P E N T E C O S T E  -  B   :  UN SALUTARE TERREMOTO !

 

     Nel Vangelo di Pentecoste ci è stato proclamato un brano del lungo discorso che Gesù fece agli Apostoli nel Cenacolo, prima della sua passione. In esso Gesù promette di inviare lo Spirito Santo perché “quando verrà Lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità”. Gesù vorrebbe svelare ai suoi molte altre cose, ma, per ora – ammette Gesù – non erano in grado di afferrarle. Ed ecco il grande giorno promesso: la PENTECOSTE. Leggiamo negli Atti: “Mentre stava compiendosi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo, Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa”. Erano passati cinquanta giorni dalla Pasqua. Gli Apostoli, con alcuni discepoli, e con Maria, la madre di Gesù, continuavano a ritrovarsi nel Cenacolo; stavano insieme per farsi coraggio, ma anche per pregare insieme e per rivivere insieme la memoria del Signore.

     Quell’ “insieme” ripetuto più volte, sta a indicare che nel Cenacolo la prima comunità dei discepoli, alla scuola di Maria, stava facendo le prove di un nuovo modo di “stare insieme”, chiamato “fraternità”.         Certo, quel giorno di Pentecoste fu decisivo per gli Apostoli e per la Chiesa, perché – proprio da lì – iniziava la propria avventura; quel “fragore” dello Spirito aveva ricordato che era ora di partire per annunciare al mondo la bella Notizia, che Gesù aveva consegnato loro. Fu una sorta di terremoto che fu avvertito in tutta Gerusalemme, tanto da richiamare tanta gente alle porte del Cenacolo. Apparve però subito che non si trattava di un normale terremoto; infatti non era crollato nulla; inoltre l’epicentro non era nelle profondità della terra, ma nelle profondità del cielo. I crolli – lo si capirà subito dopo – stavano avvenendo dentro i cuori degli Apostoli, nella loro vita.

     Nel Cenacolo apparvero “lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono sul capo di ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue”. Fu per tutti un’esperienza che cambiò profondamente la loro vita. Forse ricordarono, in quel momento, le parole della promessa: “E’ meglio per voi che io me ne vada; poiché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore”: parole che significano che quella comunità aveva bisogno della Pentecoste, cioè di un evento che sconvolgesse il cuore di ciascuno di loro. In effetti, quel fuoco aveva purificato e convertito il loro cuore; aveva infuso tanto coraggio e tanta voglia di uscire allo scoperto, per annunciare a quanti erano accorsi tutta la verità su Gesù. La Chiesa iniziava lì il suo cammino missionario.

     La porta del Cenacolo, tenuta sbarrata per cinquanta giorni per paura dei Giudei, finalmente venne spalancata e gli Apostoli  iniziarono a parlare alla folla che era accorsa dalla città. La lunga e dettagliata elencazione di popoli sta a significare la presenza del mondo intero. Ed è a questo punto che viene manifestato il secondo grande miracolo di Pentecoste, il miracolo delle lingue: “Ciascuno li udiva parlare nella propria lingua”. Da quel giorno, lo Spirito del Signore ha iniziato a superare limiti, muri e altre porte chiuse che sembravano invalicabili. E’ lo Spirito che troviamo spesso davanti a porte chiuse, in attesa di essere accolto; è lo Spirito che dona energia nuova, feconda terreni inariditi, fa germogliare la speranza, trasmette coraggio ai martiri; è lo Spirito che trasmette la vita e l’amore  di Dio a ogni uomo, là dove vive.

     La Chiesa è dunque perennemente in stato di Pentecoste, perché il Cristo Crocifisso non cessa mai di donare il suo Spirito. Al termine dell’Omelia, ripeteremo la professione di fede e diremo: “Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita”. Ma noi ci crediamo veramente che la Chiesa è animata e guidata dallo Spirito Santo? E’ stupenda l’esclamazione di Paolo VI: “La Chiesa non è un cimitero, e non è un museo; è un giardino dove ogni pianta ha sempre nuova primavera”. Fratelli, ripetiamo spesso  l’inno gioioso che abbiamo pocanzi pregato: “Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce…Vieni luce dei cuori; Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima. Nella fatica, riposo;  nel pianto, conforto…Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna”.   Amen.  Alleluia.