NEL SÌ DI MARIA IL NOSTRO SÌ

 

Appunti di p. Carlo Dallari per l’incontro del 22.11.2008

                     

 

 

Dal Vangelo secondo Luca

(1,26-38)

 

26L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te”. 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.

34Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. 35Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36E ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio “. 38Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei.

 

 

Maria è figura di ogni credente, è figura della chiesa. Possiamo guardare a lei

Per contemplare come Dio agisce nella nostra vita

per imparare come essere

per un sostegno nelle nostre scelte.

 

La vita cristiana è una continua attualizzazione del suo sì, il sì che ha attratto Dio nella nostra storia.

 

Nel suo sì si danno appuntamento il sì di Dio e il sì dell’uomo.

 

Attraverso il suo sì, Dio pone la propria dimora nella nostra umanità;

Attraverso il suo sì, questa umanità rivede nuovamente aperte le porte del Paradiso, chiuse dopo il peccato delle origini. Maria “Ianua coeli”.

Attraverso il suo sì, ritroviamo il nostro vero fine, il senso ultimo che avevamo smarrito.

 

 

                        Maria                                                                        Noi

Entrando da lei

 

Maria è in silenzio

            In attesa

            In ascolto

 

 

Prima di ogni passo importante nella nostra vita

            è bene porsi in silenzio, in ascolto

            e alimentare l’attesa della visita di Dio

Rallegrati, piena di grazia

Dio prende l’iniziativa

È lui che conduce la danza

Riconoscere che, nel dialogo con Dio, egli ha la prima Parola.

La sua Parola è creatrice del mondo, di noi, della grazia.

Maria fu molto turbata

Maria afferra immediatamente il senso di quanto Dio le chiede: concepire, diventare ora madre del Messia. Ma intuisce anche che, rimanendo incinta prima delle nozze, si mette in una situazione estremamente delicata: potrebbe passare per adultera, ricadere sotto la condanna della legge, essere esposta al disprezzo della gente, all’emarginazione sociale e religiosa. Rischiare la morte.

Il Dio della vita non le sta chiedendo troppo? Non pretende da lei una decisione eccessivamente gravosa? Come farà a proteggere degnamente il buon nome del Bambino che verrà?...

 

 

Siamo sempre fragili e insicuri.

Non finiamo mai di essere pronti.

Non temere, Maria

 

Dio, al quale nulla è impossibile, chiede una semplice fiducia del cuore.

Non temere la tua debolezza.

“Quando vuol creare qualcosa di grande e di santo, un essere a sua immagine e somiglianza, Dio prende il fango… per la ragione che il fango offre la minor resistenza alla sua azione” (Leclerc, La tenerezza, p. 126)

Come avverrà questo?

Maria domanda, come ogni uomo che abbia il senso della propria dignità,

            intelligenza

            libertà

 

 

Diciamo a Dio le nostre strade;

ma, poi, accettiamo le sue…

Dio ti prenderà sotto la sua ombra

 

Maria è direttamente oggetto della potenza e della protezione di Dio. Per questa ragione diviene per noi

            Il segno

            L’icona dell’agire di Dio nella nostra storia

L’ombra di Dio è il suo mistero di luce inaccessibile, generatore e creatore di vita.

Dio parte dalla periferia del mondo per arrivare al suo e al nostro cuore.

Ma, in questo cuore egli pone se stesso.

Per seguire questa via, Dio ha bisogno dell’uomo.

Ha bisogno che noi accettiamo di entrare nella sua ombra.

Ha bisogno che noi ci facciamo piccoli come Maria.

Eccomi

Maria aveva già detto sì a Giuseppe (è stato il suo primo sì).

Ora dice un altro sì, altrettanto convinto e gioioso, a Dio.

Lei è piena di grazia, ricolma del favore di Dio e, allo stesso tempo, il suo cuore è pieno d’amore per Giuseppe e per Dio:

In lei non si agita il conflitto, tanto meno la contraddizione.

Il suo, è un solo amore, totale.

Per questo motivo, la sua vita sarà piena, santa.

Una beatitudine anticipata, pur nei tempi lenti, silenziosi, dolorosi della vita…

 

 

Dio non si merita, si accoglie.

Dove Dio arriva porta se stesso, porta vita.

La sua presenza non divide l’uomo in se stesso. Lo separa soltanto dal suo peccato.

Ricordiamoci che, in quanto creature e figli di Dio, siamo un dono di Dio per noi stessi e per i fratelli. Ognuno di noi siamo una Parola di Dio incarnata; una Parola unica e irrepetibile che Dio ha pronunciato una volta per tutte; una Parola che deve ritornare a lui dopo aver compiuto ciò per cui fu mandata (Isaia 55, 10ss.). La Parola che noi siamo (e anche quella che è stata seminata in noi), chiede di ritornare al Padre, destinatario ultimo di tutto il bene. Chiede di essere restituita come un talento fatto fruttare.

 

Sono la serva del Signore

 

Ecco una delle espressioni più belle di tutta la Scrittura.

“Serva”, cioè donna di fede: come gli uomini e le donne che, a partire da Abramo, hanno preparato la venuta di Cristo, e come quelli che ne hanno seguito le orme nel nuovo Popolo di Dio.

Per fede Maria ha scelto la via della povertà, condividendola con il Figlio; per fede ha seguito la via dell’umiltà, senza pretendere alcun privilegio; per fede ha affrontato i lunghi anni di silenzio accanto al Figlio che cresceva, senza rivendicare per lui il trono di Davide e per sé quello della regina-madre; per fede gli è stata accanto nell’ora dolorosa del venerdì santo; per fede ha sostenuto il grande silenzio del sabato santo, il silenzio del Padre e quello del Figlio custodito nel sepolcro; per fede ha saputo gioire dell’alba della risurrezione ed è rimasta accanto ai discepoli che attendevano lo Spirito promesso da Gesù...

 

Con il suo sì Maria ha spalancato a Dio le porte della nostra umanità e ha reso possibile l’incarnazione del Verbo / Figlio di Dio,

ha reso possibile a Dio di venire ad abitare in noi e di cambiare il corso della nostra storia.

 

 

 

Anche noi siamo uomini e donne di fede, persone che lentamente stiamo imparando cosa significhi lasciarci catturare dall’amore di Dio.

Una fede che non è “credenza”, quanto piuttosto – come direbbe la Merini – “una mano che ti prende le viscere e ti fa partorire”.

Come Maria, anche noi, con il nostro sì diamo la possibilità a Dio di abitare in noi, nella casa in cui ama essere, e di continuare ad agire in mezzo a noi mediante la carne stessa della nostra umanità.

Così, siamo noi il suo cielo.

Con il nostro sì, anche noi diventiamo “madri di Cristo”. E lo siamo “quando lo portiamo nel cuore e nel corpo nostro per mezzo del divino amore e della pura e sincera coscienza, lo generiamo attraverso le opere sante, che devono risplendere agli altri in esempio.” (FF 178/2).

 

Il nostro sì ci dice che il divino cresce non a prezzo della diminuzione dell’umano che è in noi, ma cresce assieme all’umano e nella misura in cui l’umano stesso matura.

Non è la tua mortificazione o il tuo cambiamento ciò che fa decidere a Dio di venire in te; piuttosto, è l’incontro con Dio che ti dona la capacità di cambiare la tua vita.

Un giorno, egli prende l’iniziativa. Dopo di che tu non sei più lo stesso.

 

Il tuo sì sarà vero nella misura in cui sarà la risposta al sì che prima Dio ha detto a te.

 

 

 

Per concludere

 

“Ecco la serva del Signore”.

 

Ecco la donna pienamente disponibile a lasciare spazio alla Parola, a permetterle di metter radici nella sua carne, nella carne della nostra umanità; a permetterle di  diventare vita della nostra vita.

 

Ecco la donna che, con la sua dichiarazione, compie il miracolo assoluto: quello di “piegare” Dio a diventare servo dell’uomo. Noi vorremmo avere Dio al nostro servizio; Maria ha sperimentato che l’unica via per realizzare questo desiderio è quello di permettere al sogno di Dio di realizzarsi. Questo sogno è bene espresso da san Paolo ai Filippesi (cap. 2): quello di farsi nostro servo, manifestarsi ai nostri occhi senza che noi moriamo, prenderci per mano e farci entrare nella sua casa.

 

Ecco. Con Maria

l’attesa di Dio è finita: ora può irrompere nel tempo;

ed anche l’attesa dell’uomo è finita: ora può accogliere Dio.

Ora l’uomo può donargli il proprio cuore nella fedeltà di tanti, piccoli sì quotidiani.

 

«L’esitazione ti immobilizza forse davanti a un sì di eternità, quel sì che fu già di Maria? Ben venga il giorno di una risoluzione senza ritorno. Ad un certo momento non c’è altra via d’uscita se non una risposta di libertà; gettarsi in Dio come in un abisso» (Frère Roger di Taizé).