P E N T E C O S T E  -  B  -  LO  SPIRITO  SANTO  -  AMORE

 

     Può sembrare strano affermare che la Chiesa nasce ufficialmente da un terremoto. Noi, in Italia, conosciamo tanti terremoti, e tutti datati, rimasti nella storia per la vastità dei danni: città devastate, cumuli di macerie, e soprattutto tanti morti. Anche le letture ascoltate oggi riferiscono di un terremoto improvviso, avvenuto in un luogo molto circostanziato – il CENACOLO – di magnitudo 10 ! E’ stato fortissimo; e tuttavia senza  provocare né macerie, né vittime! Ovvero, sì; ci sono stati crolli e sconvolgimenti, ma non di edifici, bensì nei cuori e nelle strutture mentali di quanti si erano asseragliati nel Cenacolo, per paura, per autodifendersi. Leggiamo negli “Atti”: “Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di SPIRITO SANTO e cominciarono a parlare in altre lingue”.

     L’evento “Pentecoste” aveva cambiato il cuore e la vita dei discepoli  presenti, i quali si trovarono completamente nuovi e “colmati di Spirito Santo”.  Il primo segno di cambiamento sono le porte del Cenacolo,  finalmente spalancate, dopo cinquanta giorni di totale chiusura, per paura di essere aggrediti. Il secondo segno è il cambiamento improvviso degli Apostoli, che uscirono nella piazza antistante e, con coraggio, iniziarono a predicare il Cristo crocefisso e risorto. Un terzo prodigio viene confermato dalla folla di pellegrini, provenienti da tanti Paesi diversi, in quanto ciascuno di loro udiva le parole di Pietro nella propria lingua. Lo Spirito Santo aveva dunque dato inizio alla missione della Chiesa: predicare a ogni creatura il Vangelo della salvezza.

     Anche noi oggi ci sentiamo presenti mentre Pietro dà l’annuncio delle grandi opere di Dio; anche noi, battezzati e cresimati, ci sentiamo coinvolti nella missione di evangelizzarci e di evangelizzare. Penso che molti si sentano ancora inchiodati alle nozioni apprese nel Catechismo dei bambini. Non siamo cresciuti come cristiani; forse ci siamo ritenuti buoni cristiani semplicemente perché fedeli alla Messa festiva, al Segno di Croce del mattino e, per tradizione di famiglia, ai Sacramenti, per sé e i propri figli. Ma, chi di noi sa di essere abitazione di Dio? Chi prega ogni giorno lo Spirito Santo per essere guidato nelle scelte importanti, per il futuro della propria vita? La Pentecoste, che si ripete ogni anno, a chiusura del tempo pasquale, è un richiamo forte a metterci in discussione, per capire se la nostra vita ha percorso le vie del Signore, o se, rifiutando la preghiera e i Sacramenti, abbiamo preferito falsi dèi e ci siamo fidati di fantasiosi  miraggi.

     Al termine dell’Omelia, nel Credo, noi proclamiamo ad alta voce: “Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita”. Ma, è vero che crediamo allo Spirito Santo come “IL SIGNORE CHE DA’ LA VITA”? Gesù ci ha parlato dello Spirito Santo come nostro Avvocato, come fonte di amore, di coraggio, come colui che suggerisce, che guida; Lo Spirito Santo è perciò “PERSONA”. La Sequenza, pregata dopo la seconda lettura, chiarisce ancor meglio come intendere la Signoria dello Spirito Santo: “Consolatore perfetto – ospite dolce dell’anima – dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo – nella calura, riparo – nel pianto, conforto”.  Dunque è la Persona della SS.ma Trinità che ama, che custodisce e indica la strada per raggiungere, quaggiù, la pace, e, in cielo, la festa senza fine.

     L’Antifona d’ingresso ci ha annunciato che “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che abita in noi”. Ma, quanti di noi vivono questa stupenda realtà! Ecco allora un utile suggerimento: Lo Spirito Santo si è preso la Vergine Maria come sua Sposa; infatti Ella concepì per opera dello Spirito Santo e divenne così Madre di Dio. Siamo nel mese di Maria; preghiamola perché ci renda attenti e docili alla voce misteriosa dello Spirito che abbiamo proclamato Signore; un Signore vivamente raccomandato da Gesù perché l’Amore del Padre e del Figlio ci faccia pregustare già ora la pace, la gioia, l’amore: gli unici ingredienti di una festa che nemmeno l’eternità potrà mai scalfire.  Amen.  Alleluia.