P A S Q U A  -  B   :   CRISTO VIVE !

 

     Buona Pasqua a tutti voi che partecipate con me, finalmente, all’annuncio di una bella Notizia: Cristo, il Crocefisso, era morto. Ed è risorto! Fratelli e sorelle, il nostro  Signore Gesù è vivo! Il nostro Gesù che, nella sua vita terrena, aveva risanato tanti malati, che aveva risuscitato Lazzaro e il figlio della vedova di Naim, e altri ancora, OGGI si è ripreso la sua vita; ha rovesciato la pietra che lo tratteneva nel sepolcro e ne è uscito con il suo vero corpo, con le ferite dei chiodi e un corpo glorioso. Ecco, fratelli, la nostra Pasqua non è quella che ci viene offerta negli spot televisivi, o nelle vetrine super illuminate della città; anche se è buona  tradizione, porgere gli auguri con un pensierino. La Pasqua “cristiana” che oggi celebriamo non può esprimersi con un regalo; la nostra Pasqua è vissuta con una gioia esplosiva, per una Notizia di vittoria e di liberazione: Cristo, il Crocefisso, era morto ed è tornato in vita! Cristo, nostra speranza, ha vinto la morte; vive; vive per sempre!

      Ci aiutano a vivere la Pasqua, i primi fortunati  testimoni e annunciatori di questa straordinaria notizia: Maria di Magdala e le donne che si erano recate, di buon mattino, al sepolcro; Pietro e Giovanni; i Due discepoli sconfortati di Emmaus; l’apostolo Tommaso; e poi via, via, tanti, tanti, altri. Nessuno di loro attendeva questo straordinario evento; per tutti loro, la tomba aveva racchiuso e sigillato per sempre un’amara delusione, una esperienza bella, ma fallita. Nemmeno la pietra del sepolcro, ribaltata, e nemmeno il sepolcro vuoto, avevano fatto ricordare la dichiarazione di Gesù, più volte ripetuta, quando diceva: “Il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai pagani, sarà condannato alla morte in croce, ma il terzo giorno risorgerà”.

     Il primo a intuire il grande evento è Giovanni. Egli, affacciandosi al sepolcro, aveva notato che il lenzuolo,  che aveva avvolto il corpo di Gesù, non era stato slegato e che perciò il corpo di Gesù era come evaporato, lasciandoci, nel suo interno, il negativo fotografico di tutte le sferzate della flagellazione e delle ferite - quello che vediamo nella sacra Sindone - mentre il Sudario, che copriva il volto di Gesù, era piegato, a parte. Dice Giovanni, raccontandosi in terza persona: “Vide e credette”. Ma, a semplificare le cose e a riportare la pace, Gesù stesso volle manifestarsi, mostrandosi vivo, e sempre con i segni della passione , e sempre con il saluto augurale della pace. Gesù entra ovunque, anche a porte chiuse; chiede di essere toccato; mangia con gli apostoli, perché, nella successiva predicazione, siano testimoni credibili della verità della risurrezione.

     Diciamo comunque che il sepolcro vuoto non può essere prova sufficiente della risurrezione; è solo un segno. Per questo, Gesù, nei quaranta giorni che trascorre con gli apostoli, prima dell’Ascensione, si fa Catechista, per dimostrare che, nella Parola rivelata, ogni particolare che lo riguardava era già tutto scritto. L’ha fatto con i discepoli di Emmaus; l’ha fatto con Pietro; l’ha fatto con i primi quattro apostoli, ai quali – con la pesca miracolosa – voleva forse  ricordare che li voleva come “pescatori di uomini”. Alle donne, accorse al sepolcro, un Angelo aveva comunicato con tono persuasivo: “Non è qui. Non cercatelo più tra i morti; è risorto!”. Di certo, Gesù non amava la spettacolarità; i suoi miracoli dovevano essere solo “segno” della bontà e misericordia del Padre: mai aveva cercato la popolarità, il plauso, o il consenso. Per questo, la resurrezione non avviene davanti a una folla osannante, né con i riflettori accesi della pubblicità; viene invece annunciata a chi lo amava: alla Madre, a Maria di Magdala, alle donne accorse al sepolcro, ai due delusi di Emmaus, agli Apostoli; e OGGI, anche a noi.

     Anche a noi , oggi, Gesù è tornato, da Risorto, a donarci la “sua pace”. Anche a noi Gesù Crocefisso ha mostrato la mani e i piedi trafitti: Anche a noi oggi, che partecipiamo alla santa Messa, Gesù dona il suo Corpo e Sangue. E allora, in chiusura, desidero augurare a tutti voi BUONA PASQUA! la Confessione  e la Comunione offrono l’opportunità di incontrare anche noi il Signore Risorto, mentre riascoltiamo l’eco dell’antico inno pasquale: “ Cristo, mia speranza, è risorto. Si, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi”.  Amen.