PRIMA  DI  AVVENTO  -  B  :  COME SARA’ LA NOSTRA ATTESA ?

 

     Con questa domenica - PRIMA DI AVVENTO - inizia il nuovo Anno Liturgico. Qualcuno potrebbe chiedersi: per quale motivo replicare ogni anno le tappe della vita di Gesù, con le stesse proposte e le stesse liturgie, con le stesse emozioni? Infatti, l’Avvento ci viene proposto come tempo prezioso che ci indica come attendere la Nascita delle nascite - di Gesù - per offrire anche a noi, che viviamo oggi, la gioia e le emozioni dei pastori che - nella notte che ha diviso in due la storia dell’umanità – hanno cercato il Bambino indicato dall’Angelo, l’hanno trovato e l’hanno adorato. “ATTENDERE” – ha scritto il Vescovo Tonino – è voce del verbo AMARE. Attendere è un atteggiamento del cuore; solo un cuore innamorato  “vigila e veglia” con trepidazione , mentre attende, nella notte, il rientro di un figlio o del marito; e, più ancora, una mamma “in attesa”,  mentre attende di vedere e baciare la sua creaturina.

     Nella parabola di oggi, il Padrone affida la sua casa  e i suoi beni ai servi. Dio condivide con noi una grande quantità di carismi, in umanità e in grazia, affidando a ciascuno quanto è utile a rendere  bella e lieta la comunità che mi accoglie nella nascita. I doni ricevuti da Dio sono per noi un onore, per cui ringraziare; ma anche una responsabilità. Noi sappiamo bene che Gesù è già nato e che quindi non potrà nascere di nuovo. E tuttavia il breve tempo dell’Avvento ci invita a metterci nell’atteggiamento di chi attende la venuta del Salvatore; non per celebrare un compleanno; ma per rivivere la gioia e la festa di Dio che, un giorno, ha deciso di privarsi delle sue prerogative divine, per farsi uomo; quindi per ripetere per noi – nati in questo tempo – il dono della sua venuta.

     A noi il compito di cercarlo e di incontrarlo, come aveva fatto Zaccheo, che desiderava conoscere Gesù. Ci ha pensato Gesù a scovarlo dal suo nascondiglio e a donargli salvezza. Una manifestazione molto importante, fatta a un peccatore incallito; una conferma che Cristo è l’unico nostro RE e Signore. Zaccheo aveva atteso con trepidazione il passaggio del Signore. E NOI? Abbiamo mai cercato il Signore? La parabola ascoltata ci ricorda che non ci è dato di conoscere né il giorno, né l’ora del ritorno del Signore; perciò ci è chiesto di “stare svegli”, per essere pronti ad aprirgli la porta al suo rientro.“Vigilare” invece è l’atteggiamento di chi, pur dedicandosi al lavoro, rimane costantemente all’erta per aprire appena avverte un qualsiasi segnale dell’arrivo del Signore. In questo senso, il tempo dell’attesa è anche il tempo per una continua conversione; tempo cioè in cui una persona, molto amata e desiderata, accresce il desiderio dell’incontro, espresso molto bene  dalla Preghiera, ascoltata nella prima lettura:

     “TU, Signore, sei nostro padre, da sempre ti chiamo nostro Redentore… Ritorna per amore dei tuoi servi… Se tu squarciassi i cieli e scendessi! Tu, Signore, sei nostro Padre, e noi siamo argilla e tu colui che ci plasma. Tutti noi siamo opera delle tue mani”.  Si, fratelli, ripetiamo con Isaia: “noi siamo tua argilla”; cioè creature sempre incompiute. Ecco spiegato perché ogni anno riviviamo a Natale, non la nascita, ma il ritorno del Natale di Gesù che continuamente “viene”!  Viene a raccogliere, a volte, una creta ancora molle per creare, con mani esperte, un capolavoro; a volte, viene a raccogliere dei cocci di un capolavoro andato in frantumi e ci rimette in forma con mani di artista.

     Sarà l’evangelista Marco a guidare quest’anno le nostre meditazioni domenicali. Un Vangelo, quello di Marco,  che risente della collaborazione, data a S. Paolo, e della sua grande fedeltà alla predicazione di Pietro. Marco ci ha avvertiti che il Gesù che vorremmo incontrare è lo stesso Gesù che si è fatto uomo per incontrare ciascuno di noi; è il Gesù, presente in mezzo a noi, che continua a percorrere le nostre strade, per raggiungerci nei nostri nascondigli, per chiamarci per nome e autoinvitarsi  a casa nostra. Gesù è già nato da tempo. Ma l’Avvento e il Natale ritornano anche quest’anno nell’attesa che ci decidiamo ad accoglierlo nel nostro cuore. Specchiamoci in Maria per imparare da lei come attendere Gesù: nel silenzio meditativo, nella preghiera, nei tanti piccoli gesti di carità. BUON AVVENTO CON MARIA, L’IMMACOLATA.