P A S Q U A   :   NON C’E’ RISURREZIONE SENZA MORTE !

 

     “Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro”. L’evangelista Giovanni inizia così il racconto della Pasqua. Donna coraggiosa, perché innamorata. Solo l’amore poteva spingere la Maddalena ad affrontare il buio della notte per recarsi alla tomba dell’Amato. E possiamo solo immaginare lo sconcerto nel constatare che il sepolcro era vuoto. Superato il primo momento di sgomento e di paura, Maria mette le ali ai piedi e corre veloce a portare la “sua” notizia di Pasqua agli Apostoli: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto”. Come si può constatare, è ancora un annuncio di morte, con l’aggravante della sottrazione di cadavere. All’annuncio disperato della Maddalena, segue la corsa al cardiopalma di Pietro e di Giovanni, anch’essi alla ricerca del morto. Ma ecco il primo spiraglio di gioia pasquale; un annuncio dato quasi sottovoce da Giovanni, il discepolo che Gesù amava. Giovanni, entrando nel sepolcro vuoto, e osservando come erano riposti il lenzuolo che avvolgeva il corpo di Gesù, e il sudario, capì come erano andate le cose e – annota nel suo Vangelo – “vide e credette”. Ma che cosa vide? E che cosa credette?

 

     Giovanni ricordò l’annuncio che più volte Gesù aveva ripetuto, quando parlava della sua passione e morte; sempre aggiungeva che sarebbe risorto il terzo giorno. Ed ecco che subito esplode la Pasqua. Gesù appare alla Maddalena; la trova in un pianto disperato per la perdita dell’amato Maestro. Gesù la chiama per nome, esplode la gioia, ancora lacrime, ma di gioia! Maria non vorrebbe più staccarsi, ma Gesù le affida una delicata missione: “Va’ dai miei fratelli e dì loro: Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. E Maria partì con il Risorto negli occhi e nel cuore; e a tutti ripeteva: “HO VISTO IL SIGNORE!”. Tutto questo di prima mattina, nel primo giorno dopo il sabato, giorno che già la prima comunità cristiana aveva definito “GIORNO DEL SIGNORE”, la nostra DOMENICA. Poi, a grappolo, il Signore è apparso alle donne, poi agli Apostoli nel Cenacolo, e poi ai due di Emmaus, e poi a Tommaso, l’Apostolo ancora incredulo. Poi il Signore ha voluto quasi materializzare l’evento, facendosi più volte toccare e accettando di mettersi ancora a tavola con i suoi amici: è successo a Emmaus e in riva al lago, dopo una nottata infruttuosa di pesca, quando Gesù accese il fuoco per far trovare una ricca colazione di buon pesce.

 

     Amici, oggi tutto e tutti ci ricordano che è Pasqua! E’ festa perché il nostro Signore Gesù, con la sua risurrezione ha vinto la morte, la sua e la nostra! E ha dato a noi la certezza  che – da Risorto – non solo è ancora vivo, ma è presente qui, ora, per ciascuno di noi. e, se è risorto, significa che le sue parole non sono solo belle e commoventi, ma sono tutte parole sgorgate da suo amore, forte e sempre vincente.

     Nel racconto dei Sinottici, è un Angelo che dà alle donne la bella notizia: “L’Angelo disse alle donne: Non abbiate paura. So che cercate Gesù, il Crocifisso. Non è qui, è risorto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: è risorto dai morti”. Ecco, fratelli, il motivo di tanta gioia e di tanta festa: Gesù è risorto! Gesù è vivo! Quando, fra qualche minuto, verrete a ricevere l’Eucaristia, il sacerdote vi darà l’Ostia dicendo: “Il Corpo di Cristo”. Fratelli, non è il corpo di Cristo morto; è il corpo di Cristo Risorto. Cristo risorto si dona a noi per farci partecipare alla sua passione, morte e risurrezione; e ogni volta ci dichiara e ci dona il suo amore.

 

     Fratelli, noi diciamo che l’aurora vince la notte; e che la primavera vince l’inverno e risveglia la natura; e oggi diciamo che Cristo  ha accettato la morte per sconfiggerla. Non c’è risurrezione senza la morte; così come la vita non spunta se il seme non muore. Mi ha molto colpito la storia di una donna, già avanti negli anni; ella ogni settimana si recava al carcere per fare visita a un giovane detenuto. Le fu chiesto un giorno se quel giovane fosse suo figlio. “No – rispose – quel giovane ha ucciso mio figlio, ma so che ha una storia molto triste alle sue spalle; nessuno si era mai preso cura di lui. Vengo qui perché, almeno ora, si senta amato”!  Fratelli, neppure la morte uccide la forza dell’amore! E’ la Pasqua che vince! La Pasqua vince tutto, vince sempre! Vinca oggi anche noi! E anche per noi sia la risurrezione per una vita nuova.  Amen.