio a Gerusalemme. Alla prima lettura, fa seguito una pagina della lettera di Paolo agli Efesini, con un forte invito alla riconoscenza a Dio, a motivo della sua misericordia per noi peccatori; scrive Paolo: “Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati”.

     Ma è Giovanni che, riportando il colloquio tra Gesù e Nicodemo, ci fa conoscere, in tutto lo splendore l’INFINITO AMORE DEL PADRE per ognuno di noi; dice Gesù a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”. Questo – si – che è amore! Fratelli, Dio ci ama! Dio MI AMA! “DIO E’ AMORE!”: E’ la proclamazione più volte ripetuta da San Giovanni. E’ una affermazione difficile per noi da comprendere; è un mistero – come lo è ogni attributo riferito a Dio. Leggo, ad esempio, nella Lettera agli Ebrei: “Egli ci ha scelto prima della creazione del mondo”; significa che gli eravamo già presenti prima ancora che noi esistessimo. C’è chi ha definito l’uomo “un pensiero d’amore di Dio rivestito di un corpo”.

     Uno degli aspetti più qualificanti dell’amore di Dio è dato dalla GRATUITA’. Le nostre esternazioni di amore difficilmente sono totalmente esenti dai nostri calcoli e interessi. Solo in Dio l’amore è totalmente puro. L’uomo infatti cerca nell’amore - dato e ricevuto - la propria realizzazione; Dio invece non può cercare la realizzazione fuori di sé: Lui è AMORE! Il suo amore è pura GRAZIA, DONO di se stesso all’uomo. Ecco allora che ci è più chiara la dichiarazione di Gesù a Nicodèmo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito”. GESU’ è l’amore di Dio fatto “carne” per amore. In Gesù, l’uomo viene finalmente a conoscere come Dio ama!!! Gesù stesso si presenta come espressione infinita di amore, quando proclama: “non c’è amore più grande di colui che dà la propria vita per gli amici”.

     Ci chiediamo: che cosa dice a noi la rivelazione dell’amore di Dio? Leggo nella prima Lettera di San Giovanni: “Noi abbiamo creduto all’amore che Dio ha per noi!”; e conclude: “Se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri”. Noi, conoscendo le nostre fragilità e le nostre “sbandate”, finiamo per credere poco nell’AMORE-FEDELTA’. Gesù ci chiede di credere al suo amore. “Credere” non significa avere tutto chiaro su Dio; “credere” significa “fidarsi di Dio”. La prova che elimina ogni obiezione è GESU’ CROCIFISSO! La  prova dell’amore dei Dio per noi è la preghiera del CROCIFISSO: “PADRE, PERDONA LORO PERCHE’ NON SANNO QUELLO CHE FANNO”: è il perdono richiesto da Gesù per i suoi crocifissori. Fratelli, il nostro Dio non è venuto a prendere, ma a dare. Dovremmo rendere al singolare la esternazione fatta da Gesù a Nicodemo; “Dio mi ha amato così intensamente, da inviare a me il Figlio Unigenito, perché io, credendo in Lui, non vada perduto, ma ABBIA LA VITA ETERNA”. Grazie, Signore.