QUARTA DI PASQUA  -  A  :  DIO NON E’ PER I RECINTI! PREFERISCE I PRATI E LE SORGENTI

 

     E’ piaciuto a Gesù presentarsi a noi come nostro pastore; ha inteso così esprimere alcune idee fondamentali della sua missione. Gesù si definisce “pastore buono”, per esprimere amore, servizio, protezione, dono della vita per il gregge a lui affidato. L’allegoria del pastore “buono”, vuole inoltre esprimere un rapporto di mutua conoscenza tra pastore e le singole pecore; non solo! Gesù vuole darci la certezza che egli ci è sempre vicino come guida sicura nel cammino della vita. Infatti la missione di un pastore, che si definisce “buono”, è quella di condurre il gregge al pascolo, cioè nei luoghi che offrono buon pascolo; di proteggere dai pericoli, soprattutto dalle aggressioni; di accompagnare alle fonti d’acqua e di riaccompagnare all’ovile, dove trascorrere, al sicuro, la notte. La caratteristica del vero pastore – afferma Gesù – è spendersi per il bene del gregge, fino a dare la vita, se necessario.

     Una peculiarità del pastore che vive con il gregge, è la mutua conoscenza: il pastore esprime, con segni convenzionali e con emissioni di suoni, i suoi messaggi che vengono recepiti dalle pecore e che, allo stesso tempo, consentono di brucare l’erba tranquillamente, perché la presenza del pastore dà tranquillità. Per il pastore “buono” il gregge non è sinonimo di “ammucchiata”, di persone senza idee e senza méta – come siamo soliti pensare; perché Gesù ci conosce personalmente, uno ad uno; conosce la nostra voce, chiama ciascuno col proprio nome. Con queste precisazioni, risulta più chiaro il rapporto nuovo che Gesù vuole instaurare con ciascuno di noi. E, per essere più chiari, Gesù non vuole né pecoroni, né leccapiedi; ci vuole “persone”, libere, intelligenti e intraprendenti, che sanno scegliere come vivere, e soprattutto a chi credere e di chi fidarsi. Ecco allora, abbiamo capito perché Gesù si è voluto presentare come il Buon Pastore: perché conosce e ama le sue pecorelle, e vive per loro e con loro, sempre!

     Amico, anche se non ci hai mai pensato, anche se non te ne sei mai accorto, anche se vivi sull’altra sponda della fede, sappi che c’è Qualcuno che veglia su di te, che sa il tuo nome, che è sempre presente nel cammino della tua vita; ed è presente per difenderti da chi vorrebbe asservirti. Ma non pensarlo come un controllore, come un fora-biglietti che ti attende al varco della vita per darti il premio o il castigo. Egli è accanto a te nel ruolo del “Buon Pastore”, descritto da Gesù. Vogliamo allora chiederci: Io… Noi… a chi andiamo dietro? La domanda è importante, perché “vivere di fede” non è semplicemente fare, o non fare qualcosa; ma è incontrare Gesù, il Risorto, come risorsa di vita, di pace, che ti riempie il cuore di gioia; che ti dà la forza di perdonare; che rende misericordioso il tuo cuore. Ricordiamo il commento dei due discepoli di Emmaus: “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?”

     Gesù oggi ci ha messi sull’avviso che Lui non è il solo che ci chiede di credergli e di seguirlo; ci sono anche ladri e briganti e millantatori che suggeriscono soluzioni facili e scorciatoie sbagliate, e promettono paradisi artificiali, qui e subito! Gesù ci avverte: sono ladri e portatori di morte! Questi non conducono a libertà, ma rendono schiavi, e rubano la gioia, la speranza e perfino la vita. Gesù invece, che si dichiara “Buon Pastore”, ci dice: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. I ladri di vita hanno creduto di poter togliere la vita anche a Gesù. Non solo non gliel’hanno tolta, nonostante le violenze perpetrate il Venerdì della Passione, ma non gliel’hanno nemmeno scalfita. Ci avevano messo una pietra a sigillare il sepolcro e soldati a custodire un Morto illustre. Ma la vita ha fatto saltare la pietra. Gesù è vita, è libertà, è amore, è misericordia! Saperci custoditi e protetti da chi ha vinto la morte, offre garanzie a tutti noi che camminiamo ancora nei pericoli.

     Facciamo ancora nostra la preghiera dell’inizio della Messa: “O Dio onnipotente e misericordioso, guidaci al possesso della gioia eterna, perché l’umile gregge dei tuoi fedeli giunga con sicurezza accanto a te, dove lo ha preceduto il Cristo, suo pastore”.  Amern.