PRIMA DI QUARESIMA  -  B  :  INVITATI A CREDERE NEL VANGELO !

 

     L’evangelista Marco apre il suo Vangelo con l’invito forte del Battista alla conversione, per preparare l’incontro con il Messia. Gesù, ormai trentenne, venne al Giordano , come pellegrino, umile e ancora sconosciuto, per iniziare la sua vita pubblica, unendosi a quanti venivano da Giovanni  per invocare il Battesimo di penitenza. Giovanni ha certamente avvertito che quel suo cugino Gesù non poteva essere un peccatore in cerca di salvezza. Ne ebbe sùbito conferma. Infatti,  mentre Gesù usciva dall’acqua, Giovanni “vide spalancarsi  i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: TU SEI IL FIGLIO MIO, L’AMATO: IN TE HO POSTO IL MIO COMPIACIMENTO”. Marco conclude la prima “uscita ufficiale” di Gesù con queste parole: “E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto e, nel deserto, rimase quaranta giorni”.

     Quaranta giorni di deserto significano tante cose: Il deserto, nella Bibbia, sta per essenzialità – silenzio – sete e fame – ma soprattutto luogo privilegiato dove incontrare Dio ed entrare in colloquio, non solo con Dio, ma anche con se stessi; nel deserto non ci si può nascondere;  l’unica preoccupazione di chi ci vive è la sopravvivenza e conoscere la direzione per uscirne indenne. Il Vangelo di oggi ci fa entrare nel deserto per apprendere da Gesù come vincere le tentazioni e cosa rispondere alle provocazioni di satana. Per fare questo, non c’è bisogno di partire per il Sahara, o per il deserto di Giuda. Noi dobbiamo cercare il nostro deserto qui, negli spazi di silenzio, in casa propria, o in una chiesa, o in una Casa per Ritiri. E’ l’unico modo che consente di uscire dal frastuono di tante voci che invitano e decidono per noi, e così entrare in colloquio con Dio e costatare che la Parola di Dio è sempre sicura e vincente, su ogni proposta sbagliata.

     Anche Gesù ha accettato la prova umiliante della tentazione, per essere in tutto solidale con le nostre difficoltà; ma anche per insegnare a noi come e cosa rispondere al tentatore. Gesù – a ogni tentativo del diavolo – aveva pronta la risposta, che non ammetteva replica, perché, la fedeltà al Padre e alla missione  a lui affidata, non dava spazio ad alcun dubbio o ripensamento. La risposta era sempre: “STA SCRITTO !”, che significa: La risposta è già data dalla Parola di Dio, alla quale ho promesso fedeltà assoluta. Grande verità! che rivela a noi come affrontare la tentazione di satana, o dei nostri peggiori istinti, che vorrebbero suggerire il male come qualcosa che male non è. Ogni tentazione obbliga a fare una scelta; Gesù ci ha avvertito: “O con me, o contro di me. Non potete servire a due padroni; come non è possibile percorrere due strade diverse, contemporaneamente; né possiamo pensare che Dio modifichi il suo progetto di bene per condiscendere alle nostre scelte di comodo.

     L’evangelista Marco ci riferisce, in chiusura, il primo annuncio di Gesù nella Galilea: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo”. Gesù annuncia che il tempo dell’attesa è concluso. Gesù è venuto a coinvolgere tutti noi nel suo progetto di amore; come?  Ci chiede la conversione del cuore e di credere alla sua Parola. “Credere” significa affidare a Dio ciò che abbiamo di più prezioso: il nostro cuore e la nostra stessa vita. Chi sceglie di stare con Cristo, deve prepararsi alla tentazione, con l’attenzione al santo Vangelo, dove trova le risposte e le indicazioni, certamente giuste. “Convertitevi”: è l’invito che meglio esprime la grande fiducia che Dio ancora ripone nell’uomo. Più che un imperativo, è l’offerta di una opportunità. Gesù ci chiede di credere nel suo amore, nella sua misericordia. Credere in Dio significa fidarsi di lui e della sua Parola, perché è l’unico che ha vinto, sconfiggendoli, il male e la morte. Dio ci ha voluti nella sua famiglia, come figli suoi. Conversione è quindi scegliere di vivere da figli di Dio, e da fratelli tra tutti noi.  Amen.