P E N T E C O S T E  -  A  -  :   “VIENI SPIRITO SANTO!”

 

     Siamo giunti alla festa della Pentecoste, il grande giorno che Gesù aveva più volte annunciato. Negli ultimi giorni, avendo Gesù notato lo sconforto degli Apostoli, a seguito dell’annuncio del suo ritorno al Padre, li tranquillizzò con la promessa, che, con il Padre, avrebbe inviato loro lo Spirito Consolatore che sarebbe rimasto con loro, per sempre, per continuare a infondere in loro amore, speranza, coraggio e gioia. I segni che indicano lo Spirito, come dono del Padre e di Gesù, sono: soffio, alito, fiammella, fuoco, unzione, colomba. La pagina degli Atti ci offrono oggi due “situazioni” nuove che esprimono la forza e la imprevedibilità dello Spirito: Vento impetuoso, con la forza di un terremoto, e lingue di fuoco che raggiungono tutti i presenti, non per dar fuoco ai vestiti e alle persone, ma per invadere il cuore dell’uomo e occupare tutti gli spazi più profondi che l’uomo riserva al suo Dio.

     Sono tanti gli interventi dello Spirito Santo che manifestano la sua presenza attiva e forte nella vita della Chiesa e nella vita di ciascuno di noi. Noi esprimiamo la nostra fede in questa presenza, soprattutto nella recita del Credo, con le parole che ripetiamo a memoria: “CREDO NELLO SPIRITO SANTO CHE E’ SIGNORE E DA’ LA VITA”. Ma dubito che noi lo accogliamo davvero, sia come Signore, sia come Datore di vita. Per capire la portata di questa Presenza nella nostra (mia!) vita, è utile ricordare che lo Spirito che ha scelto di abitarmi è lo stesso Spirito che era presente nell’atto creativo di Dio; è lo stesso Spirito che Dio alitò nel primo uomo, perché potesse ricevere in sé la vita stessa del Creatore; è lo stesso Spirito che il Risorto alitò sugli Apostoli quando, il giorno di Pasqua, nella sua prima apparizione, demandò agli Apostoli il potere di rimettere i peccati; è lo stesso Spirito che il sacerdote invoca, prima della Consacrazione, perché le sue parole diventino le parole di Gesù: Questo è il mio CORPO – Questo è il calice del mio SANGUE”; è lo stesso Spirito  che fece scoccare la scintilla vitale nel grembo di Maria, per dare alla luce GESU’, nostro Salvatore; infine, è lo stesso Spirito che, a Pentecoste, spalancò le porte che tenevano chiusi gli Apostoli, e rese tutti loro, pronti per partire per la grande missione di evangelizzare il mondo intero.

     Per molti, la Pentecoste è un giorno importante, ma relegato a eventi straordinari del passato. Ma non è così. Il “terremoto” che ha sconvolto il Cenacolo è solo l’inizio di una successione infinita di fatti che hanno segnato la Storia della Chiesa. Ciò significa che la prima Pentecoste è in continuo svolgimento. Per meglio comprendere questo coinvolgimento dello Spirito nella storia di ogni uomo, desidero ricordare due personaggi, molto lontani tra loro, nel tempo: San Paolo e il profeta Zaccaria. Nel Libro degli Atti, leggiamo che Paolo si sentì “costretto dallo Spirito” a rientrare a Gerusalemme, senza sapere che cosa l’attendeva là”. Il profeta Geremia ci rivela così il suo rapporto con lo Spirito: “Mi hai sedotto, Signore; mi hai fatto forza e hai prevalso. Nel mio cuore c’era come un fuoco ardente; io cercavo di contenerlo, ma non potevo”. Fratelli, oggi  il vento impetuoso e il fuoco della prima Pentecoste hanno raggiunto anche noi, perché – tornando alla vita di tutti i giorni – possiamo anche noi proclamare le meraviglie del nostro Dio. Facciamo nostre le parole che abbiamo trovato nell’Inno dello Spirito Sanyo: “Vieni Santo Spirito, manda a noi dal cielo  un raggio della tua luce. Vieni, luce dei cuori; vieni e dona morte santa, dona gioia eterna”.  Amen,  Alleluia. Alleluia.